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Libero Rassegna Stampa
03.11.2011 Qatar: fomentare le rivolte nei Paesi limitrofi grazie ad al Jazeera
e reprimere il dissidio interno con violenze e denaro

Testata: Libero
Data: 03 novembre 2011
Pagina: 18
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Qatar dei nababbi fomenta le rivolte arabe grazie ad al Jazeera»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 03/11/2011, a pag. 18, l'articolo di Maurizio Stefanini dal titolo " Il Qatar dei nababbi fomenta le rivolte arabe grazie ad al Jazeera".


Qatar

È possibile per un Paese aizzare rivolte contro l’autoritarismo in tutto il mondo arabo attraverso unapropria emittente tv e addirittura inviare importanti aiuti finanziari e militari ai ribelli libici in guerra contro Gheddafi, pur mantenendo nel contempo in casa un regime di monarchia assoluta? Evidentemente, il fatto che il Qatar sia nel contempo anche il Paese al mondo colpiù alto tasso di crescita del Pil e con la più alta proporzione di milionari aiuta molto, a gestire questa flagrante contraddizione. Come ha stimato il giornale londinese di lingua araba Asharq Al-Awsat, il piccolo Paese del Golfo Persico ha un milionario ogni 58 residenti e ogni 11 cittadini, e anche il reddito pro-capite è il più alto del mondo: 86.000 dollari all’anno. Ma l’emiro Hamad bin Khalifa alThani deveaver pensato chenon era forse il caso dichiedere troppo alla sorte e che il modo migliore di gestire le possibile rivoluzioni è quello di pilotarle.Così, adesso ha annunciato che per la prima volta sarà eletto dal popolo quel consiglio consultivo che era l’unico timido contrappeso al suo potere assoluto sarà eletto. Con mille cautele, ovviamente. Bisognerà aspettare la seconda metà del 2013. Su 45 deputati ben 15 continueranno a essere designati. Né si sa ancora che poteri questo Consiglio potrà avere, né quale sarà il metodo di elezione.
AUMENTI A PIOGGIA
Comunque il primo passo è fatto. «È necessario per creare il moderno Stato del Qatar e un cittadino qatarino capace di affrontare le sfide attuali», ha spiegato l’emiro. «Abbiamo fede che sarete capaci di assumere la responsabilità». Da ricordare che il 1° settembre l’emi - ro aveva aumentato del 60% tutti i salari e le pensioni dei dipendenti pubblici. Aumento del 120% anche per gli ufficiali dell’esercito, mentre sottufficiali e truppa si erano dovuto accontentare, ma non si saranno disperati troppo, del 50%. Oggettivamente, oggi il Qatar scoppia di salute. Il bello è chequesto Paese,chefino aglianni ’20 viveva della pesca delle perle e dei pesci, dopo l’invenzione giapponese delle perle coltivate per la trentina di anni successivi evitò la fame grazie solo alle sovvenzioni degli inglesi, che vi avevano stabilito un protettorato: di fatto dal 1878 e di diritto dal 1916, fino al 1971. Solodopola scoperta del petrolio, nel 1947, è iniziato il boom che ne ha fatto oggi, appunto, il Paese che ha 29.000 famiglie con un reddito annuo eccedente il milione, su una popolazione che non arriva ai 2 milioni di abitanti. Dei quali poi non più di 400.000 sono cittadini: mentre il resto è costituito da immigrati. Ma se il petroliohafatto il Qatar ricco,èstato il gas a farne il Paese con il tasso di crescita del Pil che nel 2010 ha raggiunto la cifra mostruoso del 19,40%. Già scoperto in associazione col petrolio, il gas fu individuato da solo nel 1972. Nel 1981 iniziò lo sfruttamento, nel 1984 fu costituita la società Qatargas, dal 1991 il gas divenne una risorsa più importante del petrolio.
MONDIALI DI CALCIO
Per questo si è visto assegnare i Mondiali di calcio del 2022 e per il 2020 chiede le Olimpiadi.Una curiosa bandiera «a punte» bianca e cioccolata, il nome derivante dall’antica città oggi in rovina di Zubara, il Qatar è una penisoletta con le dimensioni dell’Abruzzo, e la popolazione della Liguria. Al 90%, concentrata nella capitale Doha. Ma ha anche il record del Paese più spesso sotto i riflettori mondiali in rapporto alle sue dimensioni. Così minuscolo, però, è al 12° posto al mondo per le riserve di petrolio. E 3° per il gas: un ventesimo di tutto il gas esistente al mondo è concentrato sotto questa penisoletta. Ma la semplicemente scandalosa disponibilità di materie prime significa ancora poco se l’antica eredità del commercio delle perle non avesse lasciato un sensazionale fiuto per gli affari. Così, il Qatar ha anche un Fondo Sovrano che è il nono del mondo, e che possiede il 15% della Borsa di Londra; e il 17% della Volswagen; e i famosi magazzini Harrods già proprietà di Mohammed Al-Fayed; ed è il principale azionista dell’altra grande catena di supermercati inglesi Sainsbury’s. Anche la politica è vista dalQatar in chiave sottilmente affaristica. Ad esempio, il Paese ha subito sostenuto i ribelli libici e pur non facendo parte della Nato ha inviato in loro aiuto 12 caccia. Così, è stato il primo Paese a mettere le mani sul business delle forniture petrolifere nel territorio sotto il controllo degli stessi ribelli. Ma un affare ancora più grosso l’emiro Hamad bin Khalifa Al Thani lo fece nel ’96: l’anno dopo aver depostocon ungolpedi palazzo, a 43, il padre Khalifa bin Hamad Al Thani, 63enne, sul trono da 23 anni, e poi mandato in esilio in Francia. Era infatti successo che la Bbc aveva deciso di chiudere il proprio servizio in arabo, lasciando un bel po’di giornalisti a spasso. Lui li assunse, e con loro costruì Al-Jazeera, il suo fiore all’occhiello con cui condizionare la politica mondiale.

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