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Libero Rassegna Stampa
11.09.2014 Hamas prepara già una nuova guerra a Israele
Commento di Michael Sfaradi

Testata: Libero
Data: 11 settembre 2014
Pagina: 13
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Hamas prende in giro tutti: scavano già i nuovi tunnel»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/09/2014, a pag. 13, con il titolo "Hamas prende in giro tutti: scavano già i nuovi tunnel", l'articolo di Michael Sfaradi.


Michael Sfaradi


Terrorista "al lavoro" in un tunnel, tratta da un video di Memri

Che l'operazione "Margine Protettivo" sia stata interrotta prima di raggiungere risultati concreti contro Hamas è ormai un fatto assodato e in Israele è già in corso il toto-guerra sulla data in cui l'organizzazione terroristica ricomincerà a lanciare missili. Basandosi su questi presupposti il servizio andato in onda qualche giorno fa su Al-Jazeera almeno in Israele non ha fatto scalpore. Semmai è ulteriore benzina alle critiche nei confronti del governo israeliano che ha ceduto ancora una volta alle pressioni internazionali. Nelle immagini del servizio si vede il giornalista che viene bendato e poi portato all'interno di un tunnel in costruzione situato presumibilmente nei pressi del confine con Israele. Le descrizioni del tunnel e delle condizioni di lavoro con cui viene realizzato sono precise e il reporter avanza mentre la telecamera spazia nello stretto cunicolo dove si vede l'ampio uso del cemento che doveva essere invece destinato alla costruzione di edifici civili. II tunnel non è completo è c'è anche il tempo per far vedere i lavori in corso e intervistare il terrorista di Hamas che descrive la scena come se si trattasse di una grande opera di ingegneria, poi, alla fine, la domanda di rito, e cioè l'obbiettivo del tunnel. La risposta, data con tutta l'enfasi possibile è suonata come l'ennesima dichiarazione di guerra «Questi tunnel saranno pronti per la prossima battaglia». E si, è proprio questa la notizia vera del servizio, lo scoop: nonostante i bombardamenti, nonostante il cessate il fuoco permanente in corso, Hamas ha ripreso, anzi non ha mai terminato, di scavare i suoi tunnel, attraverso i quali passano le armi e i missili con cui bombardano Israele. II servizio finisce poi nei pressi di in un altro tunnel, che è un punto di lancio dei missili anticarro Kornet e con le immancabili immagini che mostrano l'abilità con cui vengono preparate le rampe di lancio e i razzi puntati contro i civili israeliani. Da questi tunnel poi passa anche il contrabbando, e non ultimo gli aiuti umanitari "rubati". II 5 settembre scorso, durante un'intervista alla televisione dell'Anp, il Primo Ministro del governo di unità nazionale palestinese Rami Hamdallah ha dichiarato: «Il governo palestinese ha saputo che molti aiuti umanitari non sono mai giunti a destinazione. Generi di tutti i tipi sono conservati nei magazzini e non sono mai stati distribuiti alla popolazione ma ne hanno beneficiato solo alcuni gruppi protetti politicamente. L'entità degli aiuti che arrivano a Gaza da tutto il mondo è enorme e nella Striscia c'è una grande eccedenza di prodotti alimentari. Le medicine inviate sono più del necessario e non distribuite. Io vi dico che ci sono più medicine a Gaza che in tutta la Cisgiordania. Finora chiunque voglia dare una mano e rafforzare Gaza non sa cosa succeda veramente nella Striscia. Ci sono dei ministri di cui abbiamo perso ogni controllo». Che Hamas facesse mercato nero degli aiuti umanitari non è una novita, il "pizzo" terroristico era stato a più riprese denunciato, e sempre inascoltato, dalle autorità israeliane. Ora però la notizia è stata confermata da un appello pubblico ad Hamas, da parte dei vertici del governo palestinese, che chiede di distribuire il cibo e medicinali fermi nei magazzini alle classi più povere. Ma anche in questo caso però la notizia è passata in sordina in tutto l'occidente. Le cronache di guerra hanno riempito le prime pagine di tutti i giornali, ma quando gli aiuti umanitari per i sopravissuti diventano merce al mercato il silenzio complice e colpevole dell'occidente è assordante.

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