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Libero Rassegna Stampa
28.09.2012 Tunisia, donna denuncia i suoi stupratori e viene incriminata per oltraggio al pudore
la Tunisia in pieno inverno islamista

Testata: Libero
Data: 28 settembre 2012
Pagina: 15
Autore: Enrica Ventura
Titolo: «Stuprata e incriminata per oltraggio al pudore»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 28/09/2012, a pag. 15, l'articolo di Enrica Ventura dal titolo " Stuprata e incriminata per oltraggio al pudore ".


Rached Ghannouchi

Lo stupro di una donna è un atto odioso e lo diventa ancora di più se gli aguzzini sono dei poliziotti e la vittima viene accusatadaloro di attiosceni in luogo pubblico. Ma questo avviene in Tunisia, Paese dove è nata la primavera araba ma che più passano i mesi e più si trasforma in un lungo, freddo e decadente autunno. A quasi un anno dalla vittoria degli islamisti diMohammed Ghannouchie del suo partito Ennahda vicino ai Fratelli musulmani, lo scenario tunisino si fa sempre più inquietante. L’ultimo fatto inquietante è quanto accaduto a una ragazza che ha accusato due poliziotti di averla violentata e si è ritrovata a sua volta accusata dai suoi aguzzini per atti contrari alla pubblica decenza. La giovane aveva sporto denuncia contro gli agenti che il 3 settembre scorso, riferisce la tv Al Arabiya, avevano sorpreso lei e il fidanzato appartati in una vettura. Secondo la ragazza, mentre un terzo agente ammanettava lui, gli altri due le usavano violenza.Ma per gli agenti la postura in cui era stata sorpresa con il giovane era contraria alla pubblica decenza, reato per cui si rischiano sei mesi di carcere. Siamo ai livelli della «polizia morale» dell’Iran. Il processo è stato aggiornato amartedì e subito è partita la mobilitazione delle ong per difendere la ragazza: al suo fianco si sono schierate l’Associazione tunisina delle donne democratiche e la Lega tunisina dei diritti umani, che hanno denunciato come il reato dichiarato dagli agenti serva soltanto a spaventare i due giovani per impedire loro che venga fatta giustizia. Il ministero degli Interni si è smarcato dal processo che vede imputata la coppia, sostenendo che la decisione è stata presa dalmagistrato, ma ormai è sempre più chiara la svolta tutt’al - tro che moderata imposta dagli islamisti al potere. Arafforzare ilquadroinquietante è ilcomunicato della presidenza della Repubblica tunisina su un possibile ritorno alla pratica della tortura da parte della polizia. L’allarme è stato lanciato nelle stesse ore in cui il presidente Moncef Marzouki era a New York per intervenire all’Assemblea generale dell’Onu. Nel testo vengono citati tre casi, tra cui quello della ragazza stuprata; la morte di unuomo a seguito del pestaggio subito durante un interrogatorio; la repressione di disordini di piazza a El Hencha. Un elenco piuttosto confuso. Per le donne tunisine la caduta di Ben Alì ha rappresentato la fine della dittatura ma anche un salto nel buio islamista. Per ora la Costituzionenonverràmodificata e non sarà così introdotto il concetto di complementarità tra i sessi, che avrebbe di fatto cancellato quello di uguaglianza. Ora il nuovo fronte è la poligamia: la Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio (come quella saudita) vorrebbe reintrodurla. E sarebbe una sconfitta per la Tunisia, finora unico Paese arabo-musulmano in cui è illegale.

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