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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Mattino Rassegna Stampa
15.11.2005 Propaganda troppo poco visibile in tv
secondo un editoriale di Vittorio Dell'Uva

Testata: Il Mattino
Data: 15 novembre 2005
Pagina: 9
Autore: Vittorio Dell'Uva
Titolo: «Fosforo bianco a Falluja, lo scoop delle polemiche»
Dando per scontata la veridicità delle accuse avanzate dal documentario di Rai News 24 sulla battaglia di Falluja Vittorio Dell'Uva, sul MATTINO di martedì 15 novembre 2005 critica la televisione che non avrebbe dato abbastanza visibilità all'inchiesta.

E le smentite? Il rischio di passare in prima serata immagini orribili per poi scoprire che raccontavano una storia falsa?
Al Pentagono, sostiene dell'Uva, non bisognerebbe credere in assoluto, ma in questo caso le sue smentite contrasterebebro con l'"evidenza".
Peccato che l'"evidenza" tenda sempre più a confermare che quella di Rai News 24 è solo cattiva propaganda antiamericana.
Dell'Uva si compiace anche di ironizzare sulla "propensione alle fiaccolate" dell'Italia, un evidente riferimento alla manifestazione per il diritto all'esistenza di Israele del 3 novembre: evidentemente non riesce ad accettare che qualcuno manifesti contro i progetti genocidi di uno stato canaglia, le manifestazioni vanno bene solo se sono contro gli Stati Uniti, Israele, le democrazie.

Ecco il testo:



La verità alternativa, soprattutto se scomoda, viene liquidata come «polemica strumentale e antiamericana». Ed il caso vuole che resti relegata in un angolo non troppo in luce lungo gli sterminati territori della informazione televisiva nazionale. In qualche misura accade che una strage come quella di Falluja possa essere nascosta più volte. Per semplice omissione. La tv non risulta, per la verità, impermeabile alle manipolazioni, ma quando non cede alle suggestioni commercial-generalista, per farsi denuncia, può rendere qualche servizio. A Rainews24 ci hanno provato con l’inviato Sigfrido Ranucci e Maurizio Torrealta impegnati a coordinare e verificare testimonianze sugli aspetti, inconfessabili e sinistri, dell’assedio e la caduta di Falluja roccaforte degli insorti iracheni. Ne è venuto fuori un reportage molto severo sui metodi di conquista degli esportatori di democrazia. L’8 novembre del 2004, a Falluja nelle cui cantine si nascondeva la popolazione civile, è stato utilizzato anche il fosforo bianco, arma letale vietata dalle convenzioni e che può rientrare nella categoria degli ordigni di distruzione di massa. Lo raccontano testimoni come il soldato Jeff Englerhart, che attraverso la radio militare venne preavvertito del bombardamento. Lo conferma Mohammed Tareq Haderaji responsabile dei diritti umani a Falluja dando corpo a rivelazioni già apparse su molti credibili giornali occidentali, nonchè sulla «Field Artillery» rivista edita dall’esercito Usa prodiga di dettagli sull’utilizzo di «Willy Pete», il fosforo bianco, nel corso di attacchi detti «shake and bake», «scuoti e cuoci», con riferimentio ai polli da infilare nel forno. Ma soprattutto Rainews24 ha trovato immagini che hanno lo spessore di capi d’accusa incontestabili. Molti dei cadaveri dei civili di Falluja, ripresi subito dopo l’assalto finale, presentavano gli effetti devastanti che le armi chimiche producono. In fretta, nelle fosse comuni, sono stati sepolti corpi scarnifati o parzialmente fusi ancora avvolti nei loro abiti intatti coperti da polvere bianca. Spesso i «combattenti» caduti non erano che donne e bambini. Come gli sciiti sterminati da Alì il chimico per conto di Saddam. Come i vietnamiti annientati dal napalm. Il reportage non è sfuggito al network americano Democracy, nè ad altre emittenti e quotidiani di prestigio internazionale che non hanno il patriottismo Usa nelle testate. Paradossalmente a scaldarsi a fuoco molto lento è stata l’Italia dove, pure, la propensione alle fiaccolate non manca. Persino l’orgoglio aziendale, spesso sbandierato a Saxa Rubra, è risultato di basso profilo. La grande famiglia del servizio pubblico Rai non troppo si è esaltata per lo scoop dell’ultimo nato del circuito satellitare il cui share dipende dal numero dei decoder e delle «padelle». Meglio l’audience facile fatta di corpi ben torniti e spaccati sulla fame a termine di ipotetici naufraghi a bagnomaria. Resta, naturalmente, qualche interrogativo supplementare cui Roberto Morrione direttore di Rainews24 ha fatto riferimento chiedendosi «perchè mai alla straordinaria eco nel mondo non corrisponda, se non i piccola parte, la diffusione del video nel nostro Paese». Sospettare che l’ambasciata americana a Roma ci abbia messo lo zampino non è azzardato. Che da qualche tempo in Italia sia riconosciuto un plusvalore alle smentite anche se negano l’evidenza non è un mistero. Credere al Pentagono che parla dell’uso del fosforo bianco quasi alla stregua di fuochi d’artificio, è indubbiamente meno stressante dell’abbandono della politica della compiacenza. Anche se a proclamarsi innocente è lo stesso autore della fantasiosa sceneggiatura sulle armi di distruzione di massa che promosse la crociata contro l’Iraq costruita sulle bugie.
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