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Libero Rassegna Stampa
13.08.2021 Israele, Covid: green pass obbligatorio anche per i bambini
Commento di David Zebuloni

Testata: Libero
Data: 13 agosto 2021
Pagina: 11
Autore: David Zebuloni
Titolo: «Test obbligatori in Israele per i bambini dai tre anni»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/08/2021, a pag.11 con il titolo "Test obbligatori in Israele per i bambini dai tre anni", il commento di David Zebuloni.

Inseguire il sogno di Israele, tra realtà e illusioni | Kolòt-Voci
David Zebuloni

Overview - COVID-19 - Eurostat

Già oggi in Israele è obbligatorio, per i bambini di età superiore ai 12 anni, mostrare il green pass per partecipare a varie attività. L'intenzione, che a breve sarà trasformata in realtà, è quella di rendere obbligatori i test sulla positività al coronavirus a partire dai tre anni di età. La disposizione entrerà in vigore a partire dalla prossima settimana e sarà richiesta per permettere ai bambini di frequentare scuole, piscine, hotel o palestre. Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha dichiarato che da mercoledì lo stato finanzierà test illimitati per i bambini dai tre agli 11 anni. E durante un colloquio con l'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla lo ha esortato ad accelerare l'approvazione del vaccino contro il Covid-19 per i minori di 12 anni. Un primato che va ad aggiungersi ad un altro discusso record per Israele, quello di anticipare il via libera del FDA, il gigante della farmaceutica statunitense, e somministrare ai cittadini over 60 con una terza dose di Pfizer contro la variante Delta e i suoi preoccupanti sviluppi. I primi volontari a vaccinarsi, sotto gli occhi vigili (o preoccupati?) del Premier Naftali Bennett, sono stati il Presidente Isaac Herzog e la moglie Michal. Da allora, ovvero dal primo del mese di agosto, la situazione pare essere precipitata: con un picco di seimila contagi giornalieri e più di quattrocento pazienti ricoverati in gravi condizioni. Ciò accade pochi mesi dopo un totale ritorno alla normalità nello Stato Ebraico. Un ritorno alla vita privo di mascherine e distanziamenti sociali, privo di scuole virtuali e palestre domestiche. Nel mese di marzo, infatti, prima ancora dell'invasione della nuova variante, Israele aveva effettivamente sconfitto il virus. Con quasi sei milioni di cittadini vaccinati (su otto) e zero contagi giornalieri, l'allora governo Netanyahu aveva abolito ogni sanzione che rievocasse l'anno trascorso all'insegna del Covid. Oggi, il governo Bennet, si trova ad affrontare una battaglia tanto complessa da confondere persino gli esperti: prima schierati all'unanimità a favore dei vaccini, ora scettici sulla loro efficacia rinnovata. Intanto, le ultime sul fronte della ricerca dicono che secondo il team del Sourasky Medical Center di Tel Aviv un farmaco sviluppato in Israele e sperimentato in Grecia è riuscito a curare in meno di 5 giorni il 93% dei 90 pazienti ricoverati in gravi condizioni a causa del Covid. Lo studio, condotto ad Atene poiché in Israele fino allo scorso mese non vi erano ancora abbastanza pazienti positivi, ha superato con successo la prima e la seconda fase della sperimentazione.

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