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Libero Rassegna Stampa
29.03.2024 Il tribunale dell’Aja: incredibile
Commento di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 29 marzo 2024
Pagina: 14
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Il tribunale dell'Aja: Israele mandi aiuti a Gaza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/03/2024, a pag. 14 con il titolo "Il tribunale dell'Aja: Israele mandi aiuti a Gaza" il commento di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Assalto ai camion. Adesso la Corte Internazionale di Giustizia sentenzia che Israele deve mandare aiuti a Gaza. Come se non lo stesse già facendo dall'inizio della guerra, sfidando Hamas

La Corte internazionale di giustizia (Cig) con sede all’Aia ha emesso ieri nuove misure provvisorie contro Israele, ordinando al governo di Gerusalemme di aumentare la fornitura di beni umanitari di base alla Striscia di Gaza, tra cui cibo, acqua, carburante e ripari, evidenziando un peggioramento delle condizioni di vita dei palestinesi.
La Corte aveva già emesso una sentenza di misure provvisorie in seguito all’istanza presentata dal Sudafrica, che tuttavia «non affrontano pienamente le conseguenze derivanti dai cambiamenti della situazione (...) giustificando così la modifica di tali misure». La Cig esorta inoltre a Israele ad «aumentare la capacità e il numero dei punti di attraversamento terrestre e mantenerli aperti per tutto il tempo necessario».
Le misure impongono infine a Tel Aviv di garantire che l’esercito «non commetta atti» che violino la Convenzione sul genocidio «anche impedendo, con qualsiasi azione, la consegna di assistenza umanitaria urgentemente necessaria», e ordinano a Israele di riferire alla Corte entro un mese.
Gli sviluppi della guerra nella Striscia di Gaza sono stati oggetto anche della riunione del gabinetto di guerra israeliano, senza dimenticare la situazione degli ostaggiancora trattenuti da Hamas. Intanto il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che le Forze Armate israeliane stiano concludendo i preparativi per l’attacco finale a Rafah.
La decisione di continuare l’offensiva ha creato una frattura storica con la Casa Bianca, che sta pensando a un’Autorità Nazionale Palestinese “riformata e revitalizzata” per contribuire a stabilizzare la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, ha detto il coordinatore per le comunicazioni strategiche al Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, durante un briefing con la stampa. «Speriamo possa realizzare le riforme necessarie per raggiungere questi obiettivi», ha detto del nuovo governo della Autorità Nazionale Palestinese presentato dal primo ministro Mohammad Mustafa.
Quest’ultimo ha appunto annunciato la formazione del nuovo governo e ha presentato il programma al presidente Mahmoud Abbas. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, Mustafa guiderà anche il ministero degli Esteri. Il governo, che presterà giuramento davanti al presidente Abbas domenica prossima, avrà 24 ministri, tra cui quattro donne, di cui una appartenente alla comunità armena.
A sua volta Hamas si muove per affermare il proprio rifiuto della Anp, dicendo di voler trattare direttamente con il partito al-Fatah, piuttosto che con la struttura istituzionale in cui questo è egemone, e che ha per i jihadisti il vizio di origine di essere stata creata in base al processo di pace con Israele di Oslo. Dopo la guerra la Striscia di Gaza sarà governata dal popolo palestinese, a cui Hamas non intende imporre la propria volontà, anticipa Khalil al Yahya, vice capo dell’ufficio politico del movimento islamista, intervistato dall’emittente iraniana Press Tv. avvertendo che «Israele non potrà imporre alcuna autorità contro la volontà» del popolo.
Secondo il quotidiano panarabo di proprietà saudita Asharq al Awsat, che cita fonti palestinesi informate, «Hamas ha iniziato ad adottare una politica basata sul lancio di attacchi limitati e necessari contro le forze israeliane, senza esporre i suoi membri al pericolo. Cerca di preservare parte delle sue forze per la battaglia del giorno dopo».
Nel frattempo, Mohamed Deif, il comandante delle Brigate Qassam, braccio armato del gruppo islamista, ha esortato «i popoli del mondo arabo e islamico» a iniziare a «marciare» verso i Territori palestinesi «per partecipare alla liberazione della Moschea di Al Aqsa».

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