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Libero Rassegna Stampa
03.04.2018 La vignetta antisemita di Vauro
Commento di Giovanni Sallusti

Testata: Libero
Data: 03 aprile 2018
Pagina: 7
Autore: Giovanni Sallusti
Titolo: «Per attaccare gli israeliani Vauro spara a Gesù Cristo»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/04/2017, a pag. 7, con il titolo "Per attaccare gli israeliani Vauro spara a Gesù Cristo", il commento di Giovanni Sallusti.

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Giovanni Sallusti

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L'ignobile vignetta di Vauro

C'è un aspetto che oggettivamente irrita, dei soldati israeliani. Sta nella paradossale concatenazione delle cause, per cui il loro lavoro sacrosanto a difesa della propria terra dall'infiltrazione di allegri gitanti come i terroristi di Hamas, finisce anche a beneficio di personagg(ett)i come Vauro Senesi. Si, il vignettista tutt'oggi convinto che matita rossa la trionferà, che in tv si proclama «orgoglioso di essere comunista», ovvero orgoglioso di aver tifato per una macchina sterminatrice di insuperata efficienza, che ha lasciato sul selciato del Novecento un centinaio di milioni di morti. Noto cuor di leone, Vauro se l'è presa parecchie volte nel corso della carriera col bersaglio più facile, quel Gesù che ormai anche la Chiesa ha rinunciato a difendere, mentre non si ricordano sue strisce argute contro Maometto (per forza, II rischierebbe la pelle, genere Charlie Hebdo, liberi provocatori, non finti rivoluzionari da sofà). Anche per questa Pasqua, il compagno Senesi non ha mancato l'appuntamento. Sulla rivista Left ha infatti partorito una vignetta a proposito della Resurrezione, in cui un Cristo che esce dal sepolcro viene subito stecchito da un proiettile, e a lato un bambino palestinese (Vauro, come i suoi amici di Hamas, ama armare la propaganda con bocche innocenti) dice: «Te l'avevo detto, occhio ai cecchini israeliani!».

 

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Vauro Senesi

PRIMA TRINCEA Grande dibattito e scandalismo reciproco in rete, ma il punto non è la libertà di Vauro di sfornare bestialità storiche e morali, che è ovvia, bensì la nostra libertà di ripristinare un minimo di logica, mentre i cosiddetti grandi giornali da giorni menano la grancassa sulla «strage di Gaza», quando ad ora quasi tutti i palestinesi caduti erano conclamati terroristi appartenenti all'ala militare di Hamas, i quali stavano arbitrariamente forzando la frontiera israeliana, dubitiamo per inscenare un convegno di teologia comparata tra l'Allah coranico e il Dio del Vecchio Testamento. Assai più facile che i gentiluomini volessero piazzare qualche bomba, essendo Hamas un grazioso clubbino che nel proprio Statuto contempla come missione sociale la distruzione totale dello Stato d'Israele. Precisamente, l'Islam lo «porrà nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui». E esattamente per questo, che quei soldati israeliani di guardia al confine di Gaza sono la nostra prima trincea. Perché di là c'è il nostro nemico, colui che si dichiara come tale, anche se noi spesso non lo riconosciamo e anzi gli tendiamo la mano da sciocchi servi multiculti, colui che s'irradia in un pulviscolo di cellule presenti e pronte ad attaccare anche in Italia (è cronaca di questi giorni, con i protagonisti della rete smantellata dalla Procura di Roma che al telefono s'intrattenevano sulla necessità di «tagliare la testa e i genitali agli infedeli»). Un nemico che ha un nome, terrorismo islamico, parecchi finanziatori, in testa gli emiri del Qatar che si stanno comprando interi quartieri delle nostre città, e qualche problema. Il suo primo problema si chiama Israele.

LIBERTÀ DI BLASFEMIA Dovremmo essere filoisraeliani già solo per interesse, urlava una grande filoisraeliana per convinzione, Oriana Fallaci Perché loro tengono a bada il Mostro là dove nasce, in Medio Oriente, e dove da decenni moltiplica le sue spaventose teste, si chiamino Hamas, Jihad Islamica, Al Qaeda, Isis. «Sono sionista perché sono donna, europea e occidentale. Sono sionista perché sono egoista e se muore Israele, nostro migliore e coraggioso alleato, dietro Israele morremo anche noi», martellava Oriana. Se salta il piccolo ed eroico Stato ebraico vacilla la società aperta, quella che prospera al riparo da qualunque sharia, e sì, siamo parecchio egoisti, è una società che gradiremmo molto conservare. In questo sta l'assoluta superiorità dei soldati israeliani faccia a faccia col nemico su tutti i Vauro Senesi che accomodati nei loro attici intingono i loro cocktail nel veleno antiebraico. Se Vauro può vomitare loro addosso il suo odio su carta da privilegiato, al caldo della libertà di satira e fin di blasfemia, è perché loro tengono duro, non arretrano, non s'involvono in irenismi autolesionisti all'europea, combattono il Mostro. E grazie ai fucili israeliani che un attempato vignettista comunista può giocare a fare l'anti-israeliano, ed è davvero la vittoria finale della libertà.

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