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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
30.01.2014 Egitto: Al Jazeera alla sbarra, era ora
Ma Umberto De Giovannangeli la difende

Testata:
Autore: Umberto de Giovannangeli
Titolo: «Egitto,accusati di terrorismo 20 reporter dì Al Jazeera»

Riprendiamo dall'UNITA' di oggi, 30/01/2014, a pag.12, con il titolo "Egitto,accusati di terrorismo 20 reporter dì Al Jazeera" la cronaca di Umberto De Giovannageli. Ci stupiamo dello stupore di Udg, la funzione di Al Jazeera, strumento di prooaganda del Qatar per fomentare rivolte contro i regimi - dittatoriali ma laici- in Medio Oriente, è cosa ben nota. Non si capisce perche il governo egiziano non dovesse denuciare chi collabora con i terroristi che vogliono  riportare al potere i Fratelli Mussulmani di Morsi, alleati di Hamas, altro movimento terrorista che governa Gaza. Lo scopo  di Al Jazeera è la guerra contro l'attuale governo egiziano.

Alla guerra delle piazze si accompagna quella che il regime del Cairo ha lanciato contro alJazeera. Il procuratore generale dell’Egitto ha rinviato a giudizio 20 giornalisti della Tv satellitare del Qatar, di cui quattro stranieri, per accuse di terrorismo. L’ufficio della procura ha fatto sapere che i 16 reporter egiziani sono accusati di aver fatto parte di un gruppo terroristico, mentre gli stranieri, un australiano, un olandese e due britannici, sono accusati di aver aiutato a promuovere notizie false a beneficio del gruppo terroristico. Otto delle persone incriminate, si apprende dal comunicato, sono attualmente in custodia. È la prima volta che accuse di terrorismo vengono formulate nei confronti di giornalisti e di cittadini stranieri da quando a dicembre scorso i Fratelli musulmani sono stati dichiarati organizzazione terroristica. Il governo egiziano accusa al Jazeera di parzialità verso la Fratellanza, ma l’emittente smentisce, chiedendo il rilascio immediato dei giornalisti. TVFUORILEGGE I sospetti, ha riferito la procura, avevano creato una rete mediatica che utilizzava due appartamenti in un hotel di lusso al Cairo, dotati di telecamere, attrezzature per le trasmissioni e computer. Gli imputati, afferma l’ufficio del procuratore, «hanno manipolato immagini» per «creare scene irreali con l’obiettivo di dare al mondo esterno l’impressione che ci sia una guerra civile che minaccia di far crollare lo Stato» e trasmettevano scene mirate ad aiutare «il gruppo terroristico a raggiungere i suoi obiettivi e influenzare l’opinione pubblica». I giornalisti di al Jazeera al Cairo lavoravano in una camera d’albergo in seguito di numerose irruzioni delle forze di sicurezza negli uffici dell’emittente, dopo la destituzione del presidente Mohammed Morsi nel luglio scorso. Le autorità avevano inoltre ritirato gli accrediti concessi ai reporter della rete. Tra i giornalisti accusati dal pubblico ministero, spiccano i nomi di Peter Greste, Mohmed Fadel Fahmy e Baher Mohamed, tutti corrispondenti di al Jazeera e noti per aver già diffuso molteplici condanne agli arresti sommari dei servizi di sicurezza contro i media e al rischio censura all’interno dell’Egitto. Il procuratore generale, Hisham Barakat, ha accusato i giornalisti di «creazione di una rete multimediale con l’obiettivo di offuscare l’immagine dell'Egitto all’estero e di danneggiare la sua posizione politica». In carcere da mesi, i tre erano stati arrestati senza che nessuna accusa formale fosse stata formulata nei loro confronti. Accuse, però, che sono state ora ufficializzate. Al Jazeera ha descritto l’arresto come un «atto destinato a soffocare e reprimere la libertà di segnalazione da parte della rete e dei suoi giornalisti ormai vittime di arresti, incursioni e censura ». Il «nuovo» governo egiziano sta paragonando il giornalismo ad atti di terrorismo, ha detto Sherif Mansour, coordinatore del Committee to protect journalistsdel Medio Oriente e Nord Africa. Sembra che lo spazio per la critica stia diminuendo drasticamente sotto il controllo del governo militare egiziano. I giornalisti occidentali, in particolare, sarebbero perseguibili, secondo il pubblico ministero, anche per aver fornito all’opposizione egiziana informazioni, equipaggiamento e denaro per minare la stabilità del Paese. Sin dal colpo di Stato del 30 giugno 2013, al Jazeera è stata uno degli obiettivi della censura del governo appoggiato dai militari. Accusata di dare voce ai Fratelli musulmani, sono già state vietate le trasmissioni di al Jazeera Mubasher Misr, emittente collegata al servizio news qatariota, considerata da sempre vicina alla Fratellanza. Pochi giorni prima della chiusura, tre ministri avevano emesso un comunicato in cui definivano le trasmissioni di alJazeera Mubasher Misruna «minaccia nazionale» e accusavano il canale di diffondere pettegolezzi. I tre ministri avevano inoltre affermato che presto la stazione tv sarebbe stata chiusa. E così è stato.

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