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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.04.2010 Un altro episodio di antisemitismo a Milano
Una bambina apostrofa 'ebreo' un ragazzino credendo che sia un insulto e i genitori la difendono

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 aprile 2010
Pagina: 43
Autore: Un lettore del Corriere della Sera
Titolo: «Una storia tristemente vera»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/04/2010, a pag. 43, la lettera di un lettore dal titolo " Una storia tristemente vera ".
(Nota Bene: non era nella rubrica di Sergio Romano)

L’aggressione antisemita accaduta su un autobus a Milano ( Corriere, 20 marzo) mi ha richiamato alla mente un tema che mio figlio ha svolto in classe e che racconta un piccolo episodio che tuttavia è anche «Una storia tristemente vera», come il mio ragazzo ha titolato la sua composizione. Il tema vede protagonista proprio mio figlio, tredicenne, ebreo, nato e cresciuto in una famiglia italiana (da più di 15 generazioni) da genitori ebrei. Riporto il testo. «La scorsa estate, a metà luglio, sono andato con mio fratello, un mio amico e sua mamma alla piscina di piazzale Lotto al PalaLido di Milano. La piscina è molto grande, ha getti d'acqua calda e un’"isoletta" dalla quale si possono fare i tuffi. Ci sono addirittura 2 scivoli: uno per i grandi e l'altro per i più piccoli. Io sono andato con il mio amico sullo scivolo per i più grandi, ma visto che la coda per scendere era interminabile, abbiamo deciso di andare su quello per i più piccoli che non aveva per niente coda. Dopo due o tre scivolate una bambina di 5 o 6 anni si è avvicinata a noi e ci ha detto: "Non sapete che questo è lo scivolo per i più piccoli? Voi non potete starci!". Noi non le abbiamo dato retta e abbiamo continuato a giocare. Dopo un po’ l’abbiamo rivista e ci ha urlato qualcosa. Eravamo lontani e non potevamo sentire bene ma mi è parso di sentire "……ebrei!". Subito ho pensato: "No, impossibile, devo aver sentito male", ma poco dopo ci siamo avvicinati e lei ha urlato di nuovo: "Ebrei, ebrei, ebrei!". Sono rimasto quasi paralizzato, mi sembrava impossibile che una ragazzina di 6 anni mi urlasse "ebreo!" in modo dispregiativo, proprio a me, a mio fratello e a un mio amico. Sono andato da lei incavolato nero, mi usciva il fumo dalle orecchie. La sua amica se l’è svignata e a qual punto le ho chiesto: "Perché ci hai detto ’ebrei’? Sai chi sono gli ebrei?". Lei mi ha risposto: "Gli ebrei non esistono". Io le ho spiegato che gli ebrei sono un popolo come i cristiani, i musulmani e i buddisti, ma lei ha continuato a non credermi. Ho voluto perciò sapere allora dove avesse sentito la parola "ebrei" usata come dispregiativo. Lei mi ha detto "Mio fratello di 17 anni lo dice sempre". A quel punto mi sono davvero incavolato, sono andato insieme a lei da sua madre e le ho detto: "Salve, sua figlia ci ha detto ’ebrei’. Potrebbe spiegarle che non si dovrebbe dirlo, qualcuno potrebbe rimanerci male…". Lei mi ha risposto: "Ma cosa vuoi che ne sappia mia figlia che la parola ’ebreo’ è una parolaccia, lei è piccola". A quel punto non sapevo più cosa fare e me ne sono andato rassegnato».

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