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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.08.2010 Pagare la bolletta dell'acqua è un fatto acquisito in tutto il mondo
Perchè dovrebbe essere diverso in Israele ? Cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 agosto 2010
Pagina: 12
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «'Bollette arretrate', Israele taglia l’acqua al Santo Sepolcro»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/08/2010, a pag. 12, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " 'Bollette arretrate', Israele taglia l’acqua al Santo Sepolcro ".

In tutto il mondo pagare la bolletta del'acqua che si consuma è fatto acquisito. Ci chiediamo come mai debba essere diverso in Israele.
Questa domenda poteva farsela anche Battistini.
Ecco l'articolo:


Acquedotto di Gerusalemme

GERUSALEMME — «Spett.le Chiesa del Santo Sepolcro. Le notifichiamo il mancato pagamento delle rate dovute a partire dal 1° settembre 1967. In attesa di quantificare l'ammontare dovuto, Le comunichiamo che è nostra intenzione sospendere l'erogazione del servizio». In ebraico, e un po' meno in burocratese, il senso della lettera era questo. Qualche settimana fa, quando il Guardiano del Santo Sepolcro se l'è vista recapitare dall'Hagihon, l'acquedotto di Geusalemme, per un attimo ha pensato a uno scherzo: il municipio che lascia a secco il più santo dei luoghi della cristianità! Tutto chiaro come l'acqua, invece. Assetata di soldi, in perenne emergenza siccità, l'azienda idrica ha deciso di non fare più sconti.

«Abbiamo fatto una serie di controlli in tutta la Città Vecchia — spiega un portavoce del Comune — ed è risultato che molti abitanti non hanno mai pagato le bollette. Questo vale anche per diversi edifici amministrati da enti religiosi».

Fuori gli arretrati, dunque: qualche milione di euro, qua-rantatrè anni, più o meno quanto dovuto dalla fine della guerra dei Sei giorni e da quando Gerusalemme, tutta quanta, finì sotto il controllo d'Israele.

Preti morosi? Francescani, Armeni, Ortodossi, Copti, Siriaci, tutti i religiosi che da secoli amministrano la Basilica e da secoli litigano su tutto, stavolta si son trovati d'accordo. Unità dei cristiani, almeno qui: per l'acqua santa non si farà una guerra santa, ma una battaglia legale forse sì. «Chiedono soldi non solo per il Sepolcro — dice padre Athanasius, della Custodia di Terrasanta —, ma per tutte le chiese della Città Vecchia». E' partita una lettera di protesta al premier Bibi Netanyahu e un'altra, per conoscenza, alla Santa Sede. «La contestazione — spiega un altro frate, che non vuole essere citato per nome — viene fatta a un ente inesistente. Perché la Chiesa del Santo Sepolcro non ha un'amministrazione: dal 1852, è gestita sulla base del cosiddetto Status Quo internazionale».

Se nessuno ha mai pagato l'acqua, dicono i religiosi, è perché non esiste un ufficio che abbia competenze su queste cose: sulla facciata della chiesa, dal '700, c'è una scala a pioli che nessuno osa spostare.

«Poi — continua il frate — c'è anche una questione di cortesia: nessun governatorato di Gerusalemme ha mai preteso che pagassimo». Non lo fecero gli ottomani e pure gli inglesi, nel 1917, garantirono free water a tutti i luoghi santi. Quando l'area fu della Giordania, nel 1948, la gratuità rimase. E fin dall'inizio dell' occupazione israeliana fu Teddy Kollek, lo storico sindaco di Gerusalemme, a voler mantenere la prassi: acquasantiere gratis per tutti, cattolici e non cattolici.

Chi ha chiuso i rubinetti, ora? «Non credo che c'entri la politica», butta acqua sul fuoco il frate: all'Hagihon, «qualche burocrate ha applicato il regolamento, senza pensare troppo ai significati. Per il futuro, siamo disposti anche a pagare. Ma per il passato? Non vorranno tanta cattiva pubblicità?».

Padre Athanasius è irremovibile: «La questione è infondata. L'acqua è sempre stata gratis per una scelta politica e cosciente delle autorità che hanno governato Gerusalemme : consentire a tutti il diritto di visitare la chiesa di Nostro Signore». Fra Israele e Vaticano, sono aperte da decenni questioni economiche ben più spinose, vedi l'esenzione fiscale degli enti ecclesiastici. Gli israeliani vorrebbero che la Chiesa pagasse qualche tassa in più. Roma vorrebbe qualche diritto in più su luoghi santi come il Cenacolo.

Centinaia di milioni, in ballo. Litigare sulle bollette, al confronto, è come bere un bicchier d'acqua.

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