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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.05.2009 Rinviata l'inaugurazione di piazza Gerusalemme a Roma
Per le pressioni dell'Ucoii? La storia ha dell'incredibile

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 maggio 2009
Pagina: 15
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «'Piazza Gerusalemme', salta la cerimonia»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2009, a pag. 15, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " 'Piazza Gerusalemme', salta la cerimonia ".
La motivazione ufficiale per il rinvio della cerimonia di inaugurazione di Piazza Gerusalemme a Roma è la finale di Champions League. In realtà la motivazione è politica. A sottolineare la questione, l'articolo di Battistini riporta le dichiarazioni di Hamza Piccardo, leader dell'Ucoii, : "
«Il problema non è de­dicare una piazza a Gerusa­lemme, città delle tre religio­ni, ma il significato che si vuo­le dare: non si sognino d’invi­tare l’ambasciatore d’Israele»". Con che autorità Hamza Piccardo dichiara : " non si sognino di invitare l'ambasciatore di Israele ". E se l'ambasciatore verrà invitato, che cosa farà Hamza Piccardo? Lo Stato italiano può prendere decisioni senza tener conto dell'opinione del leader dell'Ucoii? In attesa di conoscere la data dell'inaugurazione di piazza Gerusalemme, ci chiediamo se la politica italiana abbia la P maiuscola o supina...
Ecco l'articolo:

GERUSALEMME — Dicono che la parte più facile del lavo­ro d’un sindaco sia tagliare na­stri e scoprire lapidi. Provate a chiedere che ne pensi Gianni Alemanno, che è appena anda­to in Israele a inaugurare una «piazza Roma» nel centro di Gerusalemme, a due passi dal­la sinagoga italiana, e in que­ste ore si preparava a fare lo stesso e in pompa magna dalle parti del Ghetto, il lenzuolo da tirar giù e sul muro una bella targa con l’incisione «piazza Gerusalemme». Era tutto pron­to: il biglietto aereo per Nir Barkat, il primo cittadino gero­solimitano, la cerimonia con gli applausi, e poi tutti a veder­si la finale di Champions. È ar­rivata qualche telefonata, pe­rò. E sabato a mezzogiorno, quando a Gerusalemme è tut­to chiuso, un’email inviata dal Campidoglio ha cancellato il programma: niente visita uffi­ciale, niente battimani, «per cause di sicurezza che riguar­dano la partita di Champions League, è stato deciso di posti­cipare l’inaugurazione della piazza». A quando? Boh. «Ri­mu! », inganno, scrivono ora i giornali israeliani: «I romani ci hanno imbrogliato», dichia­ra un furibondo portavoce di Barkat. Perché è bastato scava­re un attimo, dicono, per con­vincersi che la paura degli hoo­ligans, «previsti da mesi», non c’entrerebbe nulla. Il corri­spondente dall’Italia del quoti­diano Yedioth Ahronot cita fonti diplomatiche: «L’annulla­mento è nato da una decisione politica», l’imbarazzo dopo le frasi del premier Netanyahu, e dello stesso Narkat, su Gerusa­lemme «capitale unita e indivi­sibile d’Israele». A protestare sarebbe stato qualche Paese arabo: inaugurare contempora­neamente piazza Roma e piaz­za Gerusalemme significa, di fatto, considerare questa la ve­ra capitale d’Israele (il contra­rio di quel che dicono l’Onu e l’Italia, che tiene l’ambasciata a Tel Aviv). Una gaffe diploma­tica, insomma, confermata da più fonti: «Ero assieme a Barkat, quando ha letto la mail — ci dice un consigliere del sindaco israeliano —. La co­municazione ci è stata data in modo esageratamente forma­le.
E i motivi del rinvio non so­no molto chiari. Prima c’è sta­to lo choc, poi l’arrabbiatura. Non ce l’aspettavamo: que­st’inaugurazione serviva a raf­forzare la comunità ebraica ro­mana. È una cosa che riguarda le due città, le ambasciate non c’entrano, ma faremo pressio­ni perché la cerimonia ci sia». È per questo che il sindaco Barkat ha deciso di non brucia­re i mille dollari di biglietto e di partire oggi per Roma, «in visita privata»: vedrà la partita e soprattutto Alemanno, «ed è chiaro - spiegano - che se en­tro mercoledì non ci sarà una data per la cerimonia, il proble­ma diventerà più grosso». Un bel rebus: accontentando gli uni, si scontentano gli altri. La comunità ebraica romana è già sul sentiero di guerra: «Ale­manno sappia che le proteste non le fa solo la Lega araba, sia­mo capaci di farle anche noi». E Hamza Picardo, leader delle comunità islamiche italiane, avverte: «Il problema non è de­dicare una piazza a Gerusa­lemme, città delle tre religio­ni, ma il significato che si vuo­le dare: non si sognino d’invi­tare l’ambasciatore d’Israele».
Dal Campidoglio garanti­scono che «questo è un falso problema, la richiesta di spo­stare la cerimonia per ragioni d’ordine pubblico è venuta dalla prefettura», e comun­que «entro un mese, un mese e mezzo» Roma avrà la nuova piazza. La lapide, scolpita nel­la pietra rosa di Gerusa­lemme, per ora sta chiusa in un magazzino.

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