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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Mattino Rassegna Stampa
30.06.2005 Il terrorismo palestinese non esiste, i coloni israeliani sono un'unica "banda" di fanatici
la visione propagandistica del quotidiano napoletano

Testata: Il Mattino
Data: 30 giugno 2005
Pagina: 9
Autore: un giornalista
Titolo: «Israele, coloni in rivolta. Sharon duro: sono una banda»
Non sorprende che l’ennesimo grave attacco dei terroristi contro Israele venga censurato dal quotidiano napoletano. Come spesso accade per le azioni dei terroristi palestinesi anche questa volta, dinanzi all’uccisione di un soldato israeliano da parte degli Hezbollah, Il MATTINO si gira dall’altra parte. La notizia, seppur di una certa gravità, semplicemente non c’è.

Tutta l’attenzione che il quotidiano risparmia nei confronti del terrorismo anti-israeliano viene spesa per la "rivolta dei coloni", come viene presentata nel titolo ("Israele, coloni in rivolta. Sharon duro: sono una banda").

Quest’ultimo è scorretto, in quanto tende a rappresentare i coloni come un gruppo estremamente omogeneo di individui dediti al fanatismo nazional-religioso. Ma IL MATTINO ha abituato i suoi lettori a questa caricatura della realtà, non a caso si è sempre guardato bene dall’informarli che alcune centinaia di famiglie che vivono negli insediamenti della Striscia di Gaza hanno già fatto sapere di accettare l’indennizzo previsto e la nuova collocazione in Israele.

Altrettanto scorretto e mistificatorio è far credere, sempre attraverso il titolo, che Sharon abbia definito i coloni, tout court, una "banda". Le parole dure del premier israeliano in realtà erano rivolte a coloro che mettono in atto forme di protesta illegali.

Infine, un discorso più generale merita una strana abitudine de IL MATTINO. Gli abitanti degli insediamenti israeliani sono, per questo quotidiano, secondo una regola che non conosce eccezioni, "coloni". Non ci scapperà mai un "israeliano" in luogo di "colono". Non si è mai letto nulla di simile. Questo, però, potrebbe anche andar bene, fatta eccezione per alcuni casi limite (se, come accadde diversi mesi fa, una donna incinta, abitante di un insediamento israeliano, viene uccisa a sangue freddo da terroristi palestinesi, e con lei i suoi figlioletti, è disumano scrivere che sono stati uccisi dei "coloni", cosa che IL MATTINO fece il giorno dopo la strage), se non fosse che lo stesso giornale utilizza una terminologia diametralmente opposta addirittura per i terroristi palestinesi. Il quotidiano in questione, infatti, si rifiuta di chiamare i terroristi con il proprio nome: "militanti", "guerriglieri", "estremisti", "attivisti" ma terroristi mai. Trattasi di un’altra regola di ferro, dal momento che viene sistematicamente applicata nelle cronache dal M.O. Ma c’è di peggio, in quanto in più di un’occasione IL MATTINO si è spinto oltre: i terroristi non sono nemmeno più "militanti" o altri eufemismi simili, ma addirittura diventano semplici "palestinesi".

Un altro dei tanti stratagemmi adoperati da IL MATTINO per diffondere la propria visone propagandistica del conflitto.

Ecco l'articolo:

Tel Aviv. «Dobbiamo impedire a quelle bande di rovinare il nostro Stato»: questo l'ordine impartito dal premier Ariel Sharon alla polizia mentre i coloni e i loro sostenitori che si oppongono al ritiro da Gaza si accingevano a paralizzare il traffico automobilistico in tutto il territorio israeliano. In precedenza, in mattinata, due ignoti, in apparenza ebrei ortodossi, avevano sparso sulla autostrada Tel Aviv-Gerusalemme, all'altezza dell'aeroporto Ben Gurion, decine di chiodi ricurvi e cosparso una ingente quantità di olio. Venti automobili si sono trovate con le gomme a terra e solo per miracolo non ci sono state vittime. Il traffico è rimasto bloccato per circa due ore. L'iniziativa è stata rivendicata dai «Giovani di Habbad», una organizzazione nazionalista-messianica. I responsabili della organizzazione hanno poi negato che Habbad sia coinvolta in quell'episodio, avvenuto peraltro accanto al suo centro spirituale, Kfar Habbad. Per contenere le manifestazioni della estrema destra - che ieri intendevano paralizzare Israele alle ore 17 del pomeriggio - la polizia ha dovuto schierare seimila agenti e ricorrere ad elicotteri che via radio hanno aggiornato in tempo reale su ogni manifestazione, fin dalle sua fasi iniziali. Con un grande dispendio di forze è stato dunque possibile vanificare i piani dei coloni. Ma quella di ieri è stata soltanto una battaglia: gli organizzatori delle proteste hanno preannunciato che intendono ripetere queste prove di forze, in maniera sistematica, ogni lunedì e ogni mercoledì. In questo modo, ritengono, la polizia sarà costretta anche nelle prossime settimane a restare mobilitata al massimo e non potrà prepararsi al ritiro da Gaza. Ma l'episodio dei chiodi e dell'olio cosparso sulla autostrada ha esasperato gli israeliani. Quando i primi coloni hanno cercato di interrompere il traffico sull'importante svincolo autostradale di Gelilot, a est di Tel Aviv, un camionista è balzato a terra armato di una spranga e ha assalito i dimostranti, in prevalenza ragazzi di 12-14 anni. Altri automobilisti hanno seguito il suo esempio: sono scesi dai loro automezzi armati di catene si è creata una rissa di grandi dimensioni che la polizia ha riuscito solo a fatica a sedare.
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta a dare il proprio giudizio su quanto scritto dal quotidiano napoletano. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail pronta per essere compilata e spedita.

posta@ilmattino.it

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