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Libero Rassegna Stampa
30.03.2024 Volante assaltata da migranti e estremisti di sinistra
Commento di Pietro Senaldi

Testata: Libero
Data: 30 marzo 2024
Pagina: 1/14
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: «Volante assaltata: c'è una saldatura fra gang di migranti ed estremisti di sinistra»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/03/2024, a pag.1/14, con il titolo "Volante assaltata: c'è una saldatura fra gang di migranti ed estremisti di sinistra" il commento di Pietro Senaldi.

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Pietro Senaldi

Polizia in piazza Corvetto a Milano. Gli agenti circondati da malintenzionati hanno dovuto rinunciare a un arresto. C'è ormai una saldatura fra l'estremismo di sinistra e gang di immigrati che minaccia la polizia

«Fuori gli sbirri dai quartieri».
Non è una scritta d’altri tempi ma il messaggio che le volanti della polizia si trovano a leggere sempre più spesso sui muri delle periferie delle città italiane.
Zone ad alta intensità di immigrazione extracomunitaria, popolate da una gioventù lasciata crescere dalle famiglie allo stato brado, che si sente senza prospettive e poco fa per averle. Sono aree urbane a tasso di delinquenza alto e in crescita costante.
Il fenomeno più preoccupante non è però questo. La peggiore degenerazione sociale sta nel fatto che questi quartieri non stanno solo diventando off limits, ovverosia aree interdette, alla popolazione italiana d’origine, in particolare alle persone anziane, che non possono più scendere in strada senza correre gravi pericoli. Diventa pericoloso addentrarvisi perfino per le forze dell’ordine, che vi si muovono ormai come soldati in territorio nemico e spesso sono costrette a rinunciare a intervenire.
Le cronache degli ultimi giorni sono emblematiche. A Corvetto, periferia milanese, gli agenti hanno dovuto rinunciare ad arrestare un uomo perché sono stati immediatamente circondati da una banda di malintenzionati determinati a liberare il loro amico, o complice, appena fermato. Poco distante, in zona viale Padova, l’arresto di un rapinatore da parte di una volante ha scatenato la rabbia di quaranta ragazzi extracomunitari, che hanno inscenato una rissa con gli agenti. È stato necessario mandare sul posto altre quattro macchine della polizia per poter terminare l’arresto e disperdere gli assalitori, ma il proliferare degli agenti ha attirato sul posto anche i centri sociali.
A Torino, gruppi di estrema sinistra giorni fa hanno distrutto una volante della polizia nel tentativo di liberare un marocchino stupratore, clandestino, con un curriculum che poco ha da invidiare a quello di Al Capone, destinato a essere rimpatriato. È intervenuto perfino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per condannarli. Ciononostante, questi hanno assalito pochi giorni dopo sulla pista di decollo l’aeroplano dove ritenevano ci fosse il criminale, pronto a essere riportato nel suo Paese d’origine. Fortunatamente hanno sbagliato aereo e il criminale ora non è più in Italia, ma hanno ottenuto lo sbarco di un altro clandestino, che si trovava sull’apparecchio assaltato.

L’ALLEANZA

C’è una sorta di saldatura tra le baby gang extracomunitarie urbane e la violenza degli autonomi e degli estremisti di sinistra. Nessun collante politico, però ormai è in corso un’interazione. Siamo alle prove generali di un’alleanza. C’è un senso di illegalità profondo e nuovo che unisce queste due realtà. I componenti delle bande giovanili delinquono quasi senza rendersi conto di violare la legge, lo ritengono un loro diritto, perché sono nati in condizioni più disagiate rispetto agli italiani da più generazioni. Se un tempo nel criminale c’era almeno la consapevolezza di essere dalla parte del torto, in questi ragazzi essa manca del tutto. Sono i primi delinquenti che processano lo Stato perché a loro dire non offre loro abbastanza.
Tant’è che non riconoscono nessuna autorità alla polizia, che prendono d’assalto come se gli agenti fossero non i rappresentanti delle istituzioni bensì membri di una gang rivale. Sono i figli di un nichilismo ignorante e arraffano. La sinistra sostiene che è solo un problema di mancata integrazione e scarsa cultura. In realtà loro si sentono perfettamente integrati, italiani a tutti gli effetti, ma nel loro ruolo di finti contestatori e criminali veri, che rivestono con raffinata ambiguità. Fanno le vittime per menare più forte e cercare di essere impuniti. Ma sono consapevoli che è possibile uscire dal ghetto, avendo l’esempio di tanti che ce l’hanno fatta.
Con queste bande, nelle azioni contro la polizia si alleano talvolta gruppi estremisti di sinistra. Il cemento dell’intesa è il disprezzo verso lo Stato, che negli antagonisti però ha una motivazione politica. I metodi tuttavia sono gli stessi. Cambia solo la scusa per menare le mani e infrangere la legge. Poi ci sono le forze dell’ordine, sfinite da questa lotta impari e consapevoli di non poter reagire alle violenze, perché una parte dell’opinione pubblica è pronta con il fucile puntato per linciarle. E siccome c’è un governo di centrodestra, le critiche sono più feroci e la condanna è certa.

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