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Libero Rassegna Stampa
02.01.2018 Israele: ecco la strategia del Mossad
Analisi di Daniel Mosseri (sbagliata la titolazione)

Testata: Libero
Data: 02 gennaio 2018
Pagina: 12
Autore: Daniel Mosseri
Titolo: «Israele ha la licenza di uccidere»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/01/2018, a pag. 12, con il titolo "Israele ha la licenza di uccidere", l'articolo di Daniel Mosseri.

Il CORRIERE della SERA titola, a pag. 13, "Dodici capi d'accusa per la ragazzina-simbolo", in riferimento a Ahed Tamimi, nota provocatrice che spesso ha filmato scene di fantasia utilizzate per accusare di crimini l'esercito israeliano, grazie alle telecamere donate da B'Tselem per riprendere i soldati israeliani in atteggiamenti 'duri' dopo essere stati provocati. Non è un "simbolo", ma una provocatrice pagata da terroristi che vogliono spargere menzogne e odio contro Israele.

AVVENIRE, a pag. 14, pubblica una velina sugli insediamenti israeliani nei territori contesi parziale e faziosa. Nulla di nuovo sul quotidiano dei vescovi, da sempre schierato contro lo Stato ebraico, e neanche nella notizia, un pretesto per attaccare Israele.

Lascia perplessi anche il titolo scelto dalla redazione di Libero all'articolo di Daniel Mosseri, che è invece impeccabile. Israele non ha alcuna "licenza di uccidere", ma interviene solo quando è necessario per salvare vite umane minacciate dai terroristi.

Ecco l'articolo di Daniel Mosseri: 

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Daniel Mosseri

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Da quando Donald Trump ha pubblicamente riconosciuto che Gerusalemme è la capitale di Israele, annunciando che l'ambasciata degli Stati Uniti sarà spostata da Tel Aviv alla Città Santa, da Gaza è ripreso lo stillicidio di missili verso il sud dello Stato ebraico. Nello spazio di tre settimane e mezzo, oltre 40 fra colpi di mortaio e razzi qassam sono stati esplosi dalla Striscia controllata da Hamas. Eppure le Israeli Defense Forces si guardano bene dall'avviare una controffensiva massiccia. Le ragioni sono molteplici: l'oggettiva difficoltà di azione a Gaza dove i jihadisti di mille sigle diverse lanciano i razzi a partire da abitazioni private; il danno di immagine sul piano internazionale che Israele ricava ogni volta che si difende da Hamas; e, non ultima, anche la rinnovata alleanza fra il principale movimento islamico e l'Iran. Nella Repubblica islamica le proteste di piazza sono in ripresa: fra donne che si tolgono il velo, dimostrazioni contro il carovita, arresti e uccisioni di manifestanti, il regime khomenista vive una fase di difficoltà. E da parte sua, scrive il quotidiano Haaretz, Israele non ha interesse a che l'opinione pubblica internazionale distolga lo sguardo dai guai degli ayatollah. Al di là delle accuse del ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman secondo cui l'Iran avrebbe fornito a gruppi salafiti di Gaza il materiale per la fabbricazione di missili, il governo di Benjamin Netanyahu non contrattacca, lasciando spazio alla Casa Bianca. Su twitter Donald Trump ha scritto che «in Iran è tempo di cambiare. Nonostante il disastroso accordo [sul nucleare] strappato all'amministrazione Obama, l'Iran sta fallendo a ogni livello. II grande popolo iraniano è stato oppresso per troppi anni, gli iraniani hanno fame di cibo e libertà. Oltre che dei diritti umani, sono stati spogliati della loro ricchezza». Messa in sordina un'azione militare contro Gaza, la ritrovata intesa sull'asse fra Washington e Gerusalemme passa invece dalla luce verde che in queste ore la Casa Bianca avrebbe concesso agli israeliani per uccidere il generale iraniano Qassem Soleimani. Citando il quotidiano del Kuwait Al-Iarida, il giornale israeliano scrive che oggi «esiste un'intesa israelo-americana secondo cui Soleimani rappresenta una minaccia agli interessi dei due paesi nella regione». Il militare è alla testa delle Forze Quds, il braccio operativo all'estero dei Guardiani della Rivoluzione, elemento portante del regime khomeinista. L'ok di Trump all'omicidio mirato di Soleimani rappresenta un'inversione a 180 gradi in politica estera. Tre anni fa l'intelligence israeliana sarebbe stata sul punto di eliminare Soleimani con l'ausilio di un veicolo carico di esplosivo nei pressi di Damasco ma l'amministrazione Obama avrebbe avvisato l'Iran, facendo fallire l'operazione. Anche Mohammad Reda Falah Zadeh, secondo in comando fra i militari iraniani attivi in Siria, sarebbe finito nel mirino degli 007 israeliani con il benestare di Donald Trump.

 

 

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