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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.02.2009 Il caso Geert Wilders: il Regno Unito censura chi critica l'Islam
Tre articoli dal Corriere della Sera

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 febbraio 2009
Pagina: 1
Autore: Pierluigi Battista - Luigi Offeddu - Alessandro Trocino
Titolo: «La tolleranza sospesa - Londra vietata a Wilders, nemico dell'Islam - Ma un circolo della Libertà lo invita a Roma : ' Venga a ritirare il Premio Fallaci '»

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/02/2009, riportiamo tre articoli sul "caso Wilders".
Wilders, regista olandese, è stato accusato di antiislamismo dopo aver girato il suo film Fitna.
Ricordiamo ai lettori di IC che, digitando "Fitna" in hompage, è possibile vedere il film per farsi una propria opinione al riguardo e che, domani, IC pubblicherà un editoriale di Ugo Volli sull'argomento.

Dai tre articoli si capisce molto bene la situazione allarmante  creatasi in Europa: ad essere  minacciato è il diritto di esprimere il proprio pensiero, se questo rischia di urtare la "sensibilità" degli islamisti.

Pierluigi Battista : " La tolleranza sospesa "

Il deputato olandese Geert Wilders non è un personaggio da ammirare. Il suo film «Fitna» offende il Corano e ferisce i musulmani. Ma se la libertà di esprimersi, girare film, viaggiare fosse riservata solo alle persone ammirevoli vivremmo in un mondo da incubo. Le autorità britanniche, come racconta oggi sul nostro giornale Luigi Offeddu, non vogliono che l'olandese Wilders metta piede in Gran Bretagna perché le «sue dichiarazioni contro i musulmani minacciano l'armonia della comunità e dunque la sicurezza pubblica nel Regno Unito». Per evitare le manifestazioni di protesta degli islamici si comprime il diritto di circolare liberamente nell'Europa tollerante, inclusiva, rispettosa di ogni «diversità ». Il diritto di diffondere le proprie idee, anche se detestabili. La paura cancella diritti di cui dovremmo andare orgogliosi: ma la circostanza passa inosservata, complice l'impresentabilità intellettuale di chi ne viene privato.
Il «caso Wilders» potrebbe trasferirsi dalla Gran Bretagna all'Italia, perché è previsto (ma ancora non è sicuro) che il deputato olandese verrà nel nostro Paese per ritirare un premio, tra l'altro con l'accoglienza di alcuni parlamentari. E' difficile non essere d'accordo con Ian Buruma, l'intellettuale olandese che considera Wilders «non certo un artista, neppure un buon politico, solo un provocatore che cerca lo scontro e deliberatamente vuole aizzare le frange islamiche più estremiste». Ma sulla questione del «buon artista» dobbiamo necessariamente fidarci di Buruma, perché nessuno può vedere un film di cui è stata interdetta la trasmissione pubblica.
Del resto, sono ormai clandestine anche le opere dei vignettisti danesi che anni fa con i loro disegni anti-Islam suscitarono cruente proteste nelle principali capitali musulmane, esposero la Danimarca alla ritorsione delle «frange islamiche più estremiste», consegnarono i loro autori e i responsabili dei giornali che ne consentirono la pubblicazione ai rigori di una vita blindata, superprotetta e taciturna. Nessuno ha potuto vedere «Submission », il film sull'Islam del regista Theo Van Gogh assassinato in Olanda secondo il rituale riservato ai nemici della religione. Nessuno immagina il tipo di vita di Robert Redeker, l'insegnante francese che, dopo aver scritto su Le Monde un articolo molto veemente contro il fondamentalismo islamista, ha perso il suo lavoro e vive rintanato nella clandestinità.
A vent'anni esatti dalla fatwa scagliata contro Salman Rushdie, e quando ancora la «rinnegata» Ayaan Hirsi Ali patisce in Olanda la sua vita braccata e sotto perenne scorta, la fine della sindrome dell' 11 settembre, la percezione di uno sbiadirsi dello scenario di guerra che quell'evento epocale aveva prodotto, ha lasciato un manipolo di fantasmi in balia della furia vendicatrice delle «frange estremiste ». Anche Wilders è forse un estremista del fanatismo anti-islamico, ma l'ostracismo europeo, britannico (e italiano?) decretato nei suoi confronti è la sconfitta di uno «stile di vita» liberale e tollerante che è esattamente il bersaglio dell'odio di matrice totalitaria e integralista. Il ricordo dell'11 settembre non è più così cocente, per fortuna. Ma la dimenticanza comporta dei prezzi. L'autocensura compresa.

Luigi Offeddu : " Londra vietata a Wilders, nemico dell'Islam "

BRUXELLES — «La prossima settimana, il film sarà proiettato al Parlamento italiano », annuncia sicuro l'onorevole Geert Wilders dal suo sito Internet. E «il film» è quello che lui, deputato populista olandese, ha prodotto in proprio; lo stesso per cui, in queste ore, si vede ufficialmente rifiutato l'ingresso in Gran Bretagna: «Fitna», «Lo scontro », documentario che paragona il Corano, libro sacro dell'Islam, al «Mein Kampf» di Adolf Hitler.
Il Parlamento europeo aveva già rifiutato il permesso per la proiezione, chiesta dal parlamentare leghista Mario Borghezio, e ora il ministero degli Interni britannico ha fatto lo stesso: bloccando il film ma anche il suo produttore, che aveva ricevuto un invito da un parlamentare inglese, lord Malcolm Pearson, del «partito indipendentista ». Niente proiezione in una saletta-convegni della Camera dei Lord, com'era stato previsto, e niente via libera per il viaggio a Londra. Spiega una lettera spedita a Wilders da «Apollo House, Dipartimento Frontiere», e firmata da Irving N. Jones del ministero degli Interni: «Caro Signor Wilders... la sua presenza nel Regno Unito comporterebbe una minaccia presente, reale e sufficientemente seria contro uno dei fondamentali interessi della società... le sue dichiarazioni sui musulmani e le loro convinzioni, così come espresse nel suo film Fitna e altrove, minaccerebbero l'armonia della comunità e perciò la sicurezza pubblica».
Lord Nazir Ahmed, un altro parlamentare britannico, di fede musulmana, aveva promesso di portare «diecimila fedeli» davanti allo storico edificio: e ripete che lo farà, se solo Wilders comparirà sulla riva del Tamigi. Ma come, protesta lord Pearson, quello inglese è «la madre di tutti i Parlamenti», e in Gran Bretagna, la culla della democrazia, non era mai accaduto che si chiudesse la frontiera a un parlamentare di un altro Paese europeo! Protesta anche il ministero degli Esteri olandese. E c'è chi chiede un intervento del primo ministro Balkenende.
In Olanda, però, c'è anche chi ricorda certi violenti discorsi di Wilders, e il processo che gli pende sul capo ad Amsterdam per «incitamento all'odio e alla discriminazione contro i musulmani e la loro religione». Quanto a lui, ora annuncia: «Parto lo stesso, domani. Vedremo se mi ammanettano all'arrivo». E farà di tutto per partire, infatti, non si sa ancora se scortato o no: guardiaspalle armati lo accompagnano da quando denunciò di aver ricevuto minacce da parte di terroristi islamici, subito dopo l'omicidio del regista Theo Van Gogh.
Su quella che sarà l'accoglienza all'arrivo, la lettera speditagli da Londra non lascia molti dubbi: «...Se l'agente dei controlli di frontiera lo riterrà opportuno, giudicando la sua esclusione dal territorio britannico motivata da ragioni di pubblica sicurezza, le sarà rifiutata l'ammissione a norma dell'articolo 19. Ha il diritto di presentare ricorso, al di fuori del Regno Unito».
In Israele, dicono gli uomini di Wilders, non c'era stato invece nessun problema, e così sarà in Italia. Dove l'associazione che ha invitato Wilders lo definisce come «un antislamista vero, coriaceo».

Alessandro Trocino - "Ma un circolo della Libertà lo invita a Roma : ' Venga a ritirare il Premio Fallaci ' "

ROMA — Censurato in patria e respinto dalla Gran Bretagna, Geert Wilders potrebbe essere accolto trionfalmente in Italia. E perfino mettere piede, il 19 febbraio, in Parlamento. A invitare in Italia il deputato olandese è stato il presidente del circolo della Libertà (Pdl) di Imola Armando Manocchia, che gli assegnerà il premio «Oriana Fallaci» a Roma, al Grand Hotel Palatino, nel corso di «una serata elegante con cena». Non pago, Manocchia ha chiesto al deputato romagnolo della Lega Nord Gianluca Pini di domandare un'autorizzazione alla Camera per una proiezione in sala stampa del suo film antislamico «Fitna». Manocchia, presidente dell'associazione «Una via per Oriana», aveva già invitato una volta Wilders in Italia, a settembre: «Mi aveva a risposto entusiasta, dopo soli 58 minuti. Ma poi ha avuto un impegno». Proprio a Wilders è andato uno dei sette riconoscimenti 2009 del «premio Oriana Fallaci». Tra gli altri premiati, Alexander Del Valle (autore di «Totalitarismo islamico», amatissimo dalla Lega); Alfredo Mantovano, sottosegretario all'Interno Pdl; don Baget Bozzo. E l'amico Pini, «per l'impegno politico, i riferimenti culturali e la grande sensibilità». Proprio il deputato leghista, romagnolo, si doveva attivare per la proiezione in Parlamento: «Sì — conferma — mi ha chiamato Manocchia una settimana fa. Stasera ne parlo con il capogruppo Roberto Cota e domani presenteremo la richiesta al presidente Fini. È una questione di libertà e di pluralismo».
Ma chi è Manocchia? «Un anticomunista, un antifascista e un antislamista », risponde. Un tempo anche un grande fan di Silvio Berlusconi: «Ero innamorato di lui. L'ho definito un patrimonio dell'umanità, perché mi ha salvato dal comunismo. Ma poi mi ha deluso: è a favore perfino dell'entrata della Turchia in Europa. E i clandestini, da quando c'è lui, sono raddoppiati ». Manocchia ne ha per tutti: per i «sinistronzi, i pacifinti e i buonisti di turno, contagiati dal virus del relativismo ». Concede che il paragone di Wilders tra il Corano e l'hitleriano Mein Kampf «è un po' eccessivo». Ma invita a non drammatizzare: «Le provocazioni, la Lega insegna, servono per finire sui giornali».
Quale miglior provocazione — «per dare una lezione all'Europa degli idioti » — della proiezione alla Camera di «Fitna»? «Wilders è un uomo coraggioso, per questo lo vogliono mettere a tacere. Spero che alla Camera vengano molti politici: ma la Casta ha paura, chissà».

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