Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.03.2006 Il destino di Ahmadinejad é già segnato
lo spiega con molta chiarezza Richard Perle

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 marzo 2006
Pagina: 8
Autore: Ennio Caretto
Titolo: ««La via diplomatica fallirà Siamo già pronti all'attacco»»

Il CORRIERE della SERA di martedì 7 marzo 2006 pubblica un'intervistaa Richard Perle sulla minaccia iraniana. Ecco il testo:

WASHINGTON — La linea morbida con Teheran è perdente, e probabilmente nei prossimi tempi l'America e alcuni alleati dovranno bombardare gli impianti nucleari iraniani, solo un colpo di scena potrà evitarlo. L'interrogativo è: quanto attenderà l'Occidente, e come impiegherà al meglio l'attesa? Per adesso, ha un percorso obbligato, l'Onu, ma è difficile che il Consiglio di sicurezza riesca a piegare Teheran.
Così dice Richard Perle, l'ex sottosegretario alla Difesa del presidente Ronald Reagan, architetto del disarmo atomico delle superpotenze.
Perle, uno degli ideologi della guerra dell'Iraq, oggi consulente del Pentagono, è scettico sulle prospettive di successo della diplomazia, «a causa dell'intransigenza iraniana ». «L'unica consolazione — rileva — è che non dobbiamo decidere subito se ricorrere a mezzi drastici. Ma non dobbiamo procrastinare troppo».
Sfiducia nell'Onu? E nella Russia?
«La mediazione russa è impossibile da valutare. Riservo il mio giudizio, ma bisogna che dia risultati tangibili. La rinuncia a trattare il materiale nucleare non basta, Teheran dovrà anche smantellare le sue centrifughe. Inoltre, occorreranno rigide ispezioni sia in Russia, sia in Iran. Come diceva Reagan della riduzione degli arsenali nucleari: fidati, ma controlla».
Ma la Russia non è un alleato?
«C'è un'involuzione in Russia, il potere è nelle mani di ex agenti del Kgb, la polizia segreta sovietica, che non si sono rassegnati alla sconfitta nella Guerra Fredda. Siamo realisti: quella russa potrebbe essere la carta vincente, ma è gente che non sempre fa una politica a noi favorevole».
Non crede che Mosca appoggerebbe sanzioni contro l'Iran?
«All'Onu? Ne dubito, anche se non si può mai dire. E in ogni caso, non penso che l'Iran cederebbe alle sanzioni. Il regime iraniano vuole l'atomica, ma l'Occidente non glielo può consentire, perché, come dice il presidente Ahmadinejad, ambisce alla distruzione di Israele e a un mondo senza gli Stati Uniti, è cioè una minaccia per tutti».
Quale è l'opzione militare americana?
«Tutti sperano ancora di non usarla, tutti auspicano che la situazione cambi. Ma potremmo eliminare gli impianti nucleari iraniani in una sola notte, con una pioggia di missili e con un bombardamento a tappeto dei B2, gli aerei cosiddetti invisibili perché sfuggono ai radar. Teheran non sarebbe in grado di difendersi, e scoprirebbe il blitz solo a cose fatte. Conosciamo bene i bersagli e abbiamo le armi necessarie per ridurli in cenere».
Ma non spacchereste in due l'Occidente, non allontanereste definitivamente il mondo musulmano?
«Sia in Occidente sia tra i Paesi arabi la maggioranza ha paura dell' Iran, e starebbe dalla nostra parte, chi di nascosto per ragioni politiche, chi apertamente. Ritengo anzi che qualche Paese dotato di B2 come noi parteciperebbe al blitz, mentre altri ci fornirebbero supporto logistico. Teniamo presente che molti collaborano già all'intelligence sull'Iran, il consenso è molto vasto».
Pensa che Israele potrebbe attaccare Teheran?
«Sono convinto che se Israele arrivasse alla conclusione che non c'è più alternativa all'azione militare, ci arriveremmo anche noi. Israele non compirà passi falsi. Ripeto, nessuno prepara ancora il ricorso alla forza, e sarebbe una fortuna se, avvicinandosene il momento, l'Iran cedesse».
Il Pakistan ha l'atomica: cosa accadrebbe se i radicali islamici andassero al potere?
«La situazione in Pakistan è molto pericolosa, ma non si possono fare ipotesi. Il presidente Musharraf è appoggiato dai militari ma non da tutti. Però non è l'unico in grado di mantenere l'ordine. Esistono troppi scenari possibili, preghiamo che emergano quelli positivi».

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui