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Libero Rassegna Stampa
02.01.2024 Una nave da guerra iraniana sfida gli Usa nel Mar Rosso
Commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 02 gennaio 2024
Pagina: 12
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Una nave da guerra iraniana sfida gli Usa nel Mar Rosso»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/01/2024, a pag. 12 con il titolo "Una nave da guerra iraniana sfida gli Usa nel Mar Rosso" il commento di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni
L'Iran dietro le tensioni in Medio Oriente
L'Iran dietro la guerra in Medio Oriente

Nel trapasso dal 2023 al 2024 ecco un nuovo picco di tensione nel Mar Rosso, dove gli yemeniti Huthi, alleati dell'Iran, minacciano il traffico navale commerciale da e per il canale di Suez. Il 31 dicembre, la nave portacontainer Maersk Hangzhou, della compagnia danese Maersk e battente bandiera di Singapore, è stata colpita da un missile degli Huthi, che ha causato danni limitati sulla sinistra della prua. L'attacco è avvenuto a 55 miglia nautiche, cioè 101 km, dal porto di Hodeidah, avamposto degli Huthi sulla costa yemenita, in posizione favorevole per controllare lo stretto di Bab El Mandeb tra Mar Rosso e Oceano Indiano. Il cargo ha chiesto aiuto via radio a due navi da guerra americane, i cacciatorpediniere Gravely e Laboon. Il Gravely ha captato col radar due ulteriori missili sparati dagli Huthi e li ha abbattuti. Poi, gli Huthi hanno cercato di abbordare la Maersk Hangzhou con una flottiglia di 4 imbarcazioni, pare motoscafi, carichi di pirati avvicinatisi a 20 metri dal cargo sparando sulle guardie imbarcate.

ARRIVANO I NOSTRI

La nave, oggetto del 23° attacco Huthi dal 19 novembre, ha resistito ai pirati per il tempo sufficiente a un nuovo intervento americano. Dalla Gravely e dalla portaerei Eisenhower, pure presente nel Mar Rosso, sono decollati elicotteri che hanno raggiunto la Maersk Hangzhou. Dai motoscafi è stato aperto il fuoco contro i velivoli USA, i quali hanno distrutto tre delle imbarcazioni, uccidendo 10 miliziani. Per il Comando Centrale USA, «gli elicotteri della US Navy hanno risposto al fuoco per legittima difesa affondando tre imbarcazioni e uccidendone gli equipaggi, mentre la quarta è fuggita. Non ci sono danni a personale o mezzi USA». La società Maersk ha confermato, ieri, che «l'equipaggio della Hangzhou è illeso». Ha però ammesso di dover «sospendere per 48 ore il transito di navi da Bab El Mandeb». Retromarcia rispetto a quanto dichiarato il 26 dicembre dalla compagnia, che dopo aver deviato nei giorni precedenti attorno all'Africa le sue navi, aveva poi pensato di riprendere la via di Suez, fiduciosa nell'operazione navale a guida americana Prosperity Guardian, a cui parteciperà anche l'Italia.
All'indomani dell'attacco, il 1° gennaio, l'Iran ha confermato che il portavoce del movimento Huthi, Mohammed Abdel Salam, ha incontrato a Teheran il presidente del Consiglio di sicurezza iraniano, contrammiraglio Ali Akbar Ahmadian, parlando di “interessi comuni e questioni di sicurezza regionale”. Sempre ieri, l’agenzia iraniana Tasnim ha annunciato che è entrata nel Mar Rosso una nave di Teheran, la fregata Alborz della 94° flottiglia. Vecchia nave, operativa dal 1971, dai tempi dello scià Reza Palhevi, ma rimodernata con missili antinave Noor. La sua presenza conferma l'appoggio agli Huthi, già attuato con la nave-spia Beshahd. Nonostante il presidente americano Joe Biden sia riluttante a estendere il conflitto, il New York Times ha anticipato che «funzionari del Pentagono hanno preparato piani per colpire basi di missili e droni nello Yemen».
Washington è ancora frenata dal timore di far saltare la tregua fra Huthi e Arabia Saudita dopo la guerra civile yemenita, ma il vice ammiraglio Kevin Donegan, sentito dal NYT, ha commentato che, per scoraggiare ulteriori attacchi Huthi, gli USA devono far capire che ci saranno ritorsioni. Da Londra, anche il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha ammonito: «Siamo pronti ad agire per scoraggiare le minacce alla libertà di navigazione nel Mar Rosso». Per il Daily Telegraph, Gran Bretagna e USA stanno preparando piani congiunti di attacco contro gli Huthi, oltre a una dichiarazione congiunta a mo' di “ultimo avvertimento”.

HAMAS RIPIEGA

Intanto nella Striscia di Gaza l'esercito israeliano ha confermato lo spostamento a Sud del baricentro dei combattimenti contro Hamas, iniziando il ritiro dal Nord di 5 brigate, di cui 2 di riservisti. Si intensificano invece i bombardamenti su Khan Yunis, mentre nella vicina Deir El Balah i raid hanno ucciso Adel Masmah, uno dei comandanti delle unità Nukhba che compirono i feroci assalti terroristici del 7 ottobre contro civili israeliani. Il portavoce militare ebraico Daniel Hagari ha fatto capire che la guerra potrebbe durare per tutto il 2024: «Gli obiettivi della guerra comportano combattimenti prolungati. Unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024». Sul confine del Libano, a nuovi razzi sparati sulla Galilea, specie su Adamit, dagli Hezbollah filoiraniani, Israele ha risposto abbattendo un drone avversario e colpendo con missili e cannoni varie postazioni di lancio, uccidendo tre miliziani sciiti.

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