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Corriere della Sera Rassegna Stampa
10.04.2008 Odia le democrazie, ama le dittature
ora Gianni Vattimo difende la repressione cinese in Tibet

Testata: Corriere della Sera
Data: 10 aprile 2008
Pagina: 1
Autore: Gianna Fregonara
Titolo: «E Vattimo firma l'appello contro i monaci tibetani»

Per una volta ci spostiamo dal Medio all'estremo oriente. Ci spinge a farlo Gianni Vattimo . 

Non è passato nenache un giorno da quando Bernard Henry Lévy, sul CORRIERE della SERA del 9 aprile 2008,  notava il silenzio dei critici di Israele sulla repressione cinese in Tibet.

 Gli risponde subito Vattimo, noto odiatore di Israele e apologeta di Fidel Castro, che sulla repressione anti-tibetana non tace, acconsente rumorosamente.

Invitiamo i nostri lettori a scrivere alla STAMPA prostestando per la presenza sulle sue pagine di un collaboratore che odia le democrazie , ma è pronto a difendere le dittature e i loro peggiori crimini.

Ecco il testo dell'articolo sulla posizione di Vattimo, dal CORRIERE della SERA del 10 aprile 2008:


E se i disordini di Lhasa del 14 marzo non fossero stati altro che «un pogrom anticinese»?
Una «caccia all'uomo finita con donne, bambini e vecchi dati alle fiamme?» e se la stampa internazionale «quella europea in particolare» fosse impegnata in «una campagna anti-cinese dai connotati razzisti», degna continuazione del vecchio «piano imperialista contro Pechino e della guerra dell'Oppio?».
A pensarlo sono due intellettuali di sinistra: il filosofo torinese del pensiero debole Gianni Vattimo e lo storico dell'Università di Urbino Domenico Losurdo, che sulla Cina moderna ha scritto più di un libro. Nel giorno in cui Gordon Brown annuncia il proprio boicottaggio politico delle cerimonie olimpiche, Losurdo si è incollato alla sua posta elettronica per lanciare un appello agli altri intellettuali italiani affinché si riveda l'interpretazione «troppo squilibrata » a favore dei monaci di quanto sta succedendo in questi mesi pre-olimpici dentro i confini del Tibet. Finora l'unico che ha risposto con interesse alla chiamata da Urbino è stato Gianni Vattimo, che ha dato l'ok alla bozza di Losurdo: «Sì, io firmo».
A sostegno della loro tesi, finora del tutto minoritaria, i due professori — Losurdo è considerato vicino all'area dell'Ernesto, la minoranza di Rifondazione comunista, Vattimo, già europarlamentare ds, poi passato al partito dei comunisti italiani di Diliberto è ora approdato al marxismo tout court — portano anche foto, reportage di giornalisti stranieri, testimonianze di turisti che erano a Lhasa in quei giorni e «video della tv cinese, censurati in Italia, ma che — spiega Losurdo — sono facilmente scaricabili da internet»: «La stampa europea e quella italiana in particolare hanno accettato la versione dei monaci, e solo qua e là a spizzichi e bocconi si può leggere qualche informazione corretta sulla selvaggia caccia all'uomo di quei giorni in cui la polizia cinese fu chiamata ad intervenire troppo tardi, quando il più era già avvenuto ».
Riportare dunque all'ordine del giorno anche la vulgata cinese è la missione che i due intellettuali si sono proposti e per la quale sono al lavoro, limando il testo dell'appello da proporre ai loro colleghi, ma anche ai parlamentari e all'opinione pubblica. Una difesa vera e propria della Cina «dall'attacco occidentale»: «Prima l'indipendenza mascherata da autonomia del Tibet — protesta Losurdo — del Grande Tibet, poi della Mongolia interna e infine della Manciuria: non è altro che la versione aggiornata del piano imperialista inglese contro la Cina».

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