venerdi 03 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Io Donna Rassegna Stampa
24.08.2002 Una lettera che sembra una barzelletta


Testata: Io Donna
Data: 24 agosto 2002
Pagina: 24
Autore: Lilli Gruber
Titolo: «Caro Musharraf, rifletta sull'esperienza di Arafat»
In questo straordinario pezzo Lilli Gruber riesce a dare prova, in una volta sola, di tutte le sue doti: fantasia sfrenata, sovrana indifferenza nei confronti della realtà, eroico sprezzo del senso del ridicolo.
"Lettera immaginaria di Arafat a Musharraf, due leader che si confrontano con la politica Usa."
E già nel preambolo abbiamo due cantonate in una frase sola: primo, non sono loro due a confrontarsi con la politica Usa, bensì la politica Usa a doversi confrontare con loro due; secondo, Arafat non è un leader bensì un capo terrorista.
"Caro presidente Musharraf, seguo le peripezie che sta attraversando il suo Pakistan e mi permetto di scriverle per evitarle qualche guaio con i nostri amici americani. Anch'io, sino a non molto tempo fa, ero uno dei loro atout più seri per fare la pace in Medio Oriente. Sono stato ricevuto alla Casa Bianca, quando arrivavo nella capitale federale ero ospite dei talk show e nella mia suite di un grande albergo entrava e usciva la gente che contava. Ma, come si sa, i presidenti cambiano,"
A differenza di Arafat che, con grande coerenza, è rimasto sempre lo stesso terrorista
"non come da voi"
Certo: quando mai nei Paesi arabi si sta a perdere tempo in quella pagliacciata che sono le elezioni? Lì prendi la guida del Paese e te la tieni finché crepi o finché ti ammazzano!
"Avrà seguito su Cnn quanto mi è successo ultimamente: gli israeliani mi hanno chiesto di fare tutto ciò che potevo per fermare i terroristi, ma nello stesso tempo hanno distrutto il mio ufficio, tagliato le linee telefoniche, mi impediscono di uscire da casa mia"
Non esattamente. PRIMA è stato chiesto di fermare il terrorismo (e a Oslo Arafat si era impegnato a farlo); POI Arafat ha passato sette anni a fabbricare l'odio, a costruire il terrorismo e a preparare la guerra; DOPO è esplosa la guerra, e ALLA FINE, dopo un anno e mezzo di guerra spietata, Israele è intervenuto con le misure sopra elencate.
"Come se non bastasse, il presidente Bush, dopo avermi chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di Israele, decide che non sono più buono a nulla e che devo essere sostituito."
Non dopo avergli chiesto di fare di più per garantire la sicurezza di israele, ma dopo aver constatato che sta facendo di tutto per conseguire la distruzione di Israele: anche se alla signora Gruber può non sembrare, è un dettaglio non del tutto insignificante.
"E' un po' umiliante per chi ha fatto di tutto per accontentarli."
Se non stessimo parlando di una tragedia che sta portanto alla distruzione di due popoli, potremmo premiare questa battuta come la miglior barzelletta del millennio
"Perciò le chiedo di stare attento. Gli americani le hanno chiesto una forte collaborazione nella guerra al terrorismo, tanto che i suoi concittadini l'hanno ribattezzata "Busharraf". E le chiedono di più: bloccare gli estremisti che combattono nel Kashmir, chiudere le scuole islamiche, fermare i "barbuti" che hanno trovato rifugio nel suo Paese dopo l'attacco Usa contro l'Afghanistan."
Forse sarebbe il caso di precisare che quei "barbuti" non sono dei pittoreschi clochard, bensì gli appartenenti alla più feroce e micidiale organizzazione terroristica che mai il mondo abbia conosciuto. Temiamo che se questi "barbuti" continueranno a trovare rifugio, fra qualche tempo la signora Gruber potrebbe dover rinunciare ad esibire la sua famosa chioma rossa, e anche a firmare articoli sui giornali. Forse anche ad abitare su questo pianeta.
"Intanto le organizzazioi per i diritti dell'uomo e il Congresso Usa si inquietano per il suo desiderio - legittimo peraltro per un generale - di avere un governo e deputati devoti."
Questo non è troppo chiaro: che cosa c'entrano le aspirazioni di un generale con la composizione del governo?
"Tra poco le chiederanno di essere un dittatore contestualmente paladino della democrazia, e prevedo non sarà lontano il momento in cui cercheranno di farla fuori, perché non è riuscito nell'ardua impresa. Mi creda!"
In psicanalisi si chiama "transfer": la signora Gruber si è talmente immedesimata nella cultura arafattiana, da attribuire agli americani abitudini prettamente arabe.
"Un'ultima cosa: ho saputo che gli israeliani venderanno sofisticati missili agli indiani. E che Casa Bianca e Pentagono non hanno nulla da ridire."
Un'ultima cosa: abbiamo saputo che vari Paesi islamici hanno venduto ad Arafat centinaia di tonnellate di armi pesanti. E che il resto del mondo, Lilli Gruber compresa, non ha avuto nulla da ridire.
"Come vede, abbiamo entrambi gli stessi vicini di casa difficili."
Ma che disdetta, per uno che ha sempre dimostrato di essere un vicino di casa così pacifico, docile e malleabile cone Arafat!
"Cordiali saluti, Yasser Arafat"
Ancora una cosa vorremmo aggiungere: nonostante la scarsa stima che sempre abbiamo nutrito nei confronti di Arafat, siamo tuttavia convinti che una cosa tanto stupida non potrebbe mai arrivare a scriverla.
Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare le proprie opinioni alla redazione di Io Donna. Cliccando sul link sottostante si aprirà un 'e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

iodonna@rcs.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT