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Libero Rassegna Stampa
09.03.2023 Il fascismo va condannato, ma perchè il comunismo no?
Daniel Mosseri intervista Ugo Volli

Testata: Libero
Data: 09 marzo 2023
Pagina: 18
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Io ebreo proprio non capisco questa cosa del male assoluto»

Riprendiamo da LIBERO di oggi,09/03/2023 a pag.18, l'intervista di Daniel Mosseri a Ugo Volli, dal titolo "Io ebreo proprio non capisco questa cosa del male assoluto"

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Ugo Volli

Benjamin Netanyahu - Wikipedia
Benjamin Netanyahu

Gli ultimi a fare notizia erano stati 37 piloti del 69esimo squadrone della Israeli Air Force pronti a saltare gli addestramenti e a «difendere la democrazia» se il governo del premier Benjamin Netanyahu non avesse ritirato il progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario all’esame della Knesset. Dopo che il ministro della Comunicazione Shlomo Karh, li ha mandati al diavolo i piani della protesta sono rientrati. Ma gli israeliani continuano a scendere in piazza contestando i progetti dittatoriali della maggioranza, una coalizione di nazionalisti e religiosi. Della paura del fascismo in Italia come in Israele, di democrazia, dittatura ed equilibrio fra i poteri discutiamo con Ugo Volli ,fino al 2019 professore ordinario di Semiotica del Testo e Filosofia della Comunicazione all’Università di Torino. Autore di numerosi saggi e già docente all’Università di Haifa, Volli è un profondo conoscitore di Israele e ha un’idea chiara di quello che sta succedendo.

Durante la sua visita in Israele il presidente del Senato Ignazio La Russa ha condannato il fascismoma non come male assoluto. Ha sbagliato?

«In politica il termine assoluto mi sembra poco ragionevole. Il fascismo è stato il male e lo dico da esponente di una famiglia ebraica che è stata perseguitata. Ma assoluto vuol dire che non ha relazione con altro. E che vuol dire? Peggio del comunismo? O del nazismo? Io non capisco questa formula teologica. Per me è più importante che chi ha una continuità col fascismo ne prenda le distanze, dica che è stato male, visiti Yad Vashem, si impegni a rispettare la democrazia ».

Le prese di distanza valgono per tutti?

«Non davvero. Nessuno chiede agli esponenti della sinistra di prendere le distanze da Lenin o dal Che Guevara che uccideva gli omosessuali ».

Perché?

«Perché in Italia, come in tutto il mondo occidentale, esista un’egemonia culturale della sinistra. I comunisti e i loro eredi sono riusciti a riunire magistratura e giornali su temi che convengono a loro, e il fascismo viene usato come arma nei confronti della destra. Ma il contrario non vale. Anzi, a sinistra si pensa che il temine anticomunista non sia un titolo d’onore ma una colpa».

E Bibi che incontra Giorgia? Sono due cripto-fascisti?

«Netanyahu è l’uomo che ha governato Israele più a lungo. Eletto e ri-eletto democraticamente, lascia che la piazza sia libera di protestare e ha gran parte della stampa contro. Come fascista, insomma, è un fallimento. Il pubblico italiano forse non lo sa ma lui rispetta le decisioni della magistratura e non parlane anche più della riforma della giustizia dopo che il procuratore generale d’Israele, la signora Gali Baharav-Miar, gliene ha fatto divieto. Lui ha accettato le regole del gioco e ha fatto ricorso. Nel frattempo, tace».

Perché la sua riforma accende gli animi? È sbagliata?

«No, è una riforma buona. In Israele c’è un sistema che si è costruito progressivamente secondo cui chi ha il potere di decidere su tutto, dallo schieramento dei militari a chi va al governo fino ai permessi di costruzione in Giudea e Samaria, è il potere giudiziario. La Corte suprema si è accaparrata i poteri della nostra Corte di Cassazione come tribunale di ultimaistanza, della Corte Costituzionale giudicando le leggi senza questa competenza fosse prevista, e del Consiglio di Stato annullando gli atti dell’amministrazione. E come se questo non fosse abbastanza, è anche tribunale di prima istanza che ascolta chiunque voglia intervenire contro il governo, anche se chi ricorre non è israeliano né ha un interesse diretto nel procedimento».

Ma perché Bibi vuole che la Knesset abbia l’ultima parola rispetto alla Corte Suprema?

«Perché questa si è anche arrogata il diritto di abolire le leggi fondamentali d’Israele (che non ha una costituzione scritta, ndr) sulla base del principio di ciò che alla corte sembra “ragionevole”, che non è un criterio oggettivo».

Possiamo fare un esempio?

«La Corte sta per decidere se lanomina del ministro Bezalel Smotrich(del Partito nazionale religioso, ndr) sia ragionevole. Non legale, ragionevole. Come se lui non fosse uscito da un voto».

Ma perché cambiarne i criteri di nomina della Corte?

«Negli Usa la nomina il presidente, in Italia un terzo il presidente, un terzo il Parlamento, un terzo la magistratura. Oggi in Israele la Corte si nomina tutta da sé».

E l’opposizione?

«Soffia sul fuoco, strumentalizza i piloti, cerca di sequestrare i deputati di destra per impedirgli di votare, ha cercato di invadere la Knesset ma nessuno ne ha parlato».

Un’altra egemonia culturale?

«Certo. Si è dimenticato che dovrebbe contare l’elettorato, chi vota e non chi ha io giornali o sa parlare meglio. In Israele ha vinto una certa parte, e chi ha perso è determinato anonpermettere alla maggioranza di esercitare il suo ruolo. Dissentire dalla riforma è perfettamente legittimo ma queste decisioni, non dimentichiamolo, le deve prendere il Parlamento non la piazza».

Ma Bibi è in conflitto di interessi?

«No perché lui è imputato in processi di primo grado e cambiare i poteri della Corte suprema o le regole per la sua elezionenonha alcun effetto su quei procedimenti. La vera questione è chi comanda in Israele: il governo espressione del Parlamento, e cioè degli elettori,o dei giudici eletti da se stessi?».

MEINUNG Italien zwischen rechts und populistisch - Pagine Ebraiche  International
Daniel Mosseri


lettere@liberoquotidiano.it

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