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Libero Rassegna Stampa
10.04.2024 ANPI Milano: 25 Aprile, ucraini e Brigata Ebraica disertano il corteo
Cronaca di Massimo Sanvito

Testata: Libero
Data: 10 aprile 2024
Pagina: 11
Autore: Massimo Sanvito
Titolo: «25 aprile, gli ucraini danno buca all'ANPI»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/04/2024, a pag. 11, con il titolo "25 aprile, gli ucraini danno buca all'ANPI", la cronaca di Massimo Sanvito

Ucraini in corteo, lo scorso 25 aprile. Stavolta potrebbero non esserci, e con loro la Brigata Ebraica: perché l'ANPI, cambiato il presidente, vuole dedicare il corteo al "Cessate il fuoco ovunque", mettendo aggressori e aggrediti sullo stesso piano morale.

Quello slogan, pacifista da bandiera arcobaleno, sta andando di traverso a chiunque abbia la colpa di non potersi definire partigiano di sinistra-sinistra. Prima la Brigata Ebraica, ora gli ucraini.
La lista di chi si sfila dai metodi dell’Anpi, in vista del corteo del 25 aprile di Milano, si allunga.
Aprire la manifestazione con lo striscione “Cessate il fuoco ovunque”, del resto, è un affronto per nulla banale. Della serie: arrendetevi alla Russia e tanti saluti.
L’incontro di lunedì sera, alla Casa della Memoria, tra i vertici dei partigiani milanesi e le referenti della comunità ucraina si è consumato tra toni accesi e posizioni ferme. «Cessate il fuoco ovunque? Sarebbe stato come chiedere ai partigiani e agli alleati di fermare la guerra nel 1944. Non è accettabile», hanno spiegato le attiviste Kateryna Sadilova, Ruslana Tkach, Anna Gordon e Zoia Stankovska.
Ed ecco la possibilità concreta che le bandiere gialloblu non sventolino, come hanno fatto negli ultimi due anni (dall’invasione russa del 2022), durante la sfilata nel giorno della Liberazione. Gli ucraini decideranno nei prossimi giorni se partecipare al corteo o meno.

CAREZZE E STOCCATE

«Ringraziamo il presidente Primo Minelli (il successore di Roberto Cenati alla guida dell’Anpi di Milano, ndr) e i suoi collaboratori per averci concesso un incontro, dove abbiamo potuto discutere della proposta di “Cessate il fuoco ovunque”. Abbiamo appreso con soddisfazione che l’Anpi condivide la definizione della Russia come Paese aggressore dell’Ucraina», la carezza ai partigiani. E poi la stoccata: «Purtroppo divergiamo ancora sul tema della pace: che per noi va intesa non solo come assenza di guerra, ma anche come ritorno della democrazia e della sovranità nazionale».
E quindi l’affondo: «Così come per l’Italia nel 1945, la fine della guerra deve essere legata alla liberazione dall’esercito occupante: il nazifascista in Italia ieri, quello putinista in Ucraina oggi. Anche noi ucraini abbiamo diritto di vivere senza l’occupazione straniera, così come desideriamo il ritorno alla democrazia nei territori ucraini occupati dai russi».
Nella partita c’è anche la Brigata Ebraica, che già nei giorni scorsi non aveva lesinato critiche all’Anpi per l’orientamento pro Gaza del corteo del 25 aprile. Anche perché, se gli ebrei hanno avuto un ruolo attivo nella liberazione dell’Italia dal nazifascismo, lo stesso non si può certo dire dei palestinesi, al fianco di Adolf Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale.

BRIGATA EBRAICA AL FIANCO

«Valuteremo nei prossimi giorni anche insieme agli amici della Brigata Ebraica, con cui marciamo condividendo lo stesso spezzone del corteo e le misure di sicurezza, se confermare o meno la nostra presenza», hanno sottolineato Sadilova, Tkach, Gordon e Stankovska. Da due anni gli ucraini partecipano alla manifestazione per ricordare gli eroici soldati ucraini della 5° Divisione di fanteria “Kresowa”, caduti nella sanguinosa battaglia di Monte Cassino che vide la sconfitta dei nazifascisti. Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale dei Riformisti, Daniele Nahum, di recente uscito dal Pd per gli sproloqui di parte dei dem sul “genocidio”. «Cessate il fuoco ovunque vuol dire chiedere agli ucraini di consegnarsi ai russi e disinteressarsi completamente del ritorno a casa degli ostaggi israeliani.
Considero irricevibile e contro lo spirito della Resistenza lo slogan dell’Anpi. Sarebbe opportuno che i vari soggetti si sedessero ad un tavolo e trovassero una soluzione. Lavoriamoci tutti», ha spiegato.
Secondo Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, «quello che trovo singolare nell’impostazione dell’Anpi verso l’Ucraina è il fatto di non riconoscere al popolo ucraino lo stesso diritto alla resistenza all’invasore che hanno esercitato i partigiani: eppure i popoli dovrebbero essere trattati tutti nella stessa maniera».

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