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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.02.2008 L'Ucooi continua a farla da padrone
L'analisi di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 febbraio 2008
Pagina: 19
Autore: Magdi Allam
Titolo: «Primo corso di formazione per imam. Ma senza autocritica»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 17/02/2008, a pag. 19, Magdi Allam affronta il tem della formazione degli imam nel nostro paese, in un articolo titolato " Primo corso di formazione per imam. Ma senza autocritica". Ricordiamo ai nostro lettori il sito internete di magdi Allam, www.magdiallam.it

Mentre lo Stato latita sulla cruciale questione della formazione degli imam per la guida delle moschee d’Italia, i musulmani di professione hanno dato vita a un’altra iniziativa per imporsi come unici referenti dell’islam nel nostro Paese. In un modo quasi asettico, come se si trattasse di un qualsiasi corso di formazione affidato a un’agenzia del settore, ma con il chiaro obiettivo di accreditare e legittimare il potere assoluto dell’Ucoii e dei Fratelli Musulmani.
Dalla lettura del programma “Corso di formazione: comunità islamiche e Italia”, iniziato ieri a Milano nella sede dell’Agenfor e che si concluderà il 24 febbraio nella moschea di Brescia, sembrerebbe quasi un convegno accademico. Peccato che i relatori sono tra i fondatori dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazione islamiche in Italia), ideologicamente affiliato ai Fratelli Musulmani: da Ali Abu Shwaima, responsabile della moschea di Segrate, a Abdel Qader Mohamed, imam di una moschea di Perugia. In aggiunta alle nuove leve dell’Ucoii tra cui spicca Issam Mujahed, portavoce di una moschea di Brescia. Mentre la presenza dell’ex ambasciatore Mario Scialoja è stata determinata da un malinteso con gli organizzatori, non essendo egli stato informato dell’insieme dei relatori.
Solo nel comunicato stampa diffuso dall’Agenfor si parla esplicitamente del “Primo corso di formazione per imam e dirigenti di moschee e centri islamici”. E il suo presidente, l’arabista Sergio Bianchi, illustra un progetto che è tutt’altro che asettico: “Il nostro obiettivo è di avviare un dialogo con i leader rappresentativi delle minoranze musulmane in Italia affinché il dibattito sul riformismo musulmano non veda escluse le leadership spirituali nazionali ed europee”. Traduco: l’Ucoii e i gestori delle moschee, che in Italia sono perlopiù nelle mani dei radicali, devono essere considerati i principali interlocutori dello Stato. La proposta riformista di Bianchi è rivolta alle moschee: “Le moschee oggi, come le parrocchie ieri, possono essere un grande canale di integrazione sociale e nazionale, se sapremo svilupparne le potenzialità, avendo il coraggio di affrontare anche con i nostri concittadini musulmani quei grandi temi del dibattito culturale che agitano la società politica europea: il rapporto tra fede e politica, fra stato e società, fra etica religiosa e etica laica, di conseguenza l’ermeneutica coranica e l’autorità della sharia nelle società occidentali”.
Ebbene si tratta di un discorso teorico del tutto decontestualizzato: non vi è nessun riferimento alla diffusa predicazione d’odio nelle moschee d’Italia che ha portato anche recentemente all’espulsione di un imam di Torino; alla collusione con il terrorismo islamico che sfocia periodicamente nell’arresto persino di reclutatori di kamikaze pronti a farsi esplodere in Iraq; al radicamento del pregiudizio nei confronti del diritto di Israele all’esistenza che ha finito per provocare l’annullamento della visita dell’imam della Grande Moschea di Roma alla Sinagoga; alla proliferazione di scuole coraniche clandestine dove si istigano i ragazzi a non integrarsi in seno alla società italiana; alla prevalenza di un’ideologia che afferma il primato della sharia, la legge islamica, a cui dovrebbero sottomettersi l’insieme dei musulmani per favorire l’avvento di un Califfato mondiale. Così come non vi è alcun riferimento sull’arbitrio assoluto con cui vengono gestite le moschee, da parte di imam auto-designati senza alcuna legittimazione religiosa e democratica, con dei bilanci che sono trasparenti solo quando servono a concorrere per riscuotere i finanziamenti concessi alle Onlus culturali qui in Italia, ma che restano opachi nei rapporti con le organizzazioni estremiste islamiche mondiali. Questi problemi reali e che costituiscono la ragione per la quale le moschee rappresentano un’emergenza nazionale, anche se si fa finta che così non sarebbe, sono stati del tutto ignorati.
Resta il fatto che gli estremisti islamici questa volta si sono fatti più scaltri. La loro prima iniziativa nazionale per la formazione degli imam, lo scorso 27 ottobre nella moschea di Brescia, era stata formalmente convocata dalla “Alleanza Islamica”, la sigla di riferimento ufficiale dei Fratelli Musulmani in Italia presieduta da AbdulKheir Breigheche, e aveva come ospite d’onore Salem Sheikh, discepolo dell’apologeta del terrorismo islamico Youssef Qaradawi. L’evento aveva giustamente sollevato tante proteste. Di qui la decisione di cambiare look per portare comunque avanti la strategia di conquista del potere. Finora è andata così. Vi è traccia di questa minaccia alla nostra sicurezza nazionale nei programmi di Berlusconi e Veltroni? Sembrerebbe di no. Il prossimo governo vorrà assumersi la missione di bonificare le moschee dai predicatori d’odio e di assicurare la nascita di un islam italiano con degli imam del tutto compatibili con le nostre leggi e i nostri valori? Speriamo. Inshallah.

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lettere@corriere.it

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