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Rassegna Stampa
02.12.2011 Il terrorista Marwan Barghouti è diventato 'comandante'
Udg, vergognati !

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Accordo Fatah-Hamas. Per la Palestina si gioca l’ultima carta»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 02/12/2011, a pag. 35, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "Accordo Fatah-Hamas. Per la Palestina si gioca l’ultima carta".


La riconciliazione di Hamas e Fatah

Udg prende sul serio la riconciliazione fra Hamas e Fatah, come se potesse portare a qualcosa di buono.
In realtà, come scrive Udg stesso, qualora ci dovessero essere elezioni, il primo risultato sarebbe la vittoria di Hamas, il che, anche se Udg non lo specifica, metterebbe definitivamente fine a qualunque negoziato con Israele.
Udg tenta di spiegare la vittoria di Hamas con queste parole: "
L’unico dirigente di Fatah teoricamente in grado di battere un candidato di Hamas è Marwan Barghouti, il comandante della Seconda Intifada palestinese. Ma Barghouti è in carcere in Israele dove sconta una condanna a cinque ergastoli". Marwan Barghouti 'comandante' della Seconda Intifada ? Da terrorista assassino Barghouti è passato a comandante. Udg specifica che si trova in carcere e che sta scontando 5 ergastoli, ma si guarda bene dallo specificare che è stato regolarmente processato e il motivo. Il fatto di essere responsabile della morte di moltissimi civili israeliani, evidentemente, non va scritto.
Udg, per altro, 'dimentica' anche di chiarire un altro punto, e cioè che Barghouti non faceva parte della lista di terroristi da liberare in cambio di Gilad Shalit. Un punto interessante, ma Udg non ha scritto nulla al riguardo, avrebbe messo in luce i giochi poco puliti dei terroristi della Striscia.
Ecco il pezzo:

L’amore non è sbocciato né sboccerà mai. Il loro è un matrimonio d’interessi. Uniti per necessità. E per non veder scomparire di nuovo dall’agenda mediorientale, la “loro” questione: quella palestinese. Fatah-Hamas: l’ultima chance. Lo scorso 24 novembre, dal Cairo hanno annunciato la ritrovata unità politica: Khaled Meshaal per Hamas, Mahmud Abbas( Abu Mazen)per al-Fatah. I colloqui, aveva affermato Abbas ripreso dall’agenzia palestinese Ma’an, hanno coperto «tutti i dettagli relativi alla riconciliazione » e i risultati si vedranno «nei prossimi giorni e settimane». L’intesa dovrebbe spianare la strada alla sostituzione del governo del primo ministro dell’Anp, Salam Fayyad - sgradito a Hamas quanto apprezzato da Usa ed Europa - con un esecutivo di tecnocrati che porti l’Autorità palestinese a nuove elezioni legislative e presidenziali da celebrare entro la prima metà del 2012. Aliberareilcampodall’«ostacolo Fayyad» è lo stesso primo ministro palestinese: «Ho sempre chiesto di sanare questa rottura e ora chiedo alle due fazioni di trovare un nuovo primo ministro e smetterla di dire che sono un ostacolo, perché non lo sono mai stato e non lo sarò mai», afferma Fayyad. Il prossimo incontro fra le leadership laica e islamica palestinese è in programma per il 15 dicembre, sempre nella capitale egiziana. Al fine di accelerare l’attuazione della riconciliazione, noi continueremo a fare ogni sforzo per velocizzare la soluzione delle questioni ancora da risolvere - prima fra tutte le elezioni presidenziali e legislative, come pure quelle per il Consiglio nazionale palestinese, e la formazione di un governo di indipendenti per supervisionare le elezioni», ha spiegato Abbas durante un discorso tenuto a Ramallah, in occasione del 23mo anniversario della dichiarazione di indipendenza palestinese di Yasser Arafat del 1988. La ricerca di un’unità d’intenti tra Fatah e Hamas non piace a Israele. «L’accordofraHamas, che invita alla distruzione dello Stato di Israele, e Fatah deve preoccupare tutti gli israeliani, maanche tutti coloro che auspicano la ripresa del negoziato di pace…L’Autorità Nazionale Palestinese deve scegliere tra la pace con Israele e la pace con Hamas» avverte il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. «I palestinesi hanno scelto come priorità la pace in Palestina, perché in questo momento la pace con Israele sembra impossibile», osserva Rami Khouri, columnist del Daily Star, quotidiano di Beirut, profondo conoscitore della realtà politica palestinese. «L’accordo Fatah-Hamas - aggiunge Khouri - va inquadrato in questo contesto. I palestinesi hanno essenzialmente rinunciato a Israele come partner negoziale e agli Stati Uniti come mediatore credibile. La riconciliazione interna serve a ricostituire un’unica leadership nazionale». Necessaria per preservare l’autonomia da mire egemoniche esterne. L’accordo interpalestinese prevede, tra l’altro, la creazione di un Alto consiglio di sicurezza, in vista della futura integrazione delle forze di sicurezza dei diversi movimenti in un’unica forza di «professionisti», e di una commissione elettorale, oltre alla liberazione dei prigionieri politici di Fatah e di Hamas. D’altro canto, Hamas dopo lo scambio di prigionieri si sente di nuovo forte e popolare tra i palestinesi e i suoi leader credono di poter rivincere le elezioni, anche in considerazione della mancanza di un leader di Fatah carismatico, in grado di sostituirsi ad Abu Mazen che ha più volte detto di non volersi ricandidare a presidente. L’unico dirigente di Fatah teoricamente in grado di battere un candidato di Hamas è Marwan Barghouti, il comandante della Seconda Intifada palestinese. Ma Barghouti è in carcere in Israele dove sconta una condanna a cinque ergastoli. «Più che di un accordo di riconciliazione parlerei di patto d’interessi - annota Asem Khalil, direttore International Studies dell’Università di Birzeit, in Cisgiordania - .Questa intesa va bene a tutti, anche se per motivi diversi: l’Anp, di fatto, continuerà ad amministrare la Cisgiordania e Hamas la Striscia di Gaza». La cosa peggiore per i palestinesi in questo momento - osserva ancora il professor Khalil - è questo «status di nonguerra-non pace, in cui non ci sono prospettive per il futuro e non ci sono cambiamenti in vista all’orizzonte ».Eper smuovere le acque e contrastare uno status quo che sa di sconfitta, per tutti, Fatah e Hamas provano a giocare la carta dell’unità.

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