venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.06.2010 Foto della Flotilla: spariti i coltelli, cancellate le chiazze di sangue
Reuters sì che sa ritoccare le immagini ! e lo fa da sempre !

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 giugno 2010
Pagina: 1
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Il sangue e il coltello cancellati. Reuters sotto accusa in Israele»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA, a pag. 17, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Il sangue e il coltello cancellati. Reuters sotto accusa in Israele ".

Per  vedere come i pacifinti  hanno  accoltellato  i  primi soldati scesi sulla  tolda senza armi,  e come  anche la Reuters si renda complice dell'inganno e tagli dalle immagini  le armi dei pacifinti,  guardate anche:  http://www.malainformazione.it/schede/77/index.htm?c1276031239.
questo sito, diretto da Marco Reis, contiene tanti altri esempi che fanno capire come buona parte delle fotografie sul sonflitto israelo-palestinese siano fabbricate ad arte, in sostanza pura propaganda. Che i nostri giornali hanno sempre pubblicato senza verifiche.


La foto originale. Nei cerchi si vedono la chiazza di sangue e il coltello.
Sotto, nell'immagine taroccata da Reuters mancano sangue e coltello. Perchè?

Non è la prima volta che Reuters tarocca le immagini contro Israele.
Nella pagina del CORRIERE della SERA viene riportato un precedente: durante la guerra in Libano (2006) Reuters pubblica una foto dei bombardamenti israeliani aggiungendo fumo per far sembrare l'immagine più drammatica :

L'immagine taroccata a sinistra, quella originale a destra.

E' da notare come i giornali di sinistra si siano ben guardati dal pubblicare queste foto sulle loro pagine. Unica eccezione L'UNITA'. Perchè?
Ecco la cronaca di Francesco Battistini:

GERUSALEMME — Blow-Up. Una rapida manina e zac, il coltello non c'è più. Un po' di photoshop e via, sparisce pure la pozza di sangue. Come in un film di Antonioni: la verità è in uno scatto, la bugia in un ingrandimento. Da dieci giorni, dalla strage dei pacifisti turchi sulla nave Marmara, nel mare dell'informazione s'è scatenata la guerra mediatica che regolarmente precede, accompagna e segue qualsiasi cosa riguardi Israele.

L'ultimo siluro arriva a una delle più grandi, antiche e credibili agenzie d'informazione mondiale: la Reuters. Che prima un blogger indipendente (Little Green Footballs), poi due giornali israeliani ( Haaretz e Yedioth Ahronot), infine il governo Netanyahu accusano d'aver violato un sacro comandamento del giornalismo. Tagliando e ritoccando almeno tre immagini degli scontri di quella notte. E non su dettagli di poco conto: proprio omettendo i particolari (le armi, il sangue) che secondo Israele spiegano la violenta reazione dei soldati. Gli stessi scatti sono stati pubblicati dal quotidiano turco Hurryet: peccato che su questo si veda (e sulle foto Reuters no) un soldato israeliano circondato dai pacifisti turchi, uno dei quali brandisce un coltello; peccato che sul giornale compaia (e su Reuters no) una pozza di sangue, sangue perduto dal soldato.

Immagini & indagini: ci vuol molto meno, di solito, a insospettire il governo israeliano. Che già considera ostile gran parte della stampa straniera. E già ha un conto aperto con l'agenzia inglese: nel 2006, in piena guerra del Libano, Reuters fu incolpata d'avere reso un po’ troppo «sexy» la foto d'una casa libanese bombardata da Tsahal, aggiungendovi del fumo che non c'era.

«Vorremmo che la direzione ci spiegasse meglio la situazione», è la protesta ufficiale del ministro dell'Informazione, Yuli Edelstein: «Quali sono le ragioni che hanno spinto la redazione a diffondere queste immagini tagliate?». Da Londra, la risposta arriva quasi subito: nessuna censura, solo un malaugurato errore, peraltro subito riparato. Ma è stata una polpetta avvelenata fornita dai pacifisti del' Ihh, che in questi giorni si sono distinti anche nel diffondere un certo numero di bufale? « Reuters s'impegna a diffondere le sue notizie in maniera accurata e aderente ai fatti— dice una nota —. Tutte le immagini trasmesse dal nostro servizio vengono sottoposte a un severo processo di valutazione e selezione editoriale. Le immagini provenivano da Istanbul e, secondo la normale pratica redazionale, sono state preparate per la trasmissione, in un procedimento che include anche il taglio dei bordi. Quando si è accorta che un pugnale era stato inavvertitamente tagliato dalle immagini, Reuters ha sostituito le immagini con quelle originali sul suo intero servizio». E la chiazza di sangue? Chi l'ha cancellata? No comment.

Che tre foto scatenino tanta bufera, spiega l'atmosfera: a Gerusalemme c'è nervosismo. L'aria di chi si sente, a torto o a ragione, assediato dall'opinione pubblica internazionale. S'aspetta l'okay americano, che non arriva, sulla commissione mista (esperti israeliani, più due giuristi stranieri, ma nessun turco) che il governo Netanyahu vorrebbe nominare un po' in fretta, se non altro per placare le proteste internazionali sulla strage: al momento, un'intesa non sembra all'orizzonte. L'inchiesta internazionale può attendere. E allora comincia a lavorare la commissione militare, guidata dal generale Giora Eiland, che però dovrà limitarsi a valutare eventuali errori giuridici e tecnici dell'operazione militare, tralasciando questioni più complesse. Dall'altra parte, non c'è fretta: l'Iran sta preparando le sue tre navi di pasdaràn, dicendo che il blocco verrà rotto passando dalle acque egiziane; la freedom Flotilla promette una nuova spedizione di 20 navi e 5mila volontari a settembre; Amr Moussa, il leader della Lega araba, annuncia che per la prima volta (proprio così) tenterà di mettere piede pure lui a Gaza.

«Dobbiamo prepararci a un'offensiva anche mediatica», dice il ministro Edelstein. Anche per questo, a Gerusalemme stanno pensando a una tv all news, per propalare le verità del governo israeliano e "cominciare a vincere, se non per ko, almeno qualche round, e poi un altro round, e alla fine vincere ai punti». Il canale andrà via satellite o su internet. E per contrastare Al Jazeera, il colosso arabo, potrebbe trovarsi un nome che è tutto un programma: Al Judaea.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT