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Il Mattino Rassegna Stampa
04.03.2006 Come usare una storia privata per sparlare di Israele
anche nelle pagine sportive

Testata: Il Mattino
Data: 04 marzo 2006
Pagina: 31
Autore: Francesco De Luca
Titolo: «Il campione e la miss: guerra di religione»

Un esponente dell’estrema destra dice la sua ma per Il MATTINO è la “destra israeliana” a non volere quel matrimonio (addirittura c’è una frase virgolettata attribuita a una non meglio precisata destra - “Tel Aviv, la destra ‘Nozze da vietare lui non è ebreo’”- Vietare? Ma se nemmeno il diretto interessato, Baruch Merzel, nel suo ridicolo appello ha usato questa espressione!). Informare o alimentare stereotipi e pregiudizi? Qual è l’obiettivo che si pone Il Mattino? A leggere le conclusioni soggettive e sconclusionate che trae da questa vicenda e il titolo che introduce l’articolo si direbbe che l’ipotesi più verosimile sia la seconda.

Ecco l'articolo:

 Lei, bellissima, è stata due volte in copertina sei anni fa. Nel 1998 Linor Arbagil, fotomodella e attrice istraeliana, prima di essere proclamata miss mondo era stata vittima di un caso di cronaca nera: a Milano, dove si trovava per una sfilata, era stata violentata da un connazionale, Nur Shlomo, che aveva minacciato di ucciderla dopo lo stupro. Linor aveva ritrovato la felicità attraverso il lavoro e l’amore, quello di un campione lituano del basket, Sarunas Jasikevicius, ruolo playmaker, conosciuto quando giocava a Tel Aviv con il Maccabi. Linor, 26 anni, e Sarunas, che ne compie 30 domani, hanno deciso di sposarsi tra pochi mesi, appena gli impegni professionali lo consentiranno. Linor gira il mondo, Sarunas gli Stati Uniti perché dopo aver vinto tre volte l’Eurolega con Barcellona e Maccabi ha firmato per un club dell’Nba, gli Indiana Pacers, contratto triennale da 36 milioni di dollari. Ma da ieri c’è un’ombra su questa storia d’amore. Baruch Marzel, rappresentante dell’estrema destra israeliana, ha scritto una lettera aperta a Linor. La invita a non sposare Sarunas perché lui non è ebreo. La lettera di Baruch Marzel è stata pubblicata da alcuni giornali. Un appello, accorato. «Cara Linor, per favore, pensa a tuo nonno e a tua nonna. Pensa, per favore, alla tradizione ebraica e alla Legge Mosaica. Pensa ai rischi che l’assimilazione provoca al nostro popolo». Una sollecitazione forte, non una richiesta affettuosa. Linor è diventata un simbolo d’Israele quando è stata proclamata miss mondo. Aveva 19 anni e quel primo dicembre 1998, quando le consegnarono la corona nell’elegante salone di Mahe Beach, alle Seychelles, scoppiò in lacrime. Pensando alla violenza subìta poche settimane prima a Milano, disse: «Grazie a tutti voi per l’affetto». Un caldo abbraccio dopo mesi di sofferenza profonda e nascosta. Il suo stupratore Nur Shlomo, agente di viaggi, sarebbe stato condannato a Tel Aviv, non a Milano, perché per la magistratura italiana le prove non erano così schiaccianti. No al matrimonio misto tra le bellissima d’Israele e il fuoriclasse della Lituania, definito il giocatore più forte d’Europa dai manager degli Indiana Pacers: lo chiede l’estrema destra a tutela del popolo ebreo. Jasikevicius ha vissuto una straordinaria esperienza umana e sportiva a Tel Aviv, dove è scoppiato il caso. La radio militare ha chiesto un’opinione a Pini Gershon, storico coach del Maccabi, uno che conosce bene Linor e Sarunas: «Lei ha carattere, riuscirà ad avvicinare il fidanzato all’ebraismo e così questa vicenda sarà chiusa». Ma a Tel Aviv sono convinti che Jasikevicius, stella dell’Nba, non abbia intenzione di convertirsi.

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