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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.10.2008 Su Pio XII il dibattito storico continua
in Germania escono due libri, con tesi opposte, sul Papa dei silenzi

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 ottobre 2008
Pagina: 49
Autore: Ranieri Polese
Titolo: ««Debole con Hitler». Pio XII divide Francoforte»
Dal CORRIERE della SERA del 17 ottobre 2008:

FRANCOFORTE — Il Papa e il diavolo
s'intitola il saggio di Hubert Wolf uscito in questi giorni in Germania dall'editore C. H. Beck, ed è una lettura ovviamente non molto benevola dei documenti degli archivi vaticani, aperti alla consultazione da Giovanni Paolo II fino all'anno 1939. La casa editrice cattolica Sankt Ulrich Verlag risponde con Il Papa che si oppose a Hitler. La verità su Pio XII, di Michael Hesemann, un giornalista che ha dedicato le sue ricerche alla storia della Chiesa. La controversia su papa Pacelli (nella foto), la «leggenda nera» del Papa che non disse una parola sullo sterminio degli ebrei, cominciata nel 1963 con il dramma di Rolf Hochhuth,
Il vicario, non accenna a cessare. Il punto più alto della polemica si registrò quando uscirono i libri di John Cornwell ( Il Papa di Hitler, 1999) e di Daniel Goldhagen ( La Chiesa cattolica e l'olocausto,
2002): due saggi che fecero molto clamore, ma che furono anche criticati per le molte imprecisioni e il loro preconcetto colpevolismo.
Ora che si torna a parlare di una sua beatificazione («scelse il silenzio per salvare ebrei ed evitare il peggio» ha detto Benedetto XVI), nonostante le posizioni ostili di una parte del mondo ebraico, la questione torna di attualità. Con nuovi attacchi. Come quello del libro di Wolf che, pur restando confinato all'anno 1939 (la morte di Pio XI e l'elezione di Pio XII), studiando il periodo di Pacelli in Germania — Monaco prima, poi Berlino — disegna una figura di ecclesiastico ossessionato dal pericolo comunista e perciò disponibile a venire a patti con «il diavolo» Hitler. È lui che, divenuto Segretario di Stato nel 1930, firma il Concordato con la Germania nazista nel '33, è lui che non dà seguito alle lettere di ebrei, di preti, della stessa Edith Stein, ebrea convertita — che supplicano la Santa Sede perché intervenga contro la persecuzione antisemita.
Naturale, quindi, la domanda su Pio XII fatta ai prelati venuti alla Fiera a presentare la collana «Atti e documenti» pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana. Giunta al trentesimo volume (la sua data di nascita è il 1980) la collana non si è mai occupata di Pacelli. Perché? Risponde monsignor Walter Brandmül-ler, presidente del Pontificio Comitato per le Scienze Storiche: «Non siamo l'equivalente del Comitato centrale del Pcus, che censurava i documenti e riscriveva la storia. Noi non abbiamo nessun problema a trattare la figura di Pio XII, una figura di grandissimo significato nella storia del '900, solo vogliamo attenerci alla scientificità del lavoro storico. Allo studio dei documenti, e quelli del suo pontificato nell'Archivio Vaticano non sono ancora consultabili. Troppo spesso abbiamo visto libri, convegni sul tema dei rapporti fra Santa Sede e nazismo basati su preconcetti. Una cosa comunque voglio sottolineare, il fatto che il Comitato per le Scienze Storiche fu creato proprio da Pio XII, nel 1954: recepiva un'idea di Leone XIII, ma fu proprio Papa Pacelli a dar vita a questo organismo, formato da storici di molte nazionalità e collegato a fondazioni storiche internazionali».
Intanto, a novembre, a Roma si aprirà una mostra su Pio XII, e dal 6 all'8 si terrà un convegno organizzato con l'Università Gregoriana e Lateranense.

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