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Libero Rassegna Stampa
22.03.2019 Strage sfiorata a San Donato: la parodia di 'Repubblica' è meglio di quella vera
Commento di Pietro Senaldi

Testata: Libero
Data: 22 marzo 2019
Pagina: 3
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: «La parodia di 'Repubblica' è meglio di quella vera»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/03/2019, a pag. 3, con il titolo "La parodia di 'Repubblica' è meglio di quella vera", il commento di Pietro Senaldi.

Domenica su IC uscirà il commento di Andrea Zanardo sull' "incidente" di San Donato, il politicamente corretto e Gad Lerner.

A destra: la parodia di Repubblica sulla prima pagina di Libero di oggi

Ecco l'articolo:

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Pietro Senaldi

Siamo arrivati all’assurdo che se un senegalese sequestra un pullman di bambini per fare una strage degli innocenti allo scopo di vendicare le morti in mare degli immigrati e dare una lezione a Salvini, c’è qualcuno, tra gli sponsor nostrani dell’accoglienza, che si schiera dalla sua parte e gli fornisce legittimazione politica. Nelle interpretazioni giornalistiche del gesto criminale dell’Erode d’importazione di San Donato, c’è infatti chi ha dato una parte di responsabilità dell’accaduto al ministro dell’Interno, reo di aver chiuso i porti. Sono letture ideologiche che cozzano contro la realtà. Da che Salvini è al Viminale, sono diminuiti partenze, sbarchi e morti in mare. Addebitare i naufragi al leghista è una fake news. Chi quotidianamente, da anni, mette il ministro sul banco degli imputati, enfatizzando qualsiasi episodio di intolleranza si verifica nel Paese per accusarlo di razzismo e di alimentare il clima d’odio, oggi dovrebbe puntare il dito accusatore verso se stesso. Sono gli antisalviniani di professione ad aver moralmente riempito le taniche di benzina di Ousseynou Sy, fornendogli il brodo culturale perla sua azione terroristica, e offrendogli il bersaglio politico. Siccome, grazie a dio, a un ragazzino particolarmente sveglio, Rhami, al quale dovremmo regalare subito la cittadinanza, perché il merito va premiato, e ai nostri straordinari carabinieri, il sacrificio umano è stato sventato, possiamo permetterci un sorriso. Per questo offriamo ai nostri lettori in prima pagina la riproduzione taroccata e scherzosa di quella che avrebbe potuto essere la copertina di Repubblica in edicola ieri. È la sintesi satirica di come la vedono i più determinati sponsor dell’accoglienza e dell’anti-salvinismo e di come noi vediamo loro.

QUALCOSA DI DIVERTENTE Non è opera della nostra fantasia, l’abbiamo trovata su Internet, dove spesso fioccano insulti e cattiverie ma ogni tanto si può trovare anche qualcosa di divertente. Il gesto terroristico diventa «un incidente a San Donato», il criminale senegalese è solo «un conducente integrato ma distratto» e i bambini sopravvissuti sono animati da «tanta voglia di superare la paura dell’altro». Poi ci sono Saviano che ci spiega che talvolta «l’amore brucia più del fuoco» e il ritratto del folle, «un angelo, poi diventato italiano». Ma personalmente l’articolo che preferisco è quello sulla fuga delle vittime al grido «più Europa». È tutto surreale, chiaro, ma non è che la realtà sia poi meno grottesca, se si pensa che uno scuolabus è stato dato in mano a un uomo con precedenti per guida in stato di ebbrezza e abusi sui minori. Un po’ come mettere Dracula a capo dell’Avis, si diceva un tempo quando si voleva indicare un paradosso. Con l’autista di San Donato il paradosso è diventato realtà quotidiana, ed è auspicabile che oltre a lui paghi anche chi l’ha messo lì.

AFFETTUOSITÀ GIORNALISTICA Quanto al nostro gioco della finta prima di Repubblica, è un’affettuosità giornalistica e niente più. Noi di Libero siamo noti per i nostri titoli diretti e senza fronzoli, che arrivano al punto anche in maniera brutale e ci hanno fatto guadagnare, oltre a qualche guaio, centinaia di tentativi di imitazione su Internet, con parodie spesso poco simpatiche. Ci fanno più cattivi di quel che siamo e nessuno ci perdona la nostra voglia di scherzare anche in modo pesante. Questa lettura ultrabuonista e assolutoria di Repubblica ci sembrava invece divertente e leggera, per questo la pubblichiamo. Non credo che i colleghi si indigneranno per lo sfottò. In un giornale, che è prodotto imperfetto per definizione, si può sbagliare tutto, tranne la linea. Quella di Repubblica, come la nostra, è molto chiara, per questo piace o non piace,ma comunque fa pensare.

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