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Libero Rassegna Stampa
29.10.2021 Torture al Bataclan
Commento di Mauro Zanon

Testata: Libero
Data: 29 ottobre 2021
Pagina: 15
Autore: Mauro Zanon
Titolo: «Bataclan, padre conferma le torture»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 29/10/2021 a pag.15, con il titolo "Bataclan, padre conferma le torture", il commento di Mauro Zanon.

Unico giornale oggi a scrivere con chiarezza delle torture somministrate ai prigionieri del Bataclan è Libero con questo articolo di Mauro Zanon. Sugli altri quotidiani prevale il silenzio.

Ecco l'articolo:

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Mauro Zanon

5 jaar na Bataclan: Frankrijk zag een grote aanslag niet aankomen' | NU -  Het laatste nieuws het eerst op NU.nl

Tra le deposizioni che si susseguono a Parigi nel quadro del maxi-processo sugli attentati jihadisti del 13 novembre 2015, una in particolare ha suscitato particolare attenzione negli ultimi giorni: quella del padre di Alban Denuit, artista di 32 anni originario del comune di Marmande, nel sud-est della Francia, assassinato al Bataclan. «Mio figlio aveva appena ottenuto il diploma di dottorato e aveva deciso di festeggiare quel giorno con i suoi amici e le sue amiche. Purtroppo, non è più rientrato», ha esordito martedì Patrick Denuit, rivolgendosi ai giudici. Poi, dopo aver preso un respiro profondo, ha rivelato: «la persona dell'Istituto medico-legale mi ha detto testuali parole: "A suo figlio sono stati tagliati i testicoli, glieli hanno messi in bocca, è stato sventrato ed è morto dissanguato". Ero sconvolto». E ancora: «La psicologa mi ha detto: "Suo figlio è sdraiato sul fianco perché la parte destra del suo volto non può essere mostrata"». Ma c'è di più. Secondo quanto dichiarato da Patrick Denuit, un medico gli avrebbe confessato che «diverse vittime sono state uccise a colpi di coltello» e al figlio Alban sarebbe stato «strappato dall'orbita» l'occhio destro. Inoltre, avrebbe avuto un incontro con l'ex sottosegretario presso il ministero dell'Interno Laurent Nuñez e un altro ministro durante il quale i due membri del governo avrebbero confermato torture e mutilazioni all'interno del Bataclan. «Il signor Nuñez e un altro ministro mi hanno detto: suo figlio è stato sventrato dal basso. L'altro ministro ha aggiunto: lo hanno squartato e colpito a morte», ha raccontato tra lo choc dei presenti.

LE TESTIMONIANZE La testimonianza sconvolgente di Patrick Denuit rilancia una questione che era stata archiviata tropPo presto dagli inquirenti, quasi soffocata: alcune vittime del Bataclan sono state torturate in quella maledetta notte del 13 novembre 2015? Dal rapporto ufficiale della Commissione d'inchiesta relativa ai mezzi utilizzati dallo Stato per lottare contro il terrorismo dal 7 gennaio 2015, la Commission Fenech, erano già emersi alcuni dettagli raccapriccianti. Durante l'audizione del 21 marzo 2016, un poliziotto della Bac (Brigade anti-criminalité), tra i primi soccorritori a entrare nel Bataclan, dichiarò: «Dopo l'assalto, eravamo con alcuni colleghi a livello del passage Saint-Pierre Amelot (stradina accanto al Bataclan, ndr), quando ho visto uno degli inquirenti uscire in lacrime e vomitare. Ci ha detto quello che aveva visto». Alain Marsaud, uno dei membri della Commission Fenech, gli chiese: «Le torture sono state commesse al secondo piano?». «Credo di sì», rispose l'agente della Bac, «perché quando sono entrato al pianoterra non c'era niente di simile, solo persone colpite da proiettili». Poi, rivolgendosi al presidente della Commissione Georges Fenech, lo stesso agente precisò: «Alcuni corpi non sono stati presentati alle famiglie perché c'erano delle persone decapitate, sgozzate, sventrate. C'erano donne che sono state accoltellate a livello dei genitali». Nello stesso rapporto, consultabile sul sito dell'Assemblée nationale, il presidente della commissione affermò di aver ricevuto una lettera da parte del padre di una vittima che parlava di torture. Quel padre era proprio Patrick Denuit, lo stesso che al presidente della Corte d'Assise speciale Jean-Louis Périès ha chiesto di sapere cos'è veramente successo al Bataclan. Pochi giorni dopo l'attentato nella sala concerti parigina, sul quotidiano lionese Le Progrès era inoltre apparsa la testimonianza di una madre, il cui figlio, poliziotto, aveva «visto scene di sangue e teste decapitate».

NUOVE RIVELAZIONI Ci sono ancora molte ombre, insomma, attorno a quella notte, e c'è una richiesta di verità, da parte dei padri delle vittime, che la Corte d'Assise speciale è chiamata a soddisfare per lenire il loro dolore. Ieri, intanto, sono spuntate nuove rivelazioni sul dossier Samuel Paty. Le Figaro ha scovato un video pubblicato lo scorso giugno ma passato inosservato dove Abouyezid Anzorov, il padre dell'assassino del professore di storia e geografia, viene intervistato da un blogger salafita ceceno. Nel filmato, Abouyezid glorifica il figlio Abdoullakh che, decapitando Paty, «ha pagato il debito di tutti i musulmani», e si dice contento perché «è morto difendendo l'onore di tutti i ceceni».

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