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Il Mattino Rassegna Stampa
18.01.2006 Tutto (e solo) ciò che può servire ad attaccare Israele
così viene intesa l'informazione sul Medio Oriente sulle pagine del quotidiano

Testata: Il Mattino
Data: 18 gennaio 2006
Pagina: 9
Autore: la redazione
Titolo: «Mubarak a Cheney: l’atomica ce l’ha Israele - Sbagliato interdire Hamas»

L’Iran (soprattutto da parte dei titolisti) trattato con i guanti di velluto, le ragioni di Israele come sempre negate e censurate. E’ Il Mattino ’s style.  Ecco il testo di un articolo pubblicato il 18 gennaio 2006 con il titolo "Mubarak a Cheney: l’atomica ce l’ha Israele":

Il presidente egiziano incontra il vice di Bush Il Cairo. Fra molti sorrisi, il presidente egiziano Hosni Mubarak e il vicepresidente americano Dick Cheney per due ore hanno discusso ieri al Cairo di Iraq, Siria e di Iran, ma dal poco che viene rivelato l'intesa è scarsa su diversi argomenti. Arrivato al Cairo mentre montano le pressioni sull'Iran per la questione nucleare, Cheney è stato criticato per come l'Occidente ignora il programma israeliano. «L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in Medio Oriente è una corsa al nucleare», ha detto il portavoce presidenziale Solyman Awad, riferendo ai giornalisti sull'incontro con Mubarak. «Ma non possiamo ignorare l'opinione pubblica egiziana e araba che si rifiuta di fare tanto rumore per il programma nucleare iraniano, mentre si chiudono occhi e orecchie su quello israeliano». Israele non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare. L'Egitto, che fa parte del direttivo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), ha detto di voler vedere la questione risolversi con il dialogo e non ha rivelato come voterebbe una decisione di portarla all'Onu. Decisione che richiede l'approvazione di 35 Paesi del direttivo dell'Aiea. L'Egitto ha sempre sostenuto un Medio oriente privo di armi nucleari. Cheney è ripartito dal Cairo per l'Arabia Saudita senza vedere i giornalisti, ma Awad ha detto che nell'incontro con Mubarak hanno parlato anche di Siria, Iraq e il conflitto israelo-palestinese alla luce della scomparsa politica di Ariel Sharon. Egitto e Arabia Saudita, i due alleati degli Usa in Medio Oriente, hanno cercato di allentare la tensione sulla Siria. «È necessario rispettare la legalità internazionale», ha detto Awad. L'Egitto è preoccupato di un peggioramento della situazione con la Siria, che creerebbe nuova instabilità nella regione. Il presidente Bashar al Assad, che si rifiuta di comparire davanti alla commissione d'inchiesta internazionale, è stato in Egitto e in Arabia Saudita all'inizio del mese per colloqui a sorpresa sulla crisi. In Arabia Saudita, Cheney si incontra con il re Abdullah e il ministro degli Esteri Saud al Faisal. All'aeroporto di Riad deve vedere anche il politico libanese Saad al Hariri, figlio di Rafik, l’ex premier ucciso.

Il 17 gennaio, ancora una volta Il Mattino si dimostra molto abile nel selezionare, tra le tante notizie che riguardano il MO, quelle che mettono, o si prestano a tentare  di mettere, in cattiva luce Israele. Delle minacce dell’UE, prima con Solana e ora con Moratinos, di un possibile taglio di fondi all’ANP se Hamas dovesse ottenere la vittoria o comunque un buon risultato alle elezioni legislative palestinesi, Il Mattino non hai mai scritto. Scrive invece ora che per la Ue sarebbe "Sbagliato interdire Hamas" Al di là di questo,a ll Mattinodovrebbero comprendere un’altra cosa, o meglio rassegnarsi a una realtà che è difficile da accettare per chi odia Israele: Gerusalemme e non Tel Aviv è la capitale di Israele.


Bruxelles. Interdire Hamas dalla campagna elettorale in corso nei territori palestinesi «potrebbe svuotare» il voto del 25 gennaio della «legittimità, e compromettere il processo democratico»: è il commento sulla campagna elettorale nei territori del relatore sul Medio Oriente dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. In un comunicato reso noto a Strasburgo, il relatore, Mijail Margelov, fa inoltre notare che «l'inclusione di Hamas nel processo politico in corso potrebbe portare ad un rifiuto degli strumenti illegali di azione da parte di tale partito, contribuendo così ad una soluzione pacifica nell'area». Nella nota, Margelov accoglie d'altra parte molto positivamente la decisione presa da Israele di «permettere ai 200 mila palestinesi che vivono a Gerusalemme est» di prendere parte alle elezioni politiche in programma fra dieci giorni. Intanto il movimento della Jihad Islamica ha esortato i palestinesi a boicottare le elezioni legislative che si terranno il prossimo 25 gennaio nella striscia di Gaza e in Cisgiordania perché mancano le condizioni politiche per fare campagna elettorale..

 

 

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