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Libero Rassegna Stampa
29.03.2024 Hezbollah lancia 30 missili contro Israele mentre in Libano è in visita Meloni
Cronaca di Pietro De Leo

Testata: Libero
Data: 29 marzo 2024
Pagina: 14
Autore: Pietro De Leo
Titolo: «Meloni ai militari italiani: La pace si ottiene solo con impegno e sacrificio, non stando sul divano»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/03/2024, a pag. 14, con il titolo "Meloni ai militari italiani: La pace si ottiene solo con impegno e sacrificio, non stando sul divano" la cronaca di Pietro De Leo.

Pietro De Leo, autore presso nicolaporro.it
Pietro De Leo

Giorgia Meloni assieme ai militari italiani della missione Unifil2, impegnati in Libano. La visita del premier nel Paese dei Cedri avviene mentre Hezbollah attacca Israele con lanci di razzi e la guerra sul fronte nord è sempre più vicina. Ci saremmo aspettati un commento da parte della nostra Presidente del consiglio, speranza vana. 

Nel corso della sua visita in Libano, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa tappa a Shama, alla base militare “Millevoi” dove è di stanza il contingente italiano delle missioni Unifil e Mibil. Si tratta di un passaggio dove il lato umano si mescola e si intreccia con le complessità geopolitiche. Dal primo punto di vista, rivolta ai militari, Meloni ha osservato: «Voi non ci siete durante le feste con la famiglia. Non ci siete per i vostri amici, i vostri fidanzati e fidanzate, mogli, mariti: rinunciate a tutto per garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca seduti comodamente dal divano di casa loro. Perché la pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, la pace è soprattutto deterrenza e impegno, sacrificio».
Qui, poi, si entra nell’aspetto pragmatico delle sue parole alle divise: «Sono giorni difficili in Medio Oriente, in Europa, a livello mondiale: molte aree del pianeta, di colpo si sono incendiate e quando c’è un incendio il rischio è che le fiamme volino da un albero all’altro e che non si riesca a domare l’incendio. Bisogna fare tutto il possibile per evitare quel rischio».
Dunque, «voi siete la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l’incendio». Dunque, a voler sottolineare una sorta di contiguità tra i due scenari di crisi. E a sottolineare la sua gratitudine, ha osservato: «Se è vero che la Patria è una madre, allora qualsiasi madre che possa farlo quando un figlio è lontano e arrivano le feste, lo raggiunge per dirgli: “la tua famiglia c’è, la tua famiglia è fiera di te”».

LE TENSIONI

Giorgia Meloni ha anche avuto un incontro con il Primo ministro libanese Najib Miqati nel corso del quale, come hanno riferito fonti italiane, è stato affrontato anche il tema dell’immigrazione (il leader libanese aveva partecipato alla conferenza internazionale sulle migrazioni che si era tenuta a Roma nel luglio scorso). Miqati, in particolare, avrebbe manifestato il suo apprezzamento per il ruolo di primo piano che l’Italia sta svolgendo per il contrasto ai flussi irregolari. La visita di Giorgia Meloni in Libano (che si è conclusa nel primo pomeriggio di ieri, orario italiano) giunge in un momento nel quale si vanno riacutizzando le tensioni tra Israele e Hezbollah.
E dell’altroieri la pioggia di una trentina di razzi che il gruppo terroristico ha lanciato contro la città di Kiryat Shmona, nel nord di Israele, alcuni dei quali intercettati dal sistema di protezione Iron Dome. Alcuni di quelli non captati, invece, si sono abbattuti sulla città causando la morte di un uomo. Ieri, invece, la tv israeliana Channel 12 ha dato notizia di un’altra decina di missili, lanciati dal Libano stavolta in direzione di Shlomi, in Galilea. Le sirene, secondo quanto riferita dai media locali, hanno suonato anche a Ras Naquora, Hanita, Ghorn e Gornot. Tutti luoghi vicini al confine con il Libano. E salgono intanto a 16 le vittime degli attacchi aerei israeliani nel sud del Libano, secondo quanto riferito dai media locali.
«Temo che il conflitto possa allargarsi», ha detto a Porta a Porta il ministro degli Esteri Antonio Tajani in riferimento allo scenario libanese, dove l’obiettivo è «ridurre l’influenza di Hezbollah».
Dunque, è una fase di altissima tensione. Il portavoce della missione Unifil, Andrea Tenenti, parlando con l’agenzia Lapresse ha spiegato che i militari italiani che vi operano «sono in sicurezza, continuano a monitorare la linea Blu e a supportare la comunità». La preoccupazione per quanto sta avvenendo coinvolge anche gli Stati Uniti e il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale John Kirby, nel corso di un briefing con i giornalisti, ha spiegato che la Casa Bianca sta monitorando lo scenario, indicando come «massima priorità» un ritorno alla stabilità lungo il confine tra i due Paesi.

 

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