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Rassegna Stampa
24.07.2010 Luisa Morgantini fa propaganda contro Israele da Bilin
E Udg ci sguazza felice

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Soldati israeliani contro i pacifisti. Arresto-lampo per Luisa Morgantini»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 24/07/2010, a pag. 29, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Soldati israeliani contro i pacifisti. Arresto-lampo per Luisa Morgantini ".

Udg scrive, riguardo alla presenza di Luisa Morgantini a Bilin : " Luisa Morgantini è impegnata in questi giorni in una visita nei Territori palestinesi e in Israele allo scopo di far toccare con mano ai membri del suo gruppo «la resistenza pacifica alla occupazione». Il tutto nell' obiettivo di «tenere aperta la strada per una pace giusta, per la libertà e la autodeterminazione del popolo palestinese e per la coesistenza fra i due popoli».  ". Se gli arabi non avessero rifiutato il loro Stato nel 1948, ora non ci sarebbe alcun bisogno di manifestare per  " l'autodeterminazione del popolo palestinese ". Luisa Morgantini si scaglia contro la barriera di protezione israeliana, quella che gli odiatori di Israele amano chiamare 'muro dell'apartheid' e non si chiede nemmeno perchè sia stato necessario erigerla.
I morti israeliani della seconda intifada non contano niente per Luisa Morgantini. Quando non sarà più necessaria per proteggere la popolazione israeliana dal terrorismo palestinese, la barriera verrà smantellata. E non sarebbe mai stata costruita se non ci fossero stati gli attentati terroristici suicidi palestinesi. La barriera difensiva, contrariamente a quanto amano sostenere gli odiatori di Israele, non umilia i palestinesi, ma protegge i cittadini israeliani.
Ogni Stato ha diritto a difendersi, non si capisce per quale motivo dovrebbe essere diverso per Israele. Secondo Morgantini, però, ad essere illegali non sono i diversi tentativi di distruggere Israele, ma la sua difesa. 
Ecco l'articolo:


Luisa Morgantini

Non ha «predicato» la resistenza non violenta contro i realizzatori del «muro dell’apartheid». Lei, la resistenza l’ha praticata. Sul campo. Nella «trincea» di Bilin (Cisgiordania). Per questa è stata fermata dai soldati israeliani. Perché lei, Luisa Morgantini, ex vicepresidente del Parlamento europeo, ha sempre creduto al dialogo dal basso fra palestinesi e israeliani; un dialogo che trova nella resistenza contro la «Barriera di separazione » una realizzazione di straordinaria importanza. Luisa è stata fermata ieri, e poi rilasciata dopo un’ora, assiemead altri cinque pacifisti.
LA TRINCEA PACIFISTA
«Sono stata fermata in tutto per un' ora. Poi sono stata rilasciata e ora la manifestazione si è conclusa», racconta Luisa , raggiunta per telefono a Bilin. «A quel che ha potuto vedere, i dimostranti (fra cui vi erano anche militanti della sinistra israeliana) erano ancora nella fase iniziale di organizzazione quando i soldati che presidiano la barriera hanno provveduto a sgomberarli, ricorrendo anche a gas lacrimogeni. «Sono stata presa in pieno da uno dei candelotti », denuncia l’ex vicepresidente del Parlamento europeo. Come in numerose occasioni analoghe in passato Luisa Morgantini è impegnata in questi giorni in una visita nei Territori palestinesi e in Israele allo scopo di far toccare con mano ai membri del suo gruppo «la resistenza pacifica alla occupazione». Il tutto nell' obiettivo di «tenere aperta la strada per una pace giusta, per la libertà e la autodeterminazione del popolo palestinese e per la coesistenza fra i due popoli».
SFIDA NON VIOLENTA
Nei prossimi giorni il suo gruppo sarà anche a Haifa, Tel Aviv, Jaffa e Hebron.Unatappa a Gaza è invece risultata impossibile da realizzare perché - spiega Luisa - «non abbiamo ottenuto i permessi». In Cisgiordania ogni venerdì da 5 anni la gente di Bilin manifesta fianco a fianco con pacifisti israeliani ed internazionali contro la costruzione della «barriera di separazione», la recinzione in muratura e filo spinato che smembra il territorio della West Bank separando famiglie, i villaggi dalle loro terre e dalle fonti d’acqua: il muro dell’ apartheid, secondo i palestinesi. In 5 anni la protesta pacifica e non violenta ha coinvolto anche i villaggi vicini, con la nascita di comitati popolari anche a Ni’lin e Al Masara, ed è diventata simbolo e modello della nuova fase della lotta non-violenta palestinese.Unmodello che Luisa Morgantini ha fatto suo e, con la determinazione che le è propria, ha fatto conoscere in Italia e in Europa. «Quello che sta avvenendo a Bilin è esemplare: è la risposta non violenta che israeliani e palestinesi insieme oppongono alla confisca della terra, alla demolizione di case, all’umiliazione dei check point e alla segregazione del muro, frutto di 40 anni di occupazione militare israeliana», ha denunciato a più riprese Luisa Morgantini. «L’esempio non violento di Bilin - rileva l’ex vicepresidente dell’Europarlamento ed esponente dell’Associazione per la pace - opponendosi a queste inaccettabili ed evidenti violazioni della legalità, mi ricorda il grande movimento di disobbedienza civile di Beit Sahur durante la prima Intifada, quando il dialogo tra israeliani e palestinesi si concretizzava in azioni congiunte di resistenza pacifica.. ». Una resistenza che continua a Bilin. Con Luisa in prima linea. Come sempre.

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