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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Libero Rassegna Stampa
23.04.2024 Unrwa: l’Onu si assolve da sola. Una Onu sempre peggio
Commento di Marco Patricelli

Testata: Libero
Data: 23 aprile 2024
Pagina: 20
Autore: Marco Patricelli
Titolo: «L'Onu si assolve da sola: Unrwa, nessuna prova»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/04/2024, a pag. 20 con il titolo "L'Onu si assolve da sola: Unrwa, nessuna prova", il commento di Marco Patricelli.

Marco Patricelli
Marco Patricelli

L'UNRWA a Gaza. Un decimo dei suoi dipendenti sono affiliati a Hamas, almeno 12 sono terroristi che hanno partecipato al pogrom del 7 ottobre. Una ONU sempre più vergognosa. Sempre peggio. 

Chissà cosa penserebbero le anime pie che sfilano in piazza con la kefiah d’ordinanza o manifestano nelle università a favore di Hamas e contro Israele, se in Italia un assistente sociale nel tempo libero rapisse un soldato, un consulente  scolastico lavorasse peri servizi segreti, un docente di matematica facesse parte di un battaglione d’assalto che smista ostaggi e visto che c’è fotografa pure una donna portata via chissà dove, un altro aiutasse il figlio a rapire una donna, un docente di lingue coordinasse un attacco contro i civili e un vice preside via radio tenesse le fila della comunicazione di un’operazione terroristica. Eppure tutti questi galantuomini, il 7 ottobre 2023, avrebbero agito per Hamas e contro Israele sotto l’egida rassicurante di educatori dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (UNRWA), che nominalmente agisce per lo sviluppo, l’istruzione, l’assistenza sanitaria, i servizi sociali e gli aiuti di emergenza a oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e Striscia di Gaza.

Un report ministeriale israeliano reso pubblico in questi giorni mette nero su bianco le anomalie e il ruolo di un’agenzia inefficiente e compromessa che invece di risolvere i problemi li incentiva col «preservare lo status di rifugiato dei palestinesi trasmettendolo alle generazioni future», che stranamente impiega un numero di dipendenti (30.000 al 2024) una volta e mezza superiore a quelli dell’Agenzia peri rifugiati ONU (18.000) che però ha un decuplo di casi di cui occuparsi, e che soprattutto annovera almeno 12 dipendenti con ruolo di insegnanti, educatori e gestori di magazzini di aiuti che avrebbero partecipato o sono stati direttamente coinvolti nei massacri del 7 ottobre, con uccisioni, stupri e mutilazioni.

Quanto all’affiliazione ad Hamas e Jihad islamica, che coinvolgerebbe un numero ancora maggiore di dipendenti, nell’ordine di migliaia di casi, non è considerata come adesione a un movimento terroristico ma mera condivisione politica. Un’agenzia guidata dall’ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna, incaricata dall’Onu, sostiene però che Israele non avrebbe fornito prove decisive, mentre un’indagine separata è in corso dal 7 ottobre dall’Ufficio dei servizi di supervisione interna delle Nazioni Unite. Nel report israeliano, a ogni modo, appaiono foto, nomi, dettagli, circostanze e accuse circostanziate.

Ma in Italia non sorprende più di tanto l’opinione pubblica e men che meno gli studenti universitari attivamente impegnati a chiedere l’azzeramento della cooperazione scientifica con gli atenei israeliani, che nelle scuole dell’UNRWA a Gaza siano stati nascosti esplosivi e armi, siano stati rinvenuti i famigerati tunnel logistico-operativi, siano state posizionate piazzole con lancio di missili e razzi; eneppure il riscontro a diffusi fenomeni di corruzione, abusi, molestie anche sessuali, come rilevato persino da un’indagine interna. Sull’Agenzia fondata nel 1948 e con sede principale ad Amman in Giordania nel 2023 sono piovuti 1,63 miliardi di dollari, di cui il 60% da Stati Uniti, Germania, Ue e Svezia, con un congelamento significativo dopo la mattanza dei tagliagole di Hamas, e il resto da altri Paesi, enti di beneficenza filopalestinesi e organizzazioni per i diritti umani.

Un’ulteriore anomalia consiste nel fatto che mentre l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha la responsabilità di «facilitare il ritorno e il reinsediamento dei rifugiati» e l’«assimilazione con nuove comunità nazionali», l’UNRWA silimita a reiterarne lo status moltiplicandolo: nel 1950 erano 750.000. Secondo il report, si stima che 485 dipendenti sono membri dell’ala militare di Hamas, almeno 1.500 sono affiliati, e circa 6.500 hanno parenti stretti in Hamas.

Nella sola Striscia di Gaza operano 283 scuole UNRWA, frequentate da 293.000 studenti (un decimo della popolazione),i cui insegnanti si sono attivamente distinti con post sul web che hanno esaltato l’attacco del 7 ottobre. Sui social non hanno mancato di inneggiare all’odio contro gli ebrei e alla distruzione di Israele. Un docente di inglese a Gaza, quel giorno, ha pubblicato un video dei terroristi di Hamas che sparavano sui civili a Sderot con un eloquente versetto del Corano (27.37).Tra i banchi di scuola l’antisemitismo serpeggia in dosi massicce e sulla cartina geografica e nei libri di testo la Palestina ha i confini di Israele: dal fiume al mare. Un ingegnere edile dell’UNWRA ha scritto di «felicità nei cuori» per il raid terroristico. Un altro docente il 23 ottobre ha pubblicato un’invocazione ad Allah affinché distruggesse «Israele e i suoi alleati». Alle scuole elementari i cattivi maestri insegnerebbero che «il martirio e la jihad sono il significato più importante della vita», mentre altrove si parla di «quadro sfumato» dell’antisemitismo. Il direttore del Council for Arab-British Understating, Chris Doyle, ha rilanciato stigmatizzando quella che chiama «la sporca campagna di Israele contro l’UNRWA» che sarebbe stata progettata per impedire che gli aiuti arrivassero ai palestinesi e per affamarli.

 

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