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Corriere della Sera Rassegna Stampa
11.02.2006 La longa mano di Hamas dentro Rifondazione Comunista
ma qualcuno comincia a dire che non va più bene. speriamo che duri

Testata: Corriere della Sera
Data: 11 febbraio 2006
Pagina: 13
Autore: Livia Michilli
Titolo: «Israele, "Stato artificiale", Bertinotti contro Ferrando»

Esplodono finalmente le contraddizioni all'interno dell'estrema sinistra. Ieri abbiamo dato notizia delle deliranti posizioni in Rifondazione Comunista di Marco Ferrando, simili a quelle di Hamas e di Hamadinejad. Bertinotti sembra richiamarlo all'ordine, vedremo quel che succederà. Riportiamo l'articolo di Livia Michilli sul CORRIERE della SERA di oggi, a pag.13

Ecco l'articolo:

ROMA — All'inizio non se ne accorge nessuno, la direzione di Rifondazione è impegnata a discutere del programma dell'Unione. Poi la copia di Libero comincia a passare di mano in mano e arriva in quelle di Fausto Bertinotti, che non riesce a credere ai suoi occhi. Pagina cinque, titolo: «Nell'Unione c'è chi vuole cancellare Israele», e quel "chi" è seduto proprio davanti a lui.
Si tratta di Marco Ferrando, trotzkista, uno dei leader della minoranza interna, candidato al Senato. Il quotidiano riporta alcuni stralci tratti dal suo libro "L'altra Rifondazione": «La verità è che la teoria "due popoli, due Stati" si è rivelata totalmente falsa». E ancora: «Semplicemente lo Stato di Israele non è l'espressione dei diritti nazionali ebraici. E' una creatura storica artificiale». Proprio l'opposto di quanto sostiene il segretario, che infatti più legge più gli monta la rabbia. Così, quando la riunione si scioglie, tra i due scoppia un durissimo battibecco. O meglio un monologo, perché Bertinotti è un fiume in piena.
L'IRA DEL SEGRETARIO «E' inammissibile che un nostro candidato esprima una simile posizione, che è assolutamente in-com-pa-ti-bi-le con l'appartenenza a questo partito. Se è così, rimettiamo tutto in discussione». Dove tutto sta per la candidatura come capolista in Abruzzo. «La nostra linea è "due popoli, due Stati" - ribadisce - . Bisogna sostenere il diritto di entrambi, israeliani e palestinesi, ad avere una terra, perché solo così si costruirà una pacifica convivenza». Ferrando prova a spiegarsi, ma il segretario del Prc è furibondo: «Capiscimi bene, Marco: non ammetto deroghe! Siamo sempre stati un partito plurale, ma ci sono confini invalicabili e questo è uno di quelli» grida tra le facce attonite degli altri dirigenti.
Bertinotti vuol chiudere immediatamente la faccenda per non lasciare spazio a pericolosi equivoci. Così, dopo un paio d'ore, Ferrando stende un comunicato: «La mia posizione attorno alla questione palestinese non contraddice ovviamente la piena presa d'atto della posizione maggioritaria del mio partito sull'argomento, nella sua attuale collocazione».
LA PRECISAZIONE Nella nota la frase "due popoli, due Stati" non compare, ma si sottolinea che arabi ed ebrei devono «convivere pacificamente» e si ribadisce il giudizio negativo verso l'integralismo islamico e Hamas. «Accetto la posizione del partito - spiega poi - ma le mie convinzioni rimangono». Precisa che il libro in questione è vecchio di tre anni e che le frasi riportate «sono esatte ma estrapolate da un ragionamento: l'equiparazione tra popolo palestinese e Stato di Israele è storicamente insostenibile, perché quest'ultimo è nato da un atto di esproprio. Sono favorevole a uno Stato arabo-palestinese con il diritto di autodeterminazione della minoranza ebraica».
Ferrando cerca di minimizzare lo scontro col segretario: «Ma quale incidente diplomatico, abbiamo solo discusso! I nostri rapporti restano sereni e rispettosi». Certo, le parole pubblicate da Libero hanno lasciato i colleghi di partito tanto arrabbiati quanto basiti: «Sapevamo che sul Medioriente aveva una posizione diversa, ma non gli abbiamo mai sentito dire quelle cose» dicono Giovanni Russo Spena, Ramon Mantovani, Rina Gagliardi. «E' vero, non ne ho mai parlato - ammette lui - ma solo perché ci siamo concentrati sulla politica interna».

Al quale il Corriere fa seguire il seguente opportuno commento:

E' davvero sgradevole, anzi inaccettabile, che Marco Ferrando, un esponente della minoranza di Rifondazione comunista che si rifà alla dottrina troskista, affermi che «semplicemente lo Stato di Israele non è l'espressione dei diritti nazionali ebraici. E' una creatura storica artificiale» visto che «la verità è che la teoria "due popoli, due Stati" si è rivelata totalmente falsa».
Non ci sono dubbi che il giudizio di Marco Ferrando sia rivolto al «popolo» di Israele e allo «Stato» degli ebrei e così risulta che un uomo politico candidato nelle liste di Rifondazione comunista consideri «illegittimo» lo Stato che esprime i «diritti nazionali ebraici» e dunque nega la legittimità stessa dello Stato di Israele.
Va dunque apprezzata la reazione indignata del segretario Bertinotti alle parole di Ferrando. Un primo passo per affermare la necessità che nel Parlamento italiano non circolino espressioni che assomigliano a quelle dei teorici di Hamas.

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