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Libero Rassegna Stampa
24.05.2021 La tragedia della funivia Stresa-Mottarone. Anche 5 israeliani tra le vittime
Cronaca di Enrico Paoli

Testata: Libero
Data: 24 maggio 2021
Pagina: 5
Autore: Enrico Paoli
Titolo: «Il giallo della fune tranciata di netto»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 24/04/2021 a pag.5, la cronaca di Enrico Paoli dal titolo "Il giallo della fune tranciata di netto".

Precipita cabina della funivia Stresa-Mottarone: 14 vittime fra cui due  bambini | Sky TG24
La tragedia della funivia Stresa-Mottarone

Un cavo tranciato di netto. I dispositivi di sicurezza che non fanno il loro mestiere. La cabina, con 15 persone a bordo, che rotola a valle come una bilia per almeno 20 metri, finendo la sua tragica corsa contro due alberi. Poi solo silenzio e morte. Sono passate da poco le 12 di una domenica di ritrovata normalità - la cabinovia del Mottarone, quella che collega Stresa con la vetta, è tornata in servizio sabato, dopo un lungo stop imposto dalla pandemia - quando la scena cambia drammaticamente. Tutto molto in fretta, e con tanti perché, in attesa di una risposta. Compreso quello sui passeggeri a bordo della cabinovia. Fra le vittime una famiglia di origine ebraica (nati in Israele ma residenti a Pavia) e un iraniano, Shahaisavandi Mohammadreza, nato in Iran il 25 agosto del 1998, ma residente a Diamante, in provincia di Cosenza. Il persiano era lì con la fidanzata. Ma è un particolare a colpire: fra le vittime israeliane c'è il capo della sicurezza delle comunità ebraiche, in particolare quella di Milano. Un caso, forse. Oppure quel cavo potrebbe non essersi tranciato da solo? Ipotesi, solo ipotesi. Dubbi da sciogliere, quesiti in attesa di risposte, che aprono la strada a scenari non proprio rassicuranti, sui quali gli inquirenti dovranno indagare. Possibile un incidente simile, un cavo tranciato di netto, dopo solo un giorno di attività?

IMPATTO DEVASTANTE L'impatto della cabina con gli alberi è stato devastante. Per quale ragione la fune portante sia spezzata, senza l'innesco dei dispositivi di sicurezza (in grado di evitare il distacco della cabina), sarà l'inchiesta della magistratura a chiarirlo. Il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, ha disposto il sequestro dell'impianto, in modo da poter accertare le cause della tragedia. «Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell'impianto», spiega il procuratore, «cominceremo dai rilievi tecnici per accertare le cause dell'incidente». Non sarà un lavoro facile quello degli inquirenti, anche se gli elementi emersi sin qui delineano una pista. «La fune traente si è strappata. Due escursionisti hanno sentito un fischio e hanno visto la cabina che stava arrivando in vetta, retrocedere velocemente», racconta la sindaca di Stresa, Marcella Severino. «C'è un cavo tranciato, gli altri sono intatti», afferma il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania, «al momento non risultano problemi di manutenzione, ma faremo tutti gli accertamenti possibili». Secondo la prima ricostruzione, «il cavo portante si è tranciato all'altezza dell'ultimo pilastro», spiega l'ufficiale dell'Arma, «e, nonostante dovrebbero esserci dispositivi di sicurezza, la cabinovia si è staccata». Perché quei sistemi di tutela non hanno funzionato? Cosa non si è attivato? I magistrati dovranno necessariamente chiarire questo aspetto, partendo proprio dagli elementi messi insieme dal colonnello dei Carabinieri, e dalle testimonianze. Eppure, per chi vive a diretto contatto con la cabinovia, l'impianto era in perfette condizioni. «Quattro anni fa la struttura ha avuto degli importanti interventi di restauro. Sono state sostituite le funi traenti e portanti quindi non si capisce», sostiene la sindaca di Stresa, Marcella Severino, quasi in lacrime. Il Comune, caro a Piero Chiara, avendo ambientato qui il celebre romanzo "La stanza del Vescovo", è proprietario dell'impianto. «Nei prossimi giorni si penserà ai motivi di quel che è successo», chiosa il sindaco. Ad indagare non c'è solo la magistratura. Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili ha istituito una Commissione ispettiva con il compito di «individuare le cause tecniche e organizzative» che hanno provocato la tragedia della cabinovia. Il capo del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del Mims, Mauro Bonaretti, ha firmato il decreto istitutivo della Commissione di esperti, presieduta dal professor Gabriele Malavasi, che dovrà redigere una relazione dettagliata da presentare al ministro, Enrico Giovannini, sulle cause tecniche e organizzative che hanno provocato l'incidente.

CONTROLLI FREQUENTI Gli uffici competenti del Mims spiegano che la revisione generale dell'impianto è avvenuta nell'agosto del 2016, i controlli si sono poi susseguiti a luglio del 2017 e successivamente, tra novembre e dicembre 2020, sono stati effettuati controlli specifici sulle funi. In particolare, a novembre del 2020 sono stati effettuati controlli magnetoscopici sulle funi portanti, sulle funi traenti e sulla fune soccorso. Infine, a dicembre 2020 è stato effettuato da una società specializzata l'esame visivo delle funi tenditrici. «Nel 2016 è stata completata una revisione generale a cura di Leitner», spiega il portavoce dell'azienda altoatesina di Vipiteno che si occupa di impianti a fune e battipista, «con installazioni di nuove apparecchiature elettroniche che hanno interessato cabine e carrello. Non erano stati fatti interventi sulla fune che viene controllata annualmente». «Per il momento è ancora prematuro stabilire le esatte cause della tragedia», spiegano dalla Leitner che si è detta pronta a collaborare con la magistratura. «I controlli, le verifiche, erano tutte a posto. Poi quel che è accaduto è tutto da verificare», afferma l'avvocato Pasquale Pantano, difensore della società che gestisce la funivia del Mottarone. L'impianto è di proprietà del Comune di Stresa».

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