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Il Mattino Rassegna Stampa
18.09.2006 Primo piano sulle veline di Hamas
occhio di riguardo per fondamentalisti e terroristi sul quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 18 settembre 2006
Pagina: 5
Autore: la redazione
Titolo: «Hamas: difenderemo i nostri fratelli cristiani»

Quando si tratta di fondamentalisti islamici Il Mattino è sempre attento a non farli mai sfigurare agli occhi del lettore, preferendo le dichiarazioni propagandistiche di circostanza a una seria informazione basata sull’analisi degli eventi concreti. La situazione dei cristiani nei Territori palestinesi (discriminati, sottoposti a minacce e violenze, costretti ad andarsene: lo ha denunciato il Custode di Terrasanta Pizzaballa) meriterebbe ben altro che le veline di Hamas.

 

Del tutto diversoil comportamento del quotidiano nei confronti della democrazia israeliana, sempre denigrata.

Ecco il testo dell'articolo sulle dichiarazioni di Hamas:

Gerusalemme. Una severa condanna degli attacchi avvenuti negli ultimi giorni contro diverse chiese a Gaza e in Cisgiordania è stato espresso ieri dal premier palestinese Ismail Haniyeh (nella foto), leader del movimento islamico Hamas. «Si tratta di attacchi assolutamente inaccettabili», ha detto il premier palestinese. «I nostri fratelli cristiani - ha aggiunto - fanno parte del popolo palestinese e come tali vanno protetti e difesi». Già sabato sera era stato il ministro dell'Interno palestinese Said Siam (anch’egli di Hamas) a far sapere di aver dato ordine di «proteggere le chiese a Gaza e in Cisgiordania dopo gli attacchi subiti da alcune chiese a Gaza e Nablus». Anche per il ministro Siam gli attacchi «nuocciono al popolo palestinese». «I fratelli cristiani godono di tutti i diritti e della protezione in Palestina», aveva detto Siam. Oltre alle autorità politiche, a prendere posizione è stato poi il Gran Mufti di Gerusalemme, lo sceicco Muhammad Hussain, che ha condannato gli attacchi contro le chiese degli ultimi giorni a Nablus e Gaza ed ha invitato i musulmani palestinesi «alla calma e alla ragione». «Siamo un popolo di musulmani e di cristiani che vivono insieme, ognuno con le speranze e con le sofferenze dell'altro, dobbiamo essere uniti e saggi davanti a ogni offesa ai nostri simboli religiosi» ha affermato il Grand Mufti.

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