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Libero Rassegna Stampa
10.03.2024 Canada e Svezia riprendono i finanziamenti all’Unrwa
Commento di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 10 marzo 2024
Pagina: 14
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Il boss di Hamas piange: «Fate finire questa guerra»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/03/2024, pag.14, con il titolo "Il boss di Hamas piange: «Fate finire questa guerra»", il commento di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Ismail Haniyeh, fa appello a «le capitali globali che sostengono l'occupazione in modo che possano fare pressione su Israele affinché fermi questa atroce guerra contro Gaza
Ismail Haniyeh, uno dei capi di Hamas, fa appello a "fare pressione su Israele affinché fermi questa atroce guerra contro Gaza". Lui che ha scatenato la guerra il 7 ottobre, ora non vuole subirne le conseguenze. E neppure rilasciare gli ostaggi israeliani. Solo gli "utili idioti" pacifisti possono credere che sia utile fermare la guerra fregandosene degli ostaggi.

Si fa sempre più complicata la posizione dell’Amministrazione Biden che in Medio Oriente cerca di tenere il piede in due scarpe scontentando di conseguenza tutti.
Non aiutano peraltro gli episodi come quello delle ultime ore secondo cui cinque persone, tra le quali due bambini, sarebbero state uccise e 10 ferite a Gaza dopo che il paracadute di un pacco di aiuti umanitari lanciato da un aereo non si è aperto correttamente, finendo per schiacciare un piccolo gruppo di palestinesi sul tetto di un edificio. Dell’incidente non ci sono prove concrete, solo un video in cui sembra che un pacco paracadutato scenda più veloce degli altri, ma ci sono le testimonianze di alcuni civili che avrebbero visto il lancio del sacco di farina che si è «trasformato in un razzo» dopo che il paracadute non si è aperto. I lanci sono stati effettuati dagli Stati Uniti e dalla Giordania, ma il Comando Centrale degli Stati Uniti ha declinato ogni responsabilità. «Siamo a conoscenza di notizie di civili uccisi a seguito di lanci umanitari. Esprimiamo le nostre condoglianze alle famiglie di coloro che sono stati uccisi. Contrariamente ad alcuni rapporti, questo non è stato il risultato di lanci aerei statunitensi» ha comunicato.

UN PORTO INUTILE

Nei giorni scorsi i pacchetti di aiuti lanciati via aerea sono stati criticati dalle agenzie umanitarie internazionali in quanto non sufficienti. Un altro funzionario delle Nazioni Unite in precedenza li aveva definiti un «cerotto temporaneo». «Gli operatori umanitari si lamentano sempre che i lanci aerei sono una buona opportunità fotografica ma un pessimo modo per fornire aiuti», osserva Richard Gowan, direttore dell’International Crisis Group.
Piuttosto, il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, fa appello a «le capitali globali che sostengono l'occupazione in modo che possano fare pressione su Israele affinché fermi questa atroce guerra contro Gaza«. Il capo jihadista sa che potrebbe presto ritrovarsi a cercare una nuova terra d’esilio, dopo che il Qatar, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, starebbe minacciando di espellere i leader di Hamas se non accetteranno un accordo sugli ostaggi israeliani.
Ecco perché passa in secondo piano anche la costruzione di quel porto galleggiante per facilitare gli aiuti a Gaza, annunciato da Biden durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione per fornire due milioni di pasti a settimana. In realtà, per la progettazione e la costruzione serviranno «parecchie settimane, probabilmente fino a due mesi».
L’emergenza però è adesso, non nel maggio prossimo.
Sul piano degli aiuti va segnalato che sia il Canada che la Svezia hanno ripreso a foraggiare l’Unrwa, ovvero l’Agenzia Onu che si occupa del soccorso dei palestinesi finita al centro di uno scandalo dopo che si è scoperto che alcuni dipendenti facevano parte di Hamas e della Jihad islamica.
«Annuncio la ripresa dei finanziamenti all’Unrwa da parte del Canada», ha dichiarato il ministro dello Sviluppo internazionale Ahmed Hussen.
Questa decisione è stata presa «a causa della disastrosa situazione umanitaria sul terreno», ha spiegato, sottolineando che il Canada è il «primo Paese del G7 a riprendere i finanziamenti». Stoccolma invece intende sbloccare il suo consueto contributo da 20 milioni di dollari, ma per ottenerli, l’Unrwa ha accettato di consentire controlli, revisioni contabili indipendenti, una maggiore supervisione interna e controlli aggiuntivi del personale. Solo qualche giorno fa l’esercito israeliano ha accusato l’agenzia di impiegare «più di 450 terroristi» nella Striscia di Gaza.

ERDOGAN ALZA LA VOCE

Sul piano diplomatico va invece segnalata la retorica sempre più estrema di Erdogan, presidente della Turchia, Paese Nato, che ha dichiarato ieri durante un discorso elettorale che «Hamas non è una organizzazione terroristica, ma di resistenza» e «la Turchia dialoga costantemente con i suoi leader». «Nessuno può indurci a definire Hamas un'organizzazione terroristica», ha aggiunto, ritenendo piuttosto che «Israele è uno Stato terrorista». Erdogan ha anche aggiunto che «Netanyahu si è guadagnato un posto accanto a Hitler, Mussolini e Stalin come nazisti del nostro tempo dopo i crimini umanitari commessi a Gaza».
Nonostante questo Turchia e Stati Uniti hanno rilasciato ieri un appello per un cessate il fuoco che ponga fine alle operazioni militari israeliane a Gaza e perché gli aiuti umanitari raggiungano al più presto la popolazione civile della Striscia.
Da parte sua Israele sostiene che Hamas non ha alcun interesse ad arrivare ad un accordo, ma solo a infiammare il ramadan.

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