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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.04.2008 L'islam democratico, il Pd e il Pdl
le dichiarazioni di Khaled Fouad Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 aprile 2008
Pagina: 11
Autore: un giornalista
Titolo: «Fouad Allam lascia il Pd «Pronto a lavorare col Pdl»»

Dal CORRIERE della SERA del 4 aprile 2008

ROMA — ( a.gar.) Una gaffe. Un errore. Un «delitto politico».
Così Khaled Fouad Allam definisce la sua decapitazione dalle liste del Partito democratico. E oggi annuncerà la sua uscita dal Pd, per il quale è ancora deputato. Lo farà a Colle Val d'Elsa, partecipando, da «musulmano democratico», a una manifestazione contro la costruzione di una moschea. La manifestazione è organizzata da Magna Charta, creatura del senatore Quagliariello di Forza Italia e questa adesione per Allam è l'inizio di un percorso che dovrebbe portarlo nel Pdl.
Perché un errore la mancata candidatura?
«Perché così nel Pd non c'è neanche un candidato straniero. Perché è uno schiaffo al cosiddetto Islam moderato, al mondo dell'immigrazione. Siamo ai limiti del razzismo. E poi, insomma…». Cosa? «Tutti quei candidati illustri sconosciuti!
Paragonati a me, che ho scritto 8 o 9 libri?». Come è potuto accadere? «Le liste Pd sono state compilate con la logica dei clan tribali… E io ero l'anello più debole».
Allam insegna Sociologia del mondo musulmano a Trieste. Ha protestato con Veltroni? «Ho chiesto di parlare con lui per un mese. Inutilmente». Il 6 marzo ha scritto a Prodi, presidente Pd, per chiedere che la decisione di escluderlo fosse motivata.
Nessuna risposta. Allam dice che lavorerebbe per un governo di centrodestra sull'immigrazione, sulla politica mediterranea. Per promuovere il dialogo fra popoli e culture. Per costruire una via italiana all'Islam. E questo si può fare sia a sinistra che a destra?
«Avevo aderito al centrosinistra, ma non mi hanno fatto lavorare». Se dovesse scoprire nel centrodestra posizioni di intolleranza? «Discuteremo…».

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