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Il Mattino Rassegna Stampa
16.06.2006 "Razzi" e "sequestri" sono nominabili, ma non i terroristi che ne sono responsabili
sulle pagine del quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 16 giugno 2006
Pagina: 9
Autore: la redazione
Titolo: «Razzi e incubo sequestri per Israele»

Oggi, 16 maggio 2006,  finalmente un titolo del MATTINO sulle continue aggressioni terroristiche subite da Israele. Anche in questo caso, però, il titolo è meritevole di critica: i palestinesi non sono mai parte attiva. Se Israele colpisce i terroristi a Gaza il titolo è: “Missili di Israele su Gaza”; se i terroristi palestinesi lanciano missili contro Israele il titolo diventa: “Razzi e incubo sequestri per Israele”. Quanto al tentativo di sequestro ( non di “incubo” si tratta, come dice Il Mattino facendo credere che è qualcosa che potrebbe accadere, bensì di fatto già accaduto) di ragazze israeliane da parte di palestinesi la titolazione è a dir poco ambigua, non riferendo alcun particolare dell’accaduto come ad esempio i soggetti coinvolti. L’occhiello ("Hamas pronto alla tregua se cesseranno gli attacchi") , poi,   riporta in maniera acritica la propaganda di Hamas che offre la solita tregua truffaldina se Israele ferma gli attacchi. Il MATTINO  riporta tutto pedissequamente, facendo credere al lettore che è Israele l’aggressore. I palestinesi, dunque, sono parte attiva solo se c’è da descriverli come vittime.

Ecco il testo dell'articolo,  che, rispetto agli standard del giornale, costituisce comunque in passo in avanti, dato che informa su alcuni episodi dell'aggressione terroristica contro Israele.

 

Tel Aviv. La città israeliana di Sderot è stata sottoposta anche ieri al lancio di razzi palestinesi sparati da Gaza, mentre i dirigenti delle due parti assicurano di essere intenzionati a contenere la violenza a condizione che la controparte faccia altrettanto. In un'intervista a radio Gerusalemme un portavoce di Hamas, Ghazi Hamad, ha detto che, dopo gli incidenti sanguinosi dei giorni passati, il premier Ismail Haniyeh «desidera che la calma ritorni ovunque». Se Israele cesserà gli attacchi contro i palestinesi ha aggiunto il governo Anp si rivolgerà a tutti i gruppi armati affinchè sospendano i loro attacchi. La situazione resta appesa a un filo. Anche ieri la Jihad islamica si è sentita autorizzata a sparare sette razzi contro il Neghev israeliano. Uno è caduto a Sderot, a breve distanza dall'abitazione del ministro della difesa israeliano Amir Peretz. Un altro è stato lanciato in direzione della centrale elettrica di Ashqelon, ma non ha colpito. In Cisgiordania il tempestivo intervento di un ufficiale dell'esercito israeliano ha sventato il tentativo di tre palestinesi di rapire due ragazze ebree sorprese mentre facevano l'autostop a pochi chilometri da Nablus. Ancora pochi giorni fa miliziani delle «Brigate dei martiri di al Aqsa» (al Fatah) a Nablus hanno sequestrato per alcune ore un ragazzo americano, ritenendolo israeliano. I servizi di sicurezza israeliani hanno avvertito i coloni che il rischio di un sequestro da parte di miliziani è adesso molto concreto. Da ieri viene sconsigliato loro di fare l'autostop ai bordi delle strade. Ieri Hamas ha chiesto spiegazioni ad Abu Mazen per una fornitura di armi giordane consegnate alla sua guardia presidenziale, con l'attiva collaborazione dell'esercito israeliano. Si tratta di 950 fucili M16, ma Hamas ha avuto sentore che le forniture includevano anche lanciarazzi e ha avvertito che le forniture «rischiano di innescare una guerra civile». Israele ha, intanto, inviato a Papa Ratzinger una documentazione per provare che la strage di civili sulla spiaggia di Gaza non è stata causata dall'esercito israeliano. Fra le cause possibili della strage secondo Israele, c'è l'ipotesi di una esplosione di una mina sepolta nella spiaggia dai miliziani di Hamas per impedire incursioni dal mare di un commando israeliano.

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