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Libero Rassegna Stampa
18.05.2016 Israele sotto assedio: il libro di Ugo Volli recensito da Carlo Panella
Esproprio dell'identità ebraica e accerchiamento internazionale

Testata: Libero
Data: 18 maggio 2016
Pagina: 25
Autore: Carlo Panella
Titolo: «La grande balla dell'islam 'laico': 'Gerusalemme è la città di Allah'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/05/2016, a pag. 25, con il titolo "La grande balla dell'islam 'laico': 'Gerusalemme è la città di Allah' ", la recensione di Carlo Panella.

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Carlo Panella

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La copertina

Israele è sotto assedio. Non solo degli eserciti arabi, non solo dei terroristi palestinesi della Cisgiordania, non solo dei razzi di Hamas da Gaza, ma anche dell'informazione e dei media occidentali che da sempre perdonano tutto -e oltre il tutto- ai palestinesi -assassinii, clamorosi errori politici, gaffes, menzogne spudorate - sino al punto di accusare Israele di avere colpa anche per le follie della leadership palestinese.

Per contrastare questo mainstream dal marzo 2001 (ben prima quindi dell'11 settembre delle Twin Towers) Angelo Pezzana pubblica on line un sito preziosissimo: Informazione Corretta, che ogni giorno, con pazienza certosina e equilibrio, contrasta la disinformazione su e contro Israele.

Esce ora nelle librerie il libro Israele, diario di un assedio (Proedi Editore, 622 pagine,18 euro) in cui sono pubblicati tutti gli interventi su Informazione Corretta di Ugo Volli dal 2009 a oggi. Il sottotitolo è eloquente: «La cronaca puntale di come terrorismo, politica internazionale e media collaborano a combattere la sola democrazia del Medio Oriente».

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Ugo Volli  

Tra i tantissimi temi trattati, con un'attenzione particolare alla disgraziata gestione della trattativa israelo-palestinese da parte di Barack Obama e alla scandalosa parzialità filo araba dell' Onu, uno è di particolare rilievo: la questione del Tempio. Tra i tanti punti su cui si esercita l'omertà dei media occidentali complice dell'oltranzismo fanatico arabo-palestinese questo è forse il più scandaloso, perché copre la radice del «rifiuto arabo di Israele». Il Tempio ebraico di Gerusalemme non è mai esistito e comunque non aveva sede su quella che oggi è la Spianata delle Moschee: questo è l'assunto incredibile, il dogma -non a caso codificato dal filo nazista Gran Mufti di Gerusalemme nel 1929- su cui si basa per l'Islam -moderato o fanatico che sia- la pretesa di egemonia unica, assoluta, sia su Gerusalemme che sulle terre «dal Giordano al mare». Il Muro occidentale, a cui da quasi duemila anni è rivolta tutta la mente e la fede dell'ebraismo, per l'Islam ortodosso, non è affatto alla base della Spianata del Tempio, ma si chiama «al Buraq», dal nome del cavallo alato su cui Maometto fece la sua ascesa in vita in Paradiso.

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Il Muro occidentale, a Gerusalemme

Sembra incredibile -e lo è, di più: è scandaloso- ma su questa colossale menzogna si basano il rifiuto arabo di considerare Gerusalemme la capitale storica dell'ebraismo e il rifiuto islamico di riconoscere il diritto degli ebrei alla terra di Israele. Naturalmente, negare, occultare, questa folle pretesa arabo-islamica, ha un senso profondo, perché permette ai media -e a molte cancellerie- dell'Occidente di fraintendere volutamente la guerra arabo-islamica contro Israele dal 1919 ad oggi, come questione unicamente di Terra, di Territorio Occupati dal 1967 in poi, di normale irredentismo. Non è così, come ben si comprende dalle tracotanti le parole dello sheilh Tayseer ak Tamimi, ex giudice-capo della scuola religiosa della Autorità Palestinese: «Allah ha decretato che la moschea di al Aqsa è islamica e appartiene ai musulmani da sola... è parte del credo religioso di un miliardo e mezzo di musulmani e gli ebrei non hanno alcun diritto su di essa. Nessun partito, non importa quanto potere e sostegno internazionale abbia, può cambiare questo stato di fatto, dando agli ebrei diritti su di essa, o la possibilità di pregare in qualsiasi sua parte. Al Aqsa comprende tutti i suoi cortili... e in particolare il suo Muro occidentale».

Dunque, il nodo profondo e irrisolvibile della questione israelo-palestinese è questo, tanto che durante tutta l'occupazione giordana del Muro, dal 1948 al 1967, fu proibito agli ebrei di avvicinarsi al loro Muro e furono anche scacciati dal quartiere prospiciente in cui hanno abitato da millenni. E lo stesso «laico» Abu Mazen fa propria questa fanatica negazione: «Gerusalemme è un patrimonio che Allah ci ha affidato. Salvarli dal mostro delle colonie e dal pericolo di giudaizzazione e di confisca è un dovere che spetta a tutti noi». Questo è il nodo irrisolvibile che impedisce ogni accordo.

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