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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.02.2009 Satira sul cristianesimo: sospeso lo show televisivo israeliano
La cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 febbraio 2009
Pagina: 14
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «' Like a Virgin ' , lo sketch blasfemo scatena le proteste della Santa Sede»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/02/2009, l'articolo " ' Like a Virgin ' , lo sketch blasfemo scatena le proteste della Santa Sede " di Francesco Battistini sul programma della televisione israeliana Canale 10 nella cui ultima puntata è andata in onda la satira del comico Lior Shlein contro il cristianesimo. In seguito a questo episodio, il programma è stato sospeso e sia Lior Shlein, sia il direttore dell'emittente televisiva hanno scritto una lettera di scuse.
Il GIORNALE pubblica al riguardo un articolo di Andrea Tornielli, nel quale il giornalista si compiace per la censura del programma di satira. Noi, invece, non ce ne compiacciamo per nulla, dal momento che siamo per la totale libertà di satira. E' da notare come Israele, pur di mantenere buoni rapporti col Vaticano, abbia fatto una cosa che non fa nemmeno coi programmi di satira sull'ebraismo: ha censurato il programma.
Ecco l'articolo:

CORRIERE della SERA - Francesco Battistini : " ' Like a Virgin ' , lo sketch blasfemo scatena le proteste della Santa Sede "

GERUSALEMME — Già il titolo della puntata, «Like a Virgin»: non era la cantante, la Madonna di cui parlare. Il comico Lior Shlein è entrato nello studio di Canale 10, s'è accomodato, alle spalle le mille luci di Tel Aviv e sulla scrivania una tazza. Alla David Letterman. O alla Daniele Luttazzi. «Stasera parlerò dei cristiani», ha attaccato: «Loro negano l'Olocausto? Io negherò il cristianesimo. Bisogna che qualcuno dia loro una lezione...». Applausi finti. Risate a comando. Vai con le battute: «Non è vero che Maria era vergine. A 15 anni, era incinta d'un compagno di scuola. E se la faceva già con un sacco di ragazzi». E poi: «Non è vero nemmeno che Gesù camminava sulle acque. Era così grasso, che si vergognava d'uscire in costume da bagno e d'andare da solo sul lago di Tiberiade ». Apriti cielo. Di solito, «La notte con Lior Shlein» ha l'audience del monoscopio, 60 mila spettatori: quella di martedì è riuscita a togliere il sonno ai palazzi israeliani e vaticani, appena placati dalle polemiche sull'arcivescovo Williamson e ora, di nuovo, sull'orlo d'una crisi da negazionismo.
Dalla notte di Shlein alle note diplomatiche. Mercoledì mattina, le telefonate indignate a radio Kol Israel, molto seguita dai cristiani: «Vergogna!». Poi, una conferenza stampa di cristiani e musulmani a Nazareth: «Il Papa rimandi la sua visita in Israele». Infine, la lettera dei tredici vescovi, dei patriarchi latini di Gerusalemme, del Custode di Terra Santa. Un comunicato duro, la richiesta d'un passo ufficiale del nunzio apostolico, Antonio Franco: «Quale canale europeo si permetterebbe oggi di fare sketch antisemiti o negazionisti, senza suscitare proteste? ». Scherzare coi santi, e qui poi, pare davvero troppo: «Sdegno e protesta», dice un comunicato della Sala stampa vaticana, per il «volgare e offensivo atto d'intolleranza e d'ignoranza», per come sono stati «ridicolizzati, con parole e immagini blasfeme, proprio i figli d'Israele, nostro Signore Gesù e la Beata Vergine Maria di Nazareth», urge un intervento «al fine d'interrompere tali trasmissioni e ottenere pubbliche scuse dall'emittente». Il ministero degli Esteri israeliano capisce la gaffe e si muove. Canale 10 scrive una lettera («è stato un errore»), Shlein pure, ma non è che ci si cosparga il capo di cenere: il programma non viene sospeso perché, dice Avi Cohen, il responsabile, «Israele è una democrazia, non si può chiudere una trasmissione perché lo chiedono i governi, e poi bisogna capire che all'origine di tutto c'erano le dichiarazioni del vescovo Williamson, che aveva negato la Shoah».
A meno di tre mesi dalla visita papale, dopo le liti sul Museo dell'Olocausto, e con la commissione israelo-vaticana che dal 1993 cerca un concordato su diritti ecclesiastici e proprietà religiose, lo show blasfemo è sale sulle ferite. Anche per questo, i francescani della Custodia di Gerusalemme porgono l'altra guancia, ma dopo aver chiarito bene: «Non è la prima volta che Canale 10 fa questi attacchi — dicono —. Un clima anticristiano, più o meno latente, è percepibile nella società israeliana da alcuni anni a questa parte». Solo un giornale ha dedicato spazio alla protesta dei cristiani: una spalletta di due colonne, a pagina 4.

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