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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.07.2008 Tutto va bene, madama la marchesa
La politica dell'aria fritta

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 luglio 2008
Pagina: 12
Autore: A.Gar.
Titolo: «Berlusconi ad Abu Mazen: pace vicina grazie a noi vecchietti»

Degna di elogio la cronaca dell'incontro Berlusconi-Abu Mazen a Roma, sul CORRIERE della SERA di oggi, 12/07/2008, a pag.12. Azzeccato anche il titolo " Berlusconi ad Abu Mazen: pace vicina grazie a noi vecchietti", che rende bene l'idea dell'utilità di questi incontri. Un bel viaggio, sorrisi in abbondanza, strette di mano con chi è al governo e con chi è all'opposizione, pranzi raffinati per colmare l'eccesso di aria fritta che è la nota più significativa dell'avvenimento. E' così dappertutto, l'Italia non fa eccezione. Il pezzo di A.Gar riferisce con precisione chirurgica il niente che ne è venuto fuori. Tutto va bene, madama la marchesa, cioè andrebbe bene se non andasse male, se Hamas fosse altra cosa da quello che è, l'accordo con l'Anp si sarebbe già fatto. L'Italia ha un piano strategico per il Medio Oriente, peccato che nessuno lo conosca. Annapolis è stato un incontro inutile, ma per fortuna che c'è stato, così almeno lo si può citare.Bush è ottimista, Berlusconi anche, Abu Mazen pure, cosa si può volere di più ? Certo, ci sono Hezbollah, che ormai controlla il Libano, ed il MANIFESTO lo annuncia con un titolo trionfante, " Nasce il governo nel segno di Hezbollah", ma nulla rovini la festa, altrimenti come si può continuare a sorridere ai fotografi ? Non disturba neppure l'Iran, che sarà mai un nuovo missile a testata nucleare puntato contro Israele ? L'Italia è un paese furbo, dove la Fiat e l'ENI non sono nemmeno sfiorati dal dubbio che i loro rapporti con Ahmadinejad siano contrari alle sanzioni controfirmate dal governo, no, business is business, che diamine ! Che poi il " processo di pace attraversi un momento di stallo " - come anche i festanti romani non possono fare a meno di riconoscere, non rappresenta un problema, l'importante è incontrarsi,parlare, dialogare, sorridere. Sempre pensando che nelle grane ci sta qualun altro, mai noi.

Ecco l'articolo

ROMA — Berlusconi è ottimista, dice che «mai la soluzione del problema mediorientale è stata così vicina», mai così possibile «la coesistenza pacifica tra israeliani e palestinesi, due popolazioni e due Stati». Abu Mazen non si sbilancia, dice che l'Italia ha ottimi rapporti con i paesi arabi e con Israele, che Berlusconi ha molte relazioni internazionali e dunque: «L'Italia e il suo premier svolgeranno un ruolo importante».
Un'ora di colloquio a Palazzo Chigi, fra il presidente del Consiglio e il presidente dell'Autorità Palestinese, nel pomeriggio. Due leader differenti, almeno nei comportamenti esteriori. Caldo ed estroverso Berlusconi. Misurato e cauto l'uomo che tenta di fare da guida al popolo palestinese.
Alla fine, la soddisfazione di Berlusconi che racconta come Bush in Giappone gli abbia ricordato l'impegno a ottenere risultati prima dell'elezione del nuovo presidente Usa, e gli abbia manifestato, anche lui, ottimismo. In realtà, il processo di pace attraversa un momento di stallo. Anche se ad Annapolis fu formulato l'auspicio che entro il 2008 i negoziati diano il via allo Stato palestinese.
Berlusconi ha offerto la sede siciliana di Erice «per le ultime fasi del negoziato». E Abu Mazen (Berlusconi lo ha chiamato con il suo vero nome, Mahmoud Abbas) ha invitato il premier italiano a visitare i Territori. Il presidente palestinese si è anche complimentato con Berlusconi per la vittoria elettorale. Nonostante il cambio di governo abbia di sicuro segnato un riavvicinamento ad Israele. Pochi giorni fa a Gerusalemme, nel corso della visita del ministro Frattini, è stato stabilito che l'Italia avrà summit periodici con Israele, «un nuovo dialogo strategico».
In conferenza stampa è stato chiesto ad Abu Mazen: sarà l'Iran a pregiudicare la pace? Risposta, indiretta: «Noi auspichiamo che il Medio Oriente intero sia privo di armi nucleari». Altra domanda: è possibile la ripresa del dialogo con Hamas, il partito palestinese che controlla la striscia di Gaza? «Se Hamas accetterà le condizioni dell'iniziativa yemenita al vertice di Damasco, il dialogo potrà continuare ». Vale a dire: se Hamas permetterà il ripristino della situazione prima della presa militare del potere (giugno 2007).
In chiusura, Berlusconi dice di confidare soprattutto nella qualità dei protagonisti: «Olmert, di cui mi onoro di essere amico e Abbas, persona straordinaria, ha l'entusiasmo dei giovani e la concretezza, la pazienza ed esperienza di noi vecchietti: siamo coetanei ». Berlusconi è del settembre '36, Abu Mazen del marzo '35.
La giornata del presidente palestinese è cominciata con gli incontri al Quirinale con Napolitano e in Campidoglio con Alemanno, ed è finita con l'ex premier Prodi («Ho trovato Abu Mazen meno pessimista di qualche mese fa») e con l'ex ministro degli Esteri, D'Alema.
A. Gar.
Coetanei Berlusconi abbraccia Abu Mazen: il primo è nato nel settembre '36, il leader palestinese nel marzo '35
Due leader, due popoli
«Mi onoro di essere amico di Olmert. E il presidente dell'Anp è pieno di entusiasmo e pazienza»


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