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Il Mattino Rassegna Stampa
11.11.2005 Per il quotidiano napoletano Israele non vuole la pace
e tutti i pretesti sono buoni per riaffermarlo

Testata: Il Mattino
Data: 11 novembre 2005
Pagina: 4
Autore: un giornalista - la redazione
Titolo: «Israele, uragano politico: Peretz batte Peres - Un anno fa a Parigi la morte di Arafat»
IL MATTINO riesce a strumentalizzare anche le primarie laburiste per attaccare subdolamente il governo. Peretz è un "pacifista" che vuole "la pace con i palestinesi", scive IL MATTINO, suggerendo che il governo attuale vada in un’altra direzione deludendo le aspettative di pace dei palestinesi. Tutto questo contro l’evidenza che Peretz ha sempre puntato molto sulla politica interna, in particolare quella economica. Fatti completamente ignorati dai titoli: "Israele, uragano politico: Peretz batte Peres", "Eletto il nuovo leader laburista: «Subito la pace con i palestinesi, usciremo dal governo guidato da Sharon»" e "Vince la corrente di sinistra e pacifista. «Farò come Rabin». Contraccolpi nel Likud"

Ecco l'articolo:

Gerusalemme. Si chiama Amir Peretz, 54 anni, baffoni neri e fama di sindacalista duro, l’uomo che ha fatto fuori Shimon Peres, leader storico del laburismo israeliano e Premio Nobel per la pace. La vittoria di Peretz contro Peres nelle primarie del partito laburista rappresenta un vero e proprio terremoto politico ed è destinato ad avere profonde ripercussioni sui fragili equilibri politici israeliani. Peretz ha ottenuto 27.098 voti, superando nettamente Peres che ha ricevuto solo 25.572 voti dei membri del partito. Il terzo candidato, Benyamin Bel Eliezer, ha ottenuto 10.764 voti. Sulla base di un programma di sinistra e dello slogan «Giustizia sociale e pace», Amir Peretz ha già annunciato che toglierà la fiducia al governo Sharon e di avere intenzione di fare del «Labour» un «vero partito socialdemocratico». Ma l’altro punto fondamentale è la volontà dichiarata da Peretz di accelerare il processo di pace con i palestinesi: «Farò come Rabin», ha detto, evocando il leader laburista che trattò la pace con Arafat nel 1993 e che per questo venne ucciso da un estremista di destra ebreo. L’annuncio di Peretz di rompere la coalizione governativa del partito laburista con la destra del Likud (il partito del premier Sharon) apre le porte alle elezioni anticipate. Il nuovo leader del centrosinistra israeliano ha già preso appuntamento con Sharon domenica per, ha detto, concordare la data delle elezioni anticipate. Se Sharon non sarà d'accordo, ha fatto sapere Peretz, la partita si giocherà in parlamento, cioè il governo sarà messo in minoranza con il passaggio dei laburisti nell'opposizione. Le elezioni anticipate potrebbero svolgersi già in febbraio o marzo. Pochi mesi, ma che Amir metterà a profitto per mettere avanti la diversità del suo «nuovo Labour», più a sinistra, più sociale, pacifista e alternativo. Il terremoto Peretz potrebbe costringere anche Sharon a uscire allo scoperto. Da mesi viene ventilata l'ipotesi di una scissione del Likud fra i «ribelli» vicini all'ex-ministro delle Finanze - il super-falco Benjamin Netanyahu - e i fedeli del premier. Sharon, è una delle ipotesi, potrebbe lasciare il partito e andare alle elezioni con una propria lista spostata verso il centro, mietendo consensi anche nel centro-sinistra. Intanto, nella sinistra israeliana, a uscire di scena è un Shimon Peres più volte accusato di eccessivo cedimento nei confronti della destra di Sharon, del quale ha spesso contestato a parole la politica senza però fargli mancare il suo appoggio nelle fasi cruciali. Ma chi è il nuovo leader dei laburisti israeliani? Amir Peretz è ben noto al pubblico in Israele per aver guidato negli ultimi dieci anni l'Hidastrut, principale sindacato del Paese. Nato in Marocco e giunto in Israele con i genitori all'età di quattro anni, è il primo ebreo sefardita (proveniente dal nord Africa o il Medio Oriente) a diventare leader del partito laburista. Negli anni settanta ebbe un incidente ad una gamba durante l'addestramento militare e gli fu offerta la gestione di una pompa di benzina. Ma rifiutò dicendo di non voler diventare il padrone di nessuno. Negli anni ottanta iniziò la sua carriera politica. Deputato laburista fin dal 1988, è diventato leader dell'Hidastrut nel 1995. Nel gennaio 1999 ha abbandonato il partito e ha creato una propria formazione politica di sinistra operaia, «Una Nazione», che ha vinto due seggi alle elezioni che si sono tenute quell'anno. Successivamente è rientrato nelle file laburiste. Come leader dell'Hidastrut è stato molto critico delle politiche sociali del governo Sharon, accusato di aver ampliato il fossato fra ricchi e poveri. Alle primarie interne laburiste, Amir Peretz è riuscito a sconfiggere il favorito Shimon Peres affermando di voler riportare il partito alle sue radici socialiste. «Se accettiamo l’economia di mercato - ha detto ieri - diciamo no ad un economia che vuole un mercato degli schiavi». re.mo.
L'articolo "Un anno fa a Parigi la morte di Arafat" si conclude affermando che dopo la morte del capo terrorista "non c’è stata ancora quella svolta forte verso la pace che molti si attendevano".
Un modo per dire che aveva torto chi vedeva in Arafat un ostacolo alla pace in Medio Oriente.
IL MATTINO trascura però alcun fatti: se è vero che il terrorismo è continuato e che il governo di Abu Mazen sembra incapace di combatterlo, è anche vero che sembra almeno non promuopverlo e non incitare ad esso come Arafat.

Inoltre viene spontaneo domandarsi: al MATTINO non si sono accorti del ritiro da Gaza?
Israele i suoi passi in direzione della pace gli ha fatti, eccome. E' da parte palestinese che sono finora mancate risposte soddisfacenti.

Ecco il pezzo:

I palestinesi commemorano oggi il primo anniversario della morte di Yasser Arafat, il loro leader storico scomparso in Francia l'11 novembre 2004, stroncato da una strana malattia di cui ancora oggi non si sa a che cosa sia stata dovuta. In un anno molte cose sono cambiate, ma non c’è stata ancora quella svolta forte verso la pace che molti si attendevano.
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