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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
20.05.2007 Il giornale a 0,50 cent. fotocopia del Manifesto
ha un solo vantaggio: costa la metà

Testata:
Autore: la redazione
Titolo: «Gaza»
Ci sarebbe da criticare parola per parola: E-POLIS non usa mai "terroristi" e nemmeno "armati". Due o tre volte li chiamano addirittura "partiti" come se fosse un movimento politico come quelli italiani.
Nel titolo a caratteri cubitali non vengono menzionati né il lancio continuo e incessante di kassam né la guerra intestina (che viene nominata soltanto nel sottotitolo di introduzione).
3 lanciatori di kassam è una "strage di civili", mentre i 50 uccisi nei combattimenti interni sono "morti e feriti".
I missili su Israele non è proprio una trappola, ma un vero atto di guerra che, se venisse ignorato, porterebbe alle stragi di civili. Quelli veri, che non girano armati, che non lanciano missili, che non sparano ogni secondo, ma vorrebbero soltanto vivere tranquillamente, nelle loro case, nelle scuole, nei negozi e negli uffici, senza doversi vedere piovere in testa quelle armi micidiali.
Usa e Stati Uniti poi non stanno a guardare, né tantomeno sostengono "militarmente e politicamente i raid israeliani". Semmai continuano a finanziare, nonostante poi si sbandieri un embargo inesistente, il terrorismo palestinese, in tutte le sue forme, a giustificare la loro violenza e a condannare sempre e comunque qualsia reazione da parte israeliana.
 
 
Mentre mercoledi 16 maggioEPOLIS dedicava alla guerra intrapalestinese, che aveva già causato almeno 12 morti e una gran quantità di feriti, soltanto tre righe a pag. 20, inserite in una sorta di rassegna mondiale
("Ancora guerra tra Hamas e Fatah" La striscia di Gaza è ripiombata nel caos: un altro militante di Hamas è stato ucciso da un commando che aveva attaccato un minibus"), venerdi 18 maggio il nostro dedica tutta la pag. 18 a Gaza, con una foto che ritrae un carro armato: "I Merkava israeliani puntano i loro cannoni contro Gaza".
Il titolo dell'articolo, a caratteri cubitali, ci "informa" su "La furia di Israele contro Hamas bombe su Gaza, è strage di civili". Il sovratitolo: "Medio Oriente. Il governo di Olmert cade nella trappola degli estremisti e attacca da terra e dal cielo" e il sottotitolo: "Morti e feriti anche nei combattimenti tra i partiti palestinesi. Eu e Usa stanno a guardare"
 
Bombardieri, artiglieria e carri armati. Israele ha scatenato l'inferno su Gaza.
 
Perché nei giorni precedenti, con circa cinquanta morti nelle faide interne tra Hamas e Fatah, Gaza era un paradiso? E Sderot, i cui abitanti sono ormai costretti a lasciare le proprie case se non vogliono morire uccisi dai kassam?
 
Tre attacchi sono stati sferrati ieri su obiettivi ritenuti strategici in un'operazione militare che lo Stato ebraico aveva promesso per reagire ai lanci di razzi sul territorio israeliano: il bilancio della rappresaglia era, a tarda sera, di almeno tre morti e una quarantina di feriti tra i palestinesi. A queste cifre si aggiunge la cinquantina di vittime fatte dai combattimenti tra i partiti palestinesi negli ultimi cinque giorni. Ai tredici razzi lanciati a partire dall'alba su Sderot, uno dei quali ha centrato un liceo alla periferia della città israeliana e ferite due persone, gli aerei con la Stella di David hanno risposto con tre fulminei raid, a breve distanzadi qualche ora uno dall'altro. Il primo ha colpito un edificio delle forze di sicurezza di Hamas, la polizia parallela con la quale il movimento islamista concorre a Fatah il controllo del territorio. Mentre si scavava tra le macerie dell'edificio situato in una zona centrale di Gaza, Hamas ha lanciato la più terribile, forse, delle minacce: "Siamo aperti a tutte le opzioni di risposta, tra le quali quella di attacchi suicidi. Siamo pronti".
Israele non ha fermato gli attacchi, anzi, li ha intensificati cadendo così nella trappola di Hamas che, dopo gli scontri con Fatah, ha fatto di tutto per allargare il conflitto allo Stato ebraico. Così un secondo raid israeliano ha centrato un'automobile e ucciso due militanti di Hamas che si trovavano a bordo. Uno di essi, ha riferito il movimento radicale, è un esponente di rango elevato. Un terzo attacco è stato lanciato su quella che gli israeliani hanno ritenuto essere una base di Hamas nei pressi dell'abitazione del portavoce del ministero dell'Interno. Un militante è morto.
Pur sotto il fuoco israeliano, i palestinesi non hanno rinunciato a sparasi tra loro. Noostante il cessate-il-fuoco proclamato ieri da Hamas, tre militanti sono morti negli scontri odierni. Nel sud della Striscia di Gaza, a Rafah, uomini armati hanno fatto fuoco sulla folla che celebrava i funerali di un militante di Hamas: due persone sono morte e numerose altre sono rimaste ferite. A Gaza, invece, vi sarebbe stata una vera e propria esecuzione, secondo fonti del movimento radicale: un militante di Hamas è stato sequestrato dalla polizia controllata da Fatah e ucciso a sangue freddo nel quartier generale della fazione che fa riferimento al presidente palestinese Abu Mazen.
Preoccupazione per il peggiorare della situazione è stata espressa dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea, entità che tuttavia nulla stanno facendo per placare gli scontri, se non sostenere economicamente e politicamente i raid israeliani contro i civili.
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