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Panorama Rassegna Stampa
13.10.2008 Verso lo scontro tra Hamas e Fatah
l'analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Panorama
Data: 13 ottobre 2008
Pagina: 0
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Al Fatah-Hamas, duello mortale»

Da PANORAMA del 10 ottobre 2008:

A gennaio finisce il mandato del presidente palestinese Abu Mazen, deciso però a restare in carica ancora un anno. Si prepara una resa dei conti che può scuotere tutto il Medio Oriente.

Grandi tempeste sono in vista nel mondo palestinese e rischiano di scuotere tutto il Medio Oriente. Il 9 gennaio 2009 in teoria scade il mandato del presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas), eletto nel 2005 ma dimezzato dal successo di Hamas alle elezioni parlamentari del 2006. Abu Mazen, però, secondo la tradizione di Yasser Arafat, sembra voler prolungare il suo mandato di almeno un anno. Il suo partito, Al Fatah, afferma che stavolta parlamento e presidente devono essere eletti contemporaneamente alla scadenza del mandato dell’assemblea legislativa. 

Mentre discute del rinvio delle presidenziali Al Fatah, secondo informazioni israeliane, starebbe preparando un attacco militare risolutivo contro Hamas. Nel giro di due settimane tutte le infrastrutture e le cellule del movimento in Cisgiordania verrebbero distrutte e con esse la determinazione di Hamas a impedire il prolungamento della presidenza di Mahmud Abbas. La tregua con Israele ha, però, dato tempo e spazio a Hamas per rafforzarsi sia a Gaza sia in Cisgiordania. Il movimento si è armato con il consueto aiuto iraniano e prepara a sua volta un colpo di stato anti Al Fatah. Hamas sa di essere molto forte anche in Cisgiordania, e non intende permettere ad Abu Mazen di restare in carica un giorno in più.

Dopo stragi e violenze a Gaza, il movimento estremista ha deciso di diventare rispettoso, a parole, della legge. I portavoce di Hamas hanno dichiarato che nella data prevista (il 9 gennaio) «le foto del presidente saranno rimosse da tutti gli uffici» e Hamas eleggerà un suo sostituto, forse Ahmed Bahr, il presidente del Consiglio legislativo palestinese, ovvero il parlamento: «Così si fece con Rouhi Fatouh quando morì Arafat. è del tutto legale infatti che il presidente del parlamento prenda il posto di leader dell’Autorità nazionale palestinese finché si vota». Dimenticando quanto sangue di entrambi gli schieramenti è già stato sparso, Hamas insiste: «Violando la legge, Abu Mazen consoliderà lo scisma in atto tra i palestinesi».

Mentre prepara la guerra, Al Fatah risponde usando toni legalitari: «Bahr non ricorda di essere solo il capo del parlamento sostitutivo di quello veramente eletto, Abdel Azuz Dweik, il quale è in un carcere israeliano».

Israele sostiene Abu Mazen. Gli ha permesso di inviare 150 soldati a Hebron, una fortezza di Hamas. La forza speciale palestinese si trova in Giordania, dove viene addestrata da ufficiali americani, ed è pronta a tornare a dicembre. Intanto, ben consapevole che l’ultima cosa che conviene all’Egitto è uno scontro mortale fra Hamas e Al Fatah, il governo del Cairo continua a promuovere colloqui tra le fazioni, di comune accordo con Abu Mazen.

Hosni Mubarak sostiene il piano del presidente palestinese di restare in carica per un altro anno e cerca di raccogliere l’appoggio di tutta la Lega araba. Gli egiziani vorrebbero anche che a Gaza fossero dispiegate truppe arabe per sorvegliare il formarsi di un nuovo governo palestinese, costituito per lo più da indipendenti. Ambedue le soluzioni sono state rifiutate da Hamas.

E perché mai dovrebbe accettarle? È più forte, sempre meglio armato, soprattutto ha ancora in ostaggio il soldato Gilad Shalit, ciò che impedisce ormai da due anni a Israele di sferrare un attacco contro il movimento radicale

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