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Il Mattino Rassegna Stampa
30.08.2005 Leggere la road map saltando il primo punto
lo fanno l'Anp e il quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 30 agosto 2005
Pagina: 9
Autore: un giornalista
Titolo: «Sharon e Abu Mazen, presto il vertice»
IL MATTINO seguita a sostenere che l'obbligo, per la ripresa dei negoziati, dello smantellamento dei gruppi terroristici palestinesi sia soltanto una richiesta israliana, quando invece è contemplata al primo punto della road map.

Ecco l'articolo "Sharon e Abu Mazen, presto il vertice", firmato f.c. :

Gerusalemme. Completata l'evacuazione degli 8500 coloni, la parola passa ora alla diplomazia internazionale, con l'obiettivo di costruire sul disimpegno israeliano il riavvio del processo di pace. Indiscrezioni filtrano sul prossimo vertice fra Sharon e Abu Mazen che potrebbe svolgersi verso la metà di settembre all'Onu, a New York secondo quanto afferma il quotidiano palestinese Al-Hayat al-Jadida, vicino al movimento Al Fatah. La settimana scorsa Abu Mazen e Sharon si sono parlati al telefono, dopo la conclusione delle operazioni di evacuazione da parte di Israele dei coloni della Striscia di Gaza, e hanno concordato di vedersi. Non è però neppure escluso, stando al quotidiano, che l'incontro possa svolgersi a Gerusalemme. A pochi giorni dall'evacuazione dell'ultimo colono, sono ora impegnati in missioni parallele a Gerusalemme e a Gaza l'alto rappresentante Ue Javier Solana e il capo dei servizi segreti egiziani Omar Suleiman, emissario personale del presidente Hosni Mubarak per la crisi israelo-palestinese. Ma per lo stato ebraico il ministro degli esteri Silvan Shalom ha subito ribadito la condizione essenziale che Israele pone alla ripresa di trattative dirette con i palestinesi per un accordo globale, il disarmo dei gruppi armati. Secondo l'intelligence dello stato ebraico le fazioni armate palestinesi si sono rafforzate molto durante il periodo di tregua informale in vigore dall'inizio dell'anno e possono provocare, ad ogni momento, una nuova spirale di violenza. La ripresa del percorso di pace previsto dalla «Road map», ha avvertito il ministro degli esteri Silvan Shalom dopo un colloquio con Solana, «non può essere presa in considerazione senza lo smantellamento delle organizzazioni terroristiche». Abu Mazen finora ha evitato lo scontro diretto con le fazioni armate, preferendo negoziare con loro senza chiedere il disarmo dei loro miliziani. Solana, che ha visto anche il premier Sharon, il vicepremier Shimon Peres e il ministro della difesa Shaul Mofaz, e poi a Gaza Abu Mazen e Abu Ala, ha invece insistito per una ripresa rapida dei negoziati di pace. Solana ha detto agli interlocutori israeliani che «sarebbe un grave errore non approfittare dello slancio creato dal ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza». Dissensi sono emersi inoltre sul futuro ruolo di Hamas nella politica palestinese nell'incontro a Tel Aviv fra Peres e Solana, stando a radio Gerusalemme. Peres ha detto di ritenere che Hamas non possa prendere parte attiva alle politiche palestinesi di gennaio «finchè tiene in pugno un fucile e una bomba a mano». Intanto nella prima intervista dopo il completamento delle operazioni di sgombero dei coloni, Sharon questa sera non ha escluso un ritiro in futuro, nel quadro di un accordo globale con i palestinesi, da altri insediamenti, in Cisgiordania. Ma anche il premier ha sottolineato che la neutralizzazione dei gruppi armati palestinesi è una premessa per la soluzione globale.
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