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Libero Rassegna Stampa
10.02.2006 Per lui Israele non ha diritto d'esistere, Rifondazione lo candida
è Marco Ferrando, leader trozkista

Testata: Libero
Data: 10 febbraio 2006
Pagina: 5
Autore: Gennaro Sangiuliano
Titolo: «E nell'Unione c'è chi vuole cancellare Israele»

Da LIBERO di venerdì 10 febbraio 2006:

« S emplicemente lo Stato di Israele non è l'espressione dei diritti nazionali ebraici. È una creatura storica artificiale... » . Questo è il pensiero espresso da Marco Ferrando uno dei leader della minoranza interna di Rifondazione Comunista. La frase è estrapolata dal volume, apparso qualche tempo fa, intitolato " L'altra Rifondazione", sottotitolo " La deriva di Bertinotti. La proposta dei marxisti rivoluzionari" edito da Giovanetalpa. È noto che dopo le aperture fatte da Fausto Bertinotti alle minoranze interne verranno concessi nove seggi " sicuri" in Parlamento, per cui Marco Ferrando, un professore ligure, colto quanto intransigente, storico capo dei trotzkisti italiani potrebbe approdare a Palazzo Madama o Montecitorio e far parte della maggioranza di un ipotetico governo Prodi. Su Israele le sue idee non lasciano adito a dubbi: « La verità è che la teoria " due popoli, due stati" si è rivelata totalmente falsa » . Mentre in un'altra parte si critica aspramente l'ipotesi di pace basata sulla Road Map, sostenuta anche dai palestinesi moderati. In altre parole l'unico Stato possibile e quello dei palestinesi. All'ultimo congresso di Rifondazione, le minoranze interne schierate su posizioni ancora più estreme di quelle di Bertinotti lo misero in seria difficoltà, ottenendo oltre il 40% della forza congressuale. Ferrando ottenne il 6,5% ma da sempre è la figura più rappresentativa del trotzkismo italiano. L'obiettivo enunciato nel libro è quello di costruire la IV internazionale comunista. Il volume appare come un vero manifesto programmatico, dove Ferrando tocca temi economici, assetti internazionali e questioni sociali. Si tratta di 140 pagine molto fitte, con quello stile sociologico tipico del lessico marxista leninista che fa ricordare gli anni Settanta. Rompendo un vecchio schema secondo cui le minoranze non avevano diritto a posti sicuri nella rappresentanza elettorale parlamentare e nei consigli regionali, Bertinotti ha deciso di concedere loro alcuni seggi, di cui uno quasi sicuramente per Ferrando, indicato per il Senato in Liguria. Un problema per Romano Prodi, se è vero che il probabile senatore dell'Unione scrive: « Il Centro ulivista si presenta come carta di ricambio di quei poteri forti del paese delusi dal berlusconismo: ampi settori di Confindustria, Confcommercio, grandi banchieri e persino Bankitalia, tutti avversari di classe dei lavoratori e delle loro lotte » . Nonè difficile fare un po' di conti. L'Unione se dovesse vincere le elezioni lo farà con un margine ristrettissimo, che al Senato potrebbe significare fra i quattro e i sette voti in più. APalazzo Madama la pattuglia dei trotzkisti godrebbe di un potere di veto sulla maggioranza. E non sarebbe difficile ipotizzare una saldatura con l'area no- global. Alla politica estera, forse, questi rappresentanti chiederebbero la cancellazione dello « Stato artificiale di Israele » , la difesa di Cuba per le sue trasformazioni « storicamente progressive » , e in politica interna la prospettiva strategica della dittatura del proletariato, come potere dei consigli. Appena qualche mese fa i trotskisti scrivevano: « Nessun governo della borghesia, e quindi anche un eventuale governo Prodi, sarà privato di un'opposizione comunista » . Ferrando è una persona gradevole ma coerente. Prodi è avvisato, e pure il Medioriente.

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