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Libero Rassegna Stampa
20.11.2018 La lingua biforcuta di Mai Al Kalla
La vecchia tecnica palestinista, in arabo incitare al terrorismo, in italiano parole di pace

Testata: Libero
Data: 20 novembre 2018
Pagina: 10
Autore: Fausto Carioti
Titolo: «Siamo uno Stato, non un gruppo di terroristi islamici»

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Mai Al Kalla durante una manifestazione

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/11/2018, a pag.10 con il titolo "Siamo uno Stato, non un gruppo di terroristi islamici" la lettera della signora Mai Al Kalla, che si firma 'ambasciatore dello Stato di Palestina in Italia' e la risposta di Fausto Carioti, che riporta l'intera vicenda nella realtà. Non esistendo nessuno Stato di Palestina, va da sè che l'intera struttura diplomatica è una finzione, resa possibile dal trattamento di favore che l'Europa e le organizzazioni internazionali praticano non tanto per convinzione, quanto per ostilità verso Israele, lo Stato degli ebrei.

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Gentile direttore,
In merito all'articolo pubblicato a firma Fausto Carioti - occhiello Il presidente della Camera a gas, titolo Fico si avvicina ai terroristi palestinesi, non aggiungo altro a ciò che ha scritto il Presidente Fico su una definizione di Montecitorio che offende in maniera inequivoca il Parlamento italiano e sei milioni di ebrei vittime dell'Olocausto, nonostante la risposta pretestuosa e manipolatoria che lei ha successivamente ritenuto opportuno rivolgergli. Vorrei invece commentare il fatto che l'articolo si permetta di parlare del mio incontro con il Presidente Fico come di un avvicinamento del Presidente «ai terroristi palestinesi»; definisca la mia persona come una «tifosa dei jihadisti»; e sostenga che lo Stato palestinese costituisce «una finzione giuridica». Non è forse necessario ricordarle che chi scrive è la legittima rappresentante, accreditata presso il Quirinale, dello Stato di Palestina, riconosciuto come Stato Osservatore delle Nazioni Unite dall'Assemblea Generale dell'ONU già il 29 novembre 2012, con il voto favorevole di 138 Paesi compresa l'Italia. E' sicuramente opportuno esprimere il mio profondo rammarico di fronte alla totale insensibilità del giornale che si pregia di dirigere, nei confronti di un intero popolo. Un giornale che, evidentemente, pur definendosi «Libero», non comprende il sacrosanto diritto alla libertà e all'autodeterminazione del popolo palestinese; e ignora, o finge d'ignorare, le ingiustizie sofferte da questo popolo a causa di più di 50 annidi occupazione, fornendo per questo ai suoi lettori un'informazione scorretta. Sarebbe invece il caso di apprezzare il sostegno di un grande Paese come l'Italia a un popolo determinato ad andare avanti per affermare il proprio diritto di esistere e per conseguire la pace attraverso la soluzione dei «due popoli e due Stati». I nostri prigionieri nelle carceri israeliane, detenuti senza alcun capo d'accusa o per aver tentato di resistere agli orrori perpetrati dalle forze di occupazione, sono un emblema di questa lotta; come lo sono i giovani uccisi a sangue freddo che è nostro dovere piangere. Tutto ciò, come lei sa bene, non ha proprio nulla a che fare con la Jihad islamica o con il terrorismo, ma riguarda il diritto internazionale, che condanna l'occupazione israeliana dei Territori Palestinesi così come le uccisioni e gli arresti indiscriminati che ne sono una diretta conseguenza. Confidando in una più approfondita riflessione sull'argomento, colgo l'occasione per inviarle miei più cordiali auguri di buon lavoro.

D.ssa Mai Al Kaila,Ambasciatore dello Stato di Palestina in Italia, Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni delle Nazioni UniteFAO, IFAD e WFP •


La risposta di Fausto Carioti:

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Fausto Carioti

Il punto, signora Mai Al Kaila, non sono le sue credenziali, e credo che lei questo lo sappia benissimo. Non lo sono nemmeno le nostre differenze d'idee, scontate. Il punto è se sia corretto e credibile chi, come lei, quando parla in italiano, anche dinanzi alle nostre autorità, usa parole di pace, e quando invece si rivolge in arabo ai suoi compatrioti elogia jihadisti come Mutaz Hijazi, riconosciuto responsabile del tentato omicidio del rabbino Yehuda Glick e da lei definito «mille volte martire», al pari di altri terroristi. Su questo e sugli altri episodi che la riguardano, documentati nell'articolo, lei preferisce glissare. E fa bene. Quanto allo Stato palestinese, finché l'Italia non lo riconoscerà, resterà per noi di Libero una finzione giuridica.
Cordiali saluti.
Fausto Carlotl

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