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Libero Rassegna Stampa
26.06.2018 Gli Usa lanciano i soldati-talpa per la guerra al terrorismo
Commento di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 26 giugno 2018
Pagina: 10
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Guerra sottoterra: Trump crea i soldati-talpa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/06/2018 a pag. 10, con il titolo "Guerra sottoterra: Trump crea i soldati-talpa", il commento di Mirko Molteni.

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Mirko Molteni

Dalla Luna al centro della Terra, sembra che le nuove strategie americane vogliano abbracciare i sogni dello scrittore ottocentesco Giulio Verne. Pochi giorni dopo che il presidente Donald Trump aveva ribadito la volontà di costituire un corpo militare specializzato per lo spazio cosmico, è emerso ieri sulla stampa internazionale che l'esercito americano, l'US Army, sta avviando un programma di addestramento di alcuni reparti di fanteria per trarne corpi speciali per operazioni nel sottosuolo, pensando a tunnel, gallerie, bunker, forse anche caverne naturali. "Soldati talpa" per il cui allenamento e attrezzature sono stati investiti 576 milioni di dollari. Il Pentagono vuole abilitare all'impiego sotterraneo soldati scelti di 26 delle 31 brigate di combattimento dell'US Army e pare a buon punto, avendo completato la formazione in 5 brigate. Epicentro è la scuola di guerra della grande base di Fort Benning, in Georgia, per la precisione il Centro di Eccellenza delle Manovre, guidato dal colonnello Townley Hedrick, che ha spiegato alla stampa come è iniziato tutto: «Ci siamo resi conto che una grande città ha moltissime gallerie e fognature e ci potrebbe capitare di imbatterci in esse. Dobbiamo guardare a noi stessi e chiederci come ci comporteremmo noie il nostro equipaggiamento in questi casi».

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I PRECEDENTI Hedrick è partito ipotizzando un contesto domestico, ossia la selva di tunnel, metropolitane, gallerie di servizio, fogne, che si snoda per chilometri sotto ogni megalopoli, in America e nel mondo. La sola New York conta 443 miglia, cioè 720 km, di passaggi sotterranei di tutti i tipi. Un luogo ideale per terroristi che volessero spostarsi, piazzare ordigni o fuggire. Ma più in generale i teatri della guerra sotterranea sono molteplici. La Corea del Nord, con la quale pure gli Usa stanno trattando, conta migliaia di bunker e gallerie a ridosso della frontiera con la Corea del Sud, per coprire eventuali spostamenti di truppe, cani armati e artiglieria semovente nell'ipotesi di un'offensiva a sorpresa. Guardando al Medio Oriente, sono notissimi i tunnel con cui i miliziani di Hamas cercano di penetrare in Israele, scavando sotto la frontiera di Gaza. E poi ci sono le estese gallerie che i jihadisti dell'Isis hanno scavato per anni in Siria. Tutti esempi ben presenti nella mente degli ufficiali americani, i quali non dimenticano nemmeno ciò che i loro nonni affrontarono nel 1945 sbarcando a Iwo Jima, l'isola che i giapponesi avevano tramutato in un dedalo di tunnel e pertugi, espugnabili solo nel modo più disumano, ossia coi lanciafiamme. Anche in Vietnam, dal 1965 al 1973, la lotta sotterranea fu tremenda per gli americani impreparati ai "formicai" dei Viet Cong. Del resto, i combattimenti nel sottosuolo rimontano agli antichi assedi dei secoli passati, alla "lotta di mina e contromina" con cui gli assedianti cercavano di parcare sotto le mura e i difensori scavavano gallerie per intercettarli, talvolta sacrificando la vita, come fece Pietro Micca per difendere Torino dai francesi nel 1706.

I RISCHI Oggi l'US Army sviluppa apposite maschere respiratorie, del costo di 13.000 dollari l'una, per ovviare alla scarsità d'aria e anche alla maggior pericolosità, in spazi chiusi, di gas usati dal nemico. Ma anche radio speciali nell'elmetto, per comunicare con la superficie almeno da alcuni metri di profondità. Una sola di queste radio potenziate costa 10.000 dollari sebbene spingendosi troppo in basso, anch'essa possa ammutolirsi, quando lo strato di terra s'ispessisce. Lottare al buio presuppone che tutti indossino visori infrarossi e rinuncino a fattori finora scontati per la fanteria, come l'appoggio di aerei e carri armati. Ci vuole persino un silenziamento delle armi per evitare che troppi scoppi ravvicinati intontiscano o assordino il soldato. La sfida del combattimento claustrofobico è appena iniziata.

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