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Libero Rassegna Stampa
07.11.2007 I fedayn palestinesi "ostentavano ritratti di Hitler"
lo dichiara il neonazista, ex terrorista rosso, Horst Mahler

Testata: Libero
Data: 07 novembre 2007
Pagina: 25
Autore: Enzo Piergianni
Titolo: «Confessioni dell'avvocato dei neonazisti»
LIBERO del 7 novembre 2007 pubblica un articolo sull'intervista dell'avvocato ebreo tedesco Michael Friedman al neonazista  (ex dell'estrema sinistra ed ex terrorista della Raf) Horst Mahler .
Nell'articolo segnaliamo un passaggio, utile a comprendere la recente storia del Medio Oriente: 
"I fedayn nel nostro campo" dichiara Mahler a proposito del suo periodo di addestramento al terrorismo in Giordania,  "ostentavano ritratti di Hitler e lo indicavano come l'uomo giusto"
Ecco il testo integrale:

«Heil Hitler, signor Friedman», «Shalom, signor Mahler» : gli estremi si toccano in un salottino dell'Airport Hotel di Monaco di Baviera e per due ore l'ebreo più discusso in Germania crivella di domande lo stregone più venerato del neonazismo tedesco. Ne viene fuori un'intervista di novanta pagine per Vanity Fair che diventa un caso giornalistico e scuote il paese perchè mai nel dopoguerra un giornale politicamente corretto aveva concesso così tanto spazio ad un fanatico nostalgico del Terzo Reich. E l'imputato Horst Mahler ne ha approfittato spudoratamente allargandosi nella sua esaltazione di Adolf Hitler e del nazismo ben oltre le previsioni del suo accusatore Michael Friedman. Al punto che il malcapitato intervistatore, alla fine, non ha potuto fare a meno di querelare l'intervistato per apologia del nazismo. Un processo in più per l'avvocato nero da una vita alle prese con la giustizia e nei cui confronti il 23 novembre il tribunale di Cottbus emetterà l'enne sima sentenza per il reato di saluto nazista. Nelle risposte di Mahler su Vanity Fair se ne sentono di tutti i colori e il giornale diventa la grancassa di affermazioni insopportabili. Anzitutto quella che «Hitler è stato il redentore, non soltanto del popolo tedesco». Mahler rifà la storia a modo suo, la riscrive con la svastica: «Non è stato Hitler a scatenare la seconda guerra mondiale, ma gli è stata sistematicamente imposta. Il Führer non poteva assistere passivamente ai massacri di cittadini tedeschi perpetrati dai polacchi». Lui naturalmente vede negli ebrei l'origine di tutti i mali: «L'ebreo mira al dominio mondiale. Martin Buber, un ebreo celebre, ebbe a dire che il giudaismo è la negazione della vita dei popoli». Sull'orrore di Auschwitz, Mahler ovviamente è negazionista e si scaglia contro «la menzogna dei sei milioni di morti nelle camere a gas». Accusa gli storici di avere gonfiato i numeri e poi invoca l'attenuante della guerra che inevitabilmente semina la morte. Mahler chiama in causa a sostegno delle proprie farneticazioni persino Johan Wolfgang Goethe e Winston Churchill. C'è un colpo basso anche contro la cancelliera Angela Merkel apostrofata come "marionetta degli ebrei". «E' semplicemente assurdo e ingiustificabile offrire una simile piattaforma a Mahler», si è indignato Stephan Kramer, segretario generale della Consiglio centrale degli ebrei in Germania. Come se non fosse già abbastanza allarmante il recentissimo sondaggio dal quale risulta che ancora oggi un tedesco su quattro ritiene che «il nazismo abbia avuto anche i suoi lati buoni». E la percentuale supera il 40 per cento tra gli adolescenti. Più che da un'ossessione ideologica, Mahler sembra pervaso da un acre spirito di vendetta. Friedman gli chiede se lo abbia influenzato il suicidio del padre disperato per il crollo del Reich hitleriano. «Non ha potuto accettarlo - ammette l'intervistato - Ci aveva creduto fino in fondo con tutto il cuore. Io avevo tredici anni». L'antisemitismo di Mahler ha radici rosse con falce e martello. E' lui stesso a svelarlo su Vanity Fair parlando del suo passato di militante nel terrorismo dell'ul trasinistra addestrato in Giordania: «I fedayn nel nostro campo ostentavano ritratti di Hitler e lo indicavano come l'uomo giusto». L'obiettivo era la distruzione d'Israele. Non è stata difficile, quindi, la sua conversione al culto del Füher. «L'antisionismo era la matrice di molta sinistra», racconta adesso. «Non serviva l'in tervista per sapere che Mahler ce l'ha con gli ebrei - strilla il deputato cristiano-democratico Wolfgang Bosbach - Questa è una montatura editoriale, una faccenda di tiratura». Anche da sinistra piovono critiche. «Dopo quel saluto con Heil Hitler, Friedman doveva andarsene immediatamente», protesta Petra Pau deputata della Linke. Completa l'arco parlamentare il socialdemocratico Wolfgang Thierse che chiede polemicamente a Friedman «perchè ha fatto da sponda alle tesi neonaziste». «Friedman ha affrontato con coraggio un tema scabroso», lo difende strenuamente il direttore del giornale Ulf Poschardt.

LA SCHEDA CHI È MAHLER Horst Mahler, 71 anni. Avvocato sessantottino passato al terrorismo dopo avere difeso nel '69 in tribunale Andreas Baader e Gudrun Ensslin, insieme ai quali è considerato il fondatore della Raf. A sua volta processato per reati di terrorismo, ha avuto come avvocati i "sessantottini" Otto Schily e Gerhard Schröder, che sarebbero diventati poi ministro dell'Interno e Cancelliere. Il suo libro "Il ministro e il terrorista" uscì anche in Italia (Rizzoli 1981). Con la diffusione del proclama "Ai tedeschi che vogliono restare tedeschi" diventa il nume tutelare dell'antisemitismo e viene radiato di nuovo dall'avvocatura. Nel 2006 gli viene ritirato il passaporto per impedirgli di andare al raduno di Teheran sull'Olocausto. CHI È FRIEDMAN Michael Friedman, 51 anni, avvocato tedesco, figlio di una coppia di ebrei internati durante in nazismo nel lager di Auschwitz e salvati dall'industriale tedesco Oskar Schindler. Conduttore tv di successo, membro della Direzione della Cdu ai tempi del cancelliere Kohl, appena 45enne insignito della Croce di Cavaliere della Repubblica nel 2000 fu eletto vicepresidente della Comunità israelitica in Germania e un anno dopo presidente del Congresso ebraico europeo. Dovette dimettersi nel 2003 travolto dall'accusa di consumo di cocaina in compagnia di prostitute. Venne condannato ad una ammenda di 17.400 euro; si scusò con l'opinione pubblica, ma non con le prostitute attirandosi così la protesta delle femministe. (en.pier.) SOSTENITORI DELL' NPD Secondo un recente sondaggio un tedesco su 4 pensa che il nazismo abbia avuto anche i suoi lati buoni. E la percentuale supera il 40 per cento tra gli adolescenti. Ma il Tagesspiegel assolve Michel Friedman; secondo il periodico il giornalista «fa l'unica cosa giusta da fare per danneggiare il partito nazionaldemocratico tedesco: parla con Horst Mahler, avvocato dei neonazisti, in 90 pagine a disposizione di chiunque» LAPRESSE COLPA DEI POLACCHI "Hitler è stato il redentore, non soltanto del popolo tedesco. Non è stato lui a scatenare la seconda guerra mondiale, ma gli è stata imposta. Il Führer non poteva assistere passivamente ai massacri di cittadini tedeschi perpetrati dai polacchi. La cancelliera tedesca Angela Merkel? Solo una marionetta degli ebrei ANTISEMITISMO ROSSO " I fedayn nel nostro campo ostentavano ritratti di Hitler e lo indicavano come l'uomo giusto. L'antisionismo era la matrice di molta sinistra. L'obiettivo era la distruzione d'Israele. L'ebreo mira al dominio mondiale; Martin Buber, un ebreo celebre, ebbe a dire che il giudaismo è la negazione della vita dei popoli

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