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Bet Magazine-Mosaico Rassegna Stampa
08.04.2021 'Giudei', di Gaia Servadio
Recensione di Nathan Greppi

Testata: Bet Magazine-Mosaico
Data: 08 aprile 2021
Pagina: 32
Autore: Nathan Greppi
Titolo: «I Levi e i Foà, una saga famigliare ebraica nell’Italia che cambia»
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano, aprile 2021, a pag.32, con il titolo "I Levi e i Foà, una saga famigliare ebraica nell’Italia che cambia", la recensione di Nathan Greppi.

Gli
Nathan Greppi

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Gaia Servadio

La copertina

È una storia a ritmo di musica lirica quella raccontata in Giudei, romanzo storico della scrittrice italo-inglese Gaia Servadio. Si parte dall’incontro nel 1903 tra due dei protagonisti, i cugini Raffaele e Zaccaria Levi, e il celebre compositore Giacomo Puccini; quando Zaccaria si sposa con Rebecca Foà in un matrimonio combinato, le due famiglie affronteranno tutte le sfide affrontate dagli ebrei all’epoca: la Grande guerra, il fascismo, l’avvento delle Leggi Razziali, la Shoah, per poi arrivare alla Guerra Fredda, con la nascita dello Stato d’Israele e i nuovi rigurgiti di antisemitismo. Tutti questi avvenimenti storici vengono visti attraverso lo sguardo di diverse generazioni di Levi-Foà, che dovettero fare i conti con la difficoltà di trovare il proprio posto di ebrei in un’Italia che nei loro confronti era stata sia generosa che crudele, a seconda del momento. All’inizio le due famiglie erano molto diverse tra loro, incarnavano due diverse anime dell’ebraismo italiano: da un lato i Levi, amanti dell’arte e della cultura, con radici ben salde nelle Marche ma allo stesso tempo aperti alle novità che provenivano dall’esterno; e dall’altro lato i Foà, esponenti di una borghesia torinese mentalmente chiusa. Entrambe le famiglie erano fortemente legate a quell’Italia che prima del ’38 era stata un’isola felice per gli ebrei, un’eccezione fatta di libertà e uguaglianza in un’Europa dove spesso venivano ancora discriminati. Lo stile di scrittura della Servadio, che non a caso è già autrice di romanzi sulla storia degli ebrei italiani nonché di saggi sull’opera lirica, è molto conciso: i capitoli sono quasi tutti molto brevi, di 2-3 pagine, e la narrazione avviene tendenzialmente in terza persona, anche se a volte sembra che il narratore coincida con i personaggi del romanzo che raccontano ciò che accadde ai loro predecessori. Una storia che parla sì degli ebrei, ma anche dell’Italia.

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bollettino@tin.it

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